Volcanoes National Park, viaggio nel cuore infuocato delle Hawaii

  • Categoria dell'articolo:Hawaii
  • Ultima modifica dell'articolo:27 Giugno 2025
  • Tempo di lettura:16 mins read
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Quando si pensa alle Hawaii, vengono subito in mente spiagge da sogno, surfisti tra le onde e tramonti spettacolari. Ma queste isole, perse nel cuore del Pacifico, sono anche un concentrato di meraviglie geologiche, come il Volcanoes National Park. Nate da un’antichissima sequenza di eruzioni vulcaniche, che si sono propagate da nord verso sud, ospitano alcuni dei vulcani più affascinanti e attivi del pianeta.

Sull’isola di Hawai‘i, conosciuta anche come Big Island, si trovano ben due vulcani attivi: il Mauna Loa, il più grande vulcano a scudo del mondo, e il Kīlauea, uno dei vulcani più attivi in assoluto, considerato la leggendaria dimora di Pele, la dea polinesiana del fuoco e dei vulcani. A poca distanza si trova anche il Mauna Kea, che, se misurato dalla sua base sul fondale oceanico, è la montagna più alta della Terra.

Quest’area straordinaria è protetta come Parco Nazionale dei Vulcani delle Hawaii e, dal 1987, inserita tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Qui il paesaggio cambia continuamente: immense colate di lava nera si alternano a crateri fumanti, tunnel sotterranei e foreste pluviali. Lo si può esplorare in auto, seguendo le due strade panoramiche, o, meglio ancora, a piedi, lungo sentieri che attraversano ambienti a dir poco surreali.

È un luogo dove si percepisce chiaramente la doppia natura del vulcano: forza distruttrice e al tempo stesso creatrice di nuove terre emerse. Tra le rocce laviche, fiori e piante trovano il modo di rinascere, e ogni angolo racconta il continuo equilibrio tra morte e rigenerazione.

Dove si trova

Volcanoes National Park si trova sull’isola di Hawaii, meglio nota come Big Island. È l’isola più grande, giovane e meridionale dell’arcipelago delle Hawaii, che a sua volta si trova nel mezzo dell’Ocean Pacifico, a 5-6 ore di volo da San Francisco.

Le isole Hawaii si trovano sul fuso orario Hawaiian Time Zone, con orario UTC-10. Per chi viaggia dall’Italia, questo significa una differenza di meno 11 ore. Poiché le isole non adottano l’ora legale, in estate la differenza diventa di 12 ore. Un viaggio alle Hawaii può quindi causare problemi di jet lag: leggete il mio articolo dedicato per scoprire come contrastarlo.

Il parco, che si estende per 1.348 km quadrati, occupa circa il 13% dell’isola, per la precisione qiuasi tutta l’area meridionale. Poiché i suoi vulcani continuano ad eruttare e creare nuove terre, la sua superficie è in continua espansione.

Come arrivare a Big Island e come muoversi

Big Island è servita da due aeroporti internazionali, quello di Hilo ad est e quello di Kailua-Kona ad ovest. Se arrivate con un volo interno da un’altra delle Hawaii, potete scegliere indifferentemente uno o l’altro, mentre da e per il continente è meglio quello di Kailua-Kona, dal quale si effettuano più voli.

Le compagnie che operano sull’isola sono le americane United, Southwest, Delta e Air Canada, oltre a quelle locali Hawaiian e Mokulele. A livello internazionale, è possibile viaggiare direttamente dal Giappone e dal Canada, mentre da altri paesi occorre fare uno scalo sul più trafficato aeroporto di Honolulu.

Dall’Italia, sarà necessario almeno uno scalo (ma nella maggior parte dei casi due), e circa 20 ore di volo.

I mezzi pubblici di Big Island sono pensati soprattutto per i locali, e piuttosto difficili da comprendere per il turista medio. L‘automobile è quindi il mezzo di trasporto consigliato per esplorare l’isola. Se siete comunque interessati ad utilizzare l’autobus, potete fare riferimento a questa pagina, dove troverete orari, mappe e tariffe.Prima di partire, leggete i miei consigli per noleggiare un’auto e per guidare in USA.

Quando andare

Le Hawaii si trovano nella fascia equatoriale, sul Tropico del Cancro. Questo significa che le temperature e le ore di luce variano poco durante l’anno. Più che questi fattori, per decidere quando andare alle Hawaii occorre prendere in considerazione altre variabili, come l’alta o bassa affluenza, e la stagione umida o secca. A queste latitudini il clima cambia molto velocemente, e non sono rari acquazzoni e temporali pomeridiani.

Altro fattore molto importante sono i venti alisei, che soffiano in modo diverso nelle varie stagioni, e a seconda di dove ci si trovi sull’isola. Solitamente, si parla di “coste sottovento” a sud-est, più asciutte e soleggiate, e “coste sopravento” a nord-ovest, più ventose e piovose, adatte al surf. A Big Island ci sono delle vette altissime, oltre 4000 metri, che bloccano le nubi e i venti creando una forte variabilità tra le zone dell’isola.

Sulla costa, le temperature oscillano poco nel corso dell’anno, restando costantemente tra 23° e i 29°, mentre in montagna fa più freddo, anche in estate. È proprio questo il caso di Volcanoes National Park, che si trova ad un’altitudine di circa 1200 metri, e può quindi avere una differenza di temperatura notevole rispetto alla costa, anche di 15° più bassa. Inoltre, questa zona è anche più umida, con piogge più frequenti.

Il periodo migliore per visitare le Hawaii,e anche Volcanoes National Park, va da maggio a ottobre, quando il clima è generalmente più stabile.

Dove alloggiare

Big Island è molto estesa, è quindi consigliabile splamare i pernottamenti tra le due città principali, Hilo e Kailua-Kona. Da questi due centri abitati potrete raggiungere, nel giro di un’ora, la maggior parte delle attrazioni dell’isola.

Per visitare Volcanoes National Park è preferibile alloggiare a Hilo, che dista circa 45 km. Se però volete essere più vicini al parco, magari per vedere il cratere del Kilauea di notte, scegliete allora la minuscola cittadina di Volcano, dove ci sono alcune strutture molto graziose, anche se più costose rispetto a Hilo. La struttura dove abbiamo soggiornato noi, purtroppo non esiste più, ma cliccando sul plusante qui sotto troverete moltissime valide alternative.

Durante il soggiorno nella zona di Kona abbiamo invece scelto l’Holua Resort at Mauna Loa Village. Avevamo a disposizione uno spazioso appartamento, perfetto per cucinarci qualche pasto e risparmiare così sui costi elevati dei ristoranti.

Itinerario alle isole Hawaii

Se state pensando di visitare Volcanoes National Park, allora sicuramente state pianificando un viaggio nelle belissime Isole Hawaii. Un’esperienza indimenticabile, che però richiede un minimo di pianificazione, soprattutto considerando che le Hawaii sono, letteralmente, dall’altra parte del mondo rispetto all’Italia.

L’arcipelago delle Hawaii comprende oltre 100 isole, le più grandi delle quali sono: Big Island, Maui, Oahu, Kauai, Molokai, Lanai, Niihau e Kahoolawe (disabitata). Le più famose e visitate sono le prime quattro, che sono anche quelle che vi consiglio di includere nel vostro itinerario.

Per visitarle tutte e quattro, vi occorreranno almeno tre settimane. Se non avete abbastanza tempo, concentratevi su Big Island e Oahu, e poi sceglietene una tra Kauai e Maui. Kauai è più interessante per chi ama la natura e il trekking, data la presenza del Waimea Canyon e la Napali Coast. Maui è l’isola più gettonata per i viaggi di nozze, grazie alle sue tantissime spiagge e albe indimenticabili.

Per spostarvi da un’isola all’atra dovrete usare l’aereo. Le compagnie più utilizzate per questo servizio sono la Hawaiian e la Southwest, anche se la prima propone molti più voli.

Benché la durata dei voli sia di soli 30/40 minuti, mettete in conto di impegnare circa mezza giornata per ogni spostamento, in quando dovrete comunque rispettare le normali tempistiche degli aeroporti (arrivo 2 ore prima del volo, controlli di sicurezza, attesa per il ritiro bagagli, eccetera), oltre al tempo necessario per noleggiare l’auto.

Considerate quindi una permanenza di almeno 4-5 notti per ogni isola, per avere il tempo di visitarla con calma e dedicare un po’ di tempo alle splendide spiagge.

Storia e geologia di Volcanoes National Park

I protagonisti di questo parco sono i due vulcani leggendari Mauna Loa e Kīlauea. Il primo è il più grande vulcano a scudo del mondo, con una base larga circa 120 chilometri; il secondo è uno dei vulcani più instabili e sorvegliati del pianeta.

Entrambi si sono formati grazie al punto caldo delle Hawaii, un’anomalia geotermica che da milioni di anni buca la crosta terrestre e genera isole una dopo l’altra, man mano che la placca del Pacifico si sposta. Il Mauna Loa ha cominciato a prendere forma circa 700.000 anni fa, mentre il Kīlauea, più giovane, si è formato fra i 100.000 e i 150.000 anni fa, ma ha iniziato a eruttare in superficie solo da circa 2.500 anni.

Le loro eruzioni non contemplano esplosioni violente con nubi di cenere che oscurano il cielo (come il nostro Vesuvio), bensì colate lente e incandescenti che avanzano silenziose e inesorabili. Questo non significa che siano meno pericolosi: interi villaggi sono stati sommersi dalla lava, e le strade possono sparire da un giorno all’altro. Per esempio, nel 1790, un gruppo di guerrieri hawaiani fu sorpreso da un’eruzione particolarmente violenta: molti morirono, e le impronte lasciate nella lava solidificata sono ancora visibili oggi.

Tra le eruzioni più recenti e distruttive c’è quella del 2018, quando il cratere Halemaʻumaʻu esplose generando nuvole tossiche, terremoti e colate di lava che danneggiarono strade, edifici e perfino il Jaggar Museum. Il parco fu chiuso per diversi mesi e riaprì solo parzialmente in autunno.

Nel 2020 un piccolo lago si era formato all’interno del cratere, ma fu letteralmente bollito via da una nuova eruzione avvenuta il 20 dicembre. Da allora, l’attività del Kīlauea è stata intermittente, con fontane di lava e piccoli flussi che, per fortuna, non hanno causato gli stessi danni del 2018.

Costi e orari

Volcanoes National Park è aperto tutti i giorni, 24 ore su 24. L’ufficio turistico, che si trova poco oltre il varco di accesso, è aperto tutti i giorni dalle 09.00 alle 16.45. Visitatelo prima di cominciare ad esplorare il parco, così da farvi consegnare una mappa, inclusi i sentieri, e per ottenere informazioni sulle visite guidate con i ranger e su eventuali eruzioni in corso.

Le condizioni del parco sono molto mutevoli, a causa dell’intensa attività vulcanica. Per questo motivo, alcune aree potrebbero chiudere improvvisamente: prima di partire, consultate la pagina degli avvisi sul sito ufficiale.

Il biglietto d’ingresso, valido per sette gorni consecutivi a partire dalla data di emissione, costa:

  • 30,00$ per un’automobile privata fino a 14 passeggeri.
  • 25,00$ per le moto, fino a 2 passeggeri.
  • 15,00$ a persona in caso di ingresso a piedi o in bici.

Poiché il parco fa parte del circuito federale NPS, qui potrete utilizzare la tessere annuale dei parchi America The Beautiful. Questo conveniente pass, che ha un costo di 80,00$, consente al suo possessore e ai suoi accompagnatori di accedere a tutti i siti NSP, per un anno intero. Dato che le Hawaii comprendono diversi siti del circuito, io vi consiglio di acquistare il pass.

Per visitare tutto il parco, mettete in conto un giorno intero, possibilmente diviso tra il pomeriggio del primo giorno e la mattina del secondo, così da avere la possibilità di vedere il cratere del Kilauea di notte.

Volcanoes National Park, cosa vedere

Le principali attivtà a Volcanoes National Park consistono nel guidare lungo le principali strade panoramiche, e percorrere i sentieri di trekking per ammirare da vicino il paesaggio lunare e straniante creato dalle eruzioni.

Quando siete lungo i sentieri, vedrete dei cairns, ovvero delle montagnette di sassi. Servono principalmente per indicare il sentiero, ma hanno anche un’importante valenza culturale per le popolazioni native. Non toccateli, e non createne di nuovi, perché potrebbero disorientare altri escursionisti.

Soprattutto, non prelevate le rocce laviche. La pratica è illegale (pensate cosa succederebbe se ogni turista portasse via una sasso), ed in più una leggenda narra che portare via dal parco le rocce scatenerebbe l’ira di Pele, la dea del vulcano.

Crater Rim Drive

La Crater Rim Drive è una strada asfaltata lunga circa 18 km, che si imbocca dall’entrata del parco. Corre attorno al cratere del Kīlauea, che tuttavia non è visibile direttamente dalla strada. Inoltre, a causa della costante attività vulcanica, alcuni tratti della strada potrebbero essere chiusi senza preavviso. Vi suggerisco di rivolgervi al Visitor Center per tutti gli aggiornamenti del caso.

Lungo il percorso ci sono diversi punti di osservazione, come Uēkahuna, sito sacro per i nativi hawaiiani, dal quale si può vedere il Mauna Loa; Kīlauea Iki Overlook, che affaccia su un’impressionante distesa di lava solidificata; e il più celebre Kīlauea Overlook, da cui potrete osservare, da debita distanza, il cratere del vulcano più attivo al mondo. Questo punto panoramico è molto gettonato di sera, quando, nel buio totale, il cratere sembra una porta spalancata sull’inferno.

Altri punti di interesse sono Steaming Bluff, dove vedrete alcuni getti di vapore uscire dal terreno, e Sulphur Banks, un breve percorso pedonale dal quale osservare le incrostazioni sulfuree formatesi dal depositarsi dei gas vulcanici.

Sempre dalla Crater Rim Drive potrete accedere a diversi sentieri di trekking, dei quali parlo più in dettaglio nei prossimi paragrafi. I sentieri spesso si intersecano tra loro, quindi si possono anche percorrere tutti in una sola volta.

Kilauea Iki Trail

Questo sentiero di trekking ad anello è lungo 6,4 km, ha un dislivello complessivo di 226 metri ed è considerato moderatamente impegnativo. Poiché si interseca con il Crater Rim Trail, è possibile imboccarlo da più punti: io vi consiglio di iniziare dal Kīlauea Iki Overlook, perché qui è presente un ampio parcheggio. In alternativa, potete partire dal parcheggio del Thurston Lava Tube oppure, allungando di circa 2 km, da quello del Visitor Center.

Il sentiero, molto vario, scende attraverso una lussureggiante foresta pluviale, che sembra impossibile possa esistere in mezzo a questa desolazione, e arriva fino al cratere ormai solidificato del vulcano Kīlauea Iki (piccolo Kīlauea).

Un vero e proprio lago di lava, formatosi in seguito all’eruzione del 1959, ed in continuo cambiamento. Osservate come la vegetazione cerchi di farsi strada tra le crepe rocciose: una splendida metafora di come la vita vinca sempre. Mentre camminate, prestate attenzione alle tante fumarole, allo scricchiolio metallico del terreno sotto i vostri piedi e all’odore intenso che pervade l’area. Insomma, usate tutti i vostri sensi!

Devastation Trail

L’eruzione del 1959 è protagonista anche di questo sentiero, lungo circa 1 miglio (1,6 km), asfaltato e accessibile anche alle persone con disabilità motorie.

Il nome non potrebbe essere più appropriato: sarete circondati da un paesaggio spettrale, in cui tutto è stato coperto dalle ceneri dell’eruzione, e la devastazione regna sovrana, fatta eccezione per qualche sparuto e coraggioso albero.

Volendo, potete proseguire lungo il Crater Rim Trail, il sentiero che corre parallelo alla strada panoramica. Attraversando un paesaggio che sembra uscito direttamente dalla penna di Tolkien, potrete osservare gli effetti della devastante eruzione del 2018, in seguito alla quale molte strade e sentieri sono ancora chiusi.

Thurston Lava Tube

Nāhuku Lava Tube, noto anche con il nome Thurston, è un tunnel lavico formatosi circa 500 anni fa. I tunnel lavici si formano quando la lava scorre sotto la superficie: quella più esterna si raffredda e si solidifica, mentre all’interno la lava continua a scorrere come in un tubo, a temperature anche superiori ai 1.000 °C. Quando l’eruzione finisce, rimane una galleria vuota, che spesso diventa habitat per specie animali e microrganismi.

Alle Hawaii esistono tunnel impressionanti, come il Kazumura Cave, il più lungo del mondo con oltre 65 km di estensione. Nel mondo ce ne sono però altri, per esempio la Cueva del Viento a Tenerife o la Cueva de los Verdes a Lanzarote.

Scoperto da un gruppo di ricercatori nel 1912, il Nāhuku Lava Tube era inizialmente ricoperto di sottili gocce di lava solidificata, purtroppo rimosse da turisti poco rispettosi. Oggi è visitabile grazie a una pavimentazione e a un’illuminazione adeguate, che vi permetteranno di vedere da vicino un vero spettacolo della natura.

Chain of Craters Road

Costruita nel 1928, la Chain of Craters Road è lunga circa 30 km e dal parco arriva fino all’oceano, all’estremità meridionale dell’isola. A causa delle continue eruzioni, il suo tragitto ha dovuto essere deviato più volte, in particolare dal 1969 in poi. Diversi villaggi, tra cui Kamoamoa, Laeʻapuki e Kealakomo, sono stati completamente distrutti, lasciando il posto a un mare di lava nera.

Una devastazione che avrete modo di vedere con i vostri occhi dai numerosi punti panoramici, come Mauna Ulu e Kealakomo Lookout, che offrono una panoramica su crateri e blocchi di lava solidificata, che si estendono fino all’oceano, creando un contrasto suggestivo tra il nero del terreno e il blu del mare. Tra le principali attrazioni ci sono i crateri Puhimau e Pauahi, le colate laviche di Luamanu e Alanui Kahiko, oltre agli antichi pittogrammi di Puʻuloa.

La strada termina ufficialmente presso l’Holei Sea Arch, un arco naturale creato da una colata lavica che si è gettata nell’oceano.

Lungo la strada non ci sono né distributori né punti ristoro, solo dei servizi igienici nei pressi dell’Holei Sea Arch. Anche se la strada è corta, accertatevi quindi avere sufficiente benzina prima di partire.

Mauna Loa Observatory

Finora abbiamo parlato delle strade panoramiche e dei sentieri che circondano il vulcano Kīlauea, ma in realtà il parco nazionale comprende anche il Mauna Loa, il vulcano a scudo attivo più grande del mondo. Le sue dimensioni sono tali che si fa persino fatica a distinguerlo, perché più che a un vulcano somiglia a una gigantesca altura.

Partendo dal Visitor Center, imboccate la Highway 11 (chiamata anche Hawaiʻi Belt Road) e, poco più avanti, svoltate a destra sulla Mauna Loa Road. Il punto panoramico si trova 18,5 km più avanti: fate attenzione perché la seconda parte della strada è molto stretta. Dal belvedere parte anche il sentiero che arriva fino alla vetta, ma è solo per escursionisti esperti.

Sul versante settentrionale del vulcano c’è un osservatorio scientifico, che studia gli effetti dei gas serra, i cambiamenti climatici, le eruzioni solari e molto altro. L’osservatorio è normalmente visitabile, ma al momento (2025) è chiuso al pubblico, perché una colata lavica ha interrotto sia la corrente elettrica sia la strada di accesso al sito. La fornitura di energia è stata ripristinata grazie a dei pannelli solari, ma per i tour turistici ci vorrà ancora del tempo.

Kahuku District

Il Kahuku Ranch era uno dei più grandi ranch di Big Island, con una superficie di ben 116.000 acri (circa 470 km quadrati), e si estendeva fino alle pendici del Mauna Loa. Tra il 1868 e il 1950, una serie di dieci eruzioni distrusse gran parte delle zone boschive e dei pascoli, lasciando al loro posto un’immensa distesa di lava. Nel 2003, dopo 150 anni di attività, fu acquistato dal National Park Service e annesso al Parco Nazionale.

Quest’area, che si trova vicino alla punta meridionale dell’isola, è visitabile solo dal giovedì alla domenica, dalle 8.00 alle 16.00, e l’ingresso è compreso nel biglietto del parco.

L’attività principale è il trekking, con otto sentieri di diverse lunghezze e difficoltà, lungo i quali potrete osservare gli effetti delle eruzioni del Mauna Loa. Io vi consiglio il Palm Trail: con 4,2 km di lunghezza e 146 metri di dislivello è piuttosto accessibile, e offre alcuni dei migliori panorami dell’area.

Visto che siete in zona, anche se non fanno parte del parco, vi consiglio di visitare anche Punaluu Beach, la famosa spiaggia di sabbia nera, e Green Sand Beach, dal caratteristico colore verde causato dalla presenza di olivina.

Cosa vedere a Big Island, Punalu Black Sand Beach

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