Viaggio negli USA: 10 piatti tipici americani da non perdere

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  • Categoria dell'articolo:Lifestyle
  • Ultima modifica dell'articolo:23 Aprile 2025
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Gli USA hanno una pessima fama in tema di gastronomia, specialmente se confrontata con la nostra cucina, che è la migliore al mondo. Tuttavia, non è vero che in America si mangi per forza male. Spesso, i turisti scelgono i posti e i piatti sbagliati, come i fast food, per via di un budget limitato o per pregiudizio, convinti che in America si mangino solo hamburger, senza cercare altro. C’è poi chi, per partito preso, va solo al ristorante italiano, per poi mangiare male e sentirsi “spennato”.

L’America è un continente vasto, con tradizioni e climi molto diversi, che influenzano anche la gastronomia. Alcune zone sono indubbiamente migliori di altre, come il New England, con il suo pesce freschissimo, o gli Stati del Sud, dove abbondano ottimi piatti di barbecue. Nelle aree più remote, invece, la disponibilità di ristoranti è talmente scarsa che bisogna accontentarsi di ciò che si trova.

Se non sapete da dove partire, ecco una lista dei 10 piatti tipici americani più rappresentativi. Ho volutamente escluso tutti quei piatti pseudo-italiani, come gli spaghetti meatballs e le fettuccine Alfredo, che, per quanto iconici, non possono reggere il confronto con le nostre prelibatezze.

Hamburger

La carrellata dei piatti tipici americani non può che iniziare dall’hamburger, il piatto americano per eccellenza, tanto che molti pensano che negli Stati Uniti non si mangi altro. Inoltre, poiché è sempre compreso nei menù dei fast food, è generalmente considerato cibo spazzatura.

In realtà, l’hamburger è una pietanza così versatile che sarebbe riduttivo pensare solo a quelli di McDonald’s e Hard Rock Café. Le sue origini risalgono alla Germania, dove il “panino con carne macinata” derivava da una ricetta di Amburgo, ma è negli Stati Uniti che ha preso piede, soprattutto alla fine del XIX secolo. La sua popolarità è esplosa durante le fiere e le esposizioni universali, fino a diventare il piatto nazionale.

Negli USA, l’hamburger si è evoluto in tante varianti, passando dalle versioni più semplici a quelle gourmet, con ingredienti ricercati come il brie e il tartufo. Altri ristoranti ne propongono versioni più salutari, con pesce, prodotti vegetariani e condimenti limitati. Impossibile, quindi, elencare tutte le declinazioni di questo piatto.

Il mio consiglio è di stare lontani dai fast food e dalle catene e provare gli hamburger dei ristoranti specializzati, che di solito ne propongono più varianti. Spesso avrete anche la possibilità di scegliere l’accompagnamento, quindi non per forza le solite patatine fritte. Io vi consiglio di provare le patate dolci fritte, una vera goduria.

Io ho mangiato degli ottimi hamburger in questi posti: Hodad’s, nel quartiere Oceanside di San Diego, allo Zax Restaurant di Moab, nello Utah, e al Coyote Bluff Café di Amarillo, una cittadina lungo la Route 66 in Texas. E poi, non posso non nominare il Gordon Ramsay Burger di Las Vegas, un’esperienza certamente non economica, ma da provare se vi trovate nella Sin City del Nevada.

Club Sandwich

Uno dei piatti più gettonati per il tipico brunch o per un pranzo veloce, il club sandwich è un tramezzino multistrato, che alterna pane tostato, tacchino, bacon, lattuga, pomodoro e maionese. Solitamente è tagliato in quarti, tenuti insieme con degli stecchini. Nonostante la sua semplicità, se ben preparato è un pasto completo, perché contiente carboidrati, proteine e persino un po’ di verdura fresca.

Le origini del Club Sandwich sono dibattute. Probabilmente fu creato, come spuntino pomeridiano, presso il Saratoga Club House di Saratoga Springs, nello stato di new York. Il nome “Club” potrebbe derivare proprio dal club esclusivo in cui è stato inventato, ma potrebbe anche essere semplicemente un richiamo alla sua popolarità nelle tavole calde.

Così come l’hamburger, anche il club sandwich è oggi declinato in più varianti. Alcuni sostituiscono il tacchino con altre carni, come roast-beef, prosciutto o pollo. Altri optano per aggiungere avocado, formaggio cheddar, o uova sode. I ristoranti più trendy lo trasformano in versioni fit, magari utilizzando pane integrale o aggiungendo salse particolari.

Io ho trovato molto buono il Club Sandwich di Corner Bakery, una catena di tavole calde diffusa su tutto il territorio, che propone piatti semplici ma gustosi, oltre ad ottimi dessert.

Philly Cheesesteak

Il Philly Cheesesteak è il piatto più iconico di Philadelphia. Si tratta di un panino morbido, farcito con sottili fettine di manzo rosolato e sminuzzato, e una generosa dose di formaggio fuso cremoso, solitamente provolone o cheese whiz, un formaggio spalmabile.

Fu creato negli anni ’30 da Pat Olivieri, un macellaio di Philadelphia. Secondo la leggenda, Pat, per cambiare dal solito hot dog, preparò un sandwich con carne di manzo grigliata e lo servì su un panino morbido. L’idea piacque così tanto che cominciò a servirlo regolarmente, e così il Philly Cheesesteak divenne uno dei piatti più iconici della città.

La versione tradizionale prevede solo carne e formaggio, ma quasi tutti i ristoranti lo arricchiscono con peperoni grigliati, cipolle caramellate o funghi, per aggiungere ulteriore sapore. I più arditi provano a sostituire anche il manzo con il pollo, ma questa variante non è molto apprezzata dai puristi.

Sebbene lo si trovi ormai un po’ ovunque, soprattutto nelle steakhouse, se volete provare il vero Philly Cheesesteak, Philadelphia non si batte. Pat’s King of Steaks, il locale di Pat Olivieri, è una vera istituzione, come testimoniato dalla fila fuori dal locale. Geno’s Steaks, situato proprio di fronte a Pat’s, è anche il suo principale concorrente. La rivalità tra i due è leggendaria, e ognuno sostiene di preparare l’unico e vero Cheesesteak.

Entrambi i locali sono molto rigidi sul modo di ordinare, tanto da avere dei cartelli esplicativi all’ingresso. Per prima cosa bisogna comunicare se si vuole il panino “wit” (con) o “wit-out” (senza) cipolle, poi specificare il tipo di formaggio, e possibilmente avere il contante esatto.

Lobster Roll

Il Lobster Roll è un must per chi visita le zone costiere del New England, la regione a nord di Boston. Si tratta di un panino morbido farcito con polpa di aragosta fresca, generalmente condita con maionese o burro fuso. L’abbondanza di astici ed aragoste in questa regione è tale, che il suo consumo è addirittura incentivato dagli Stati stessi.

Si dice che il primo lobster roll sia stato preparato nel 1929 a Milford Haven, un villaggio costiero del Connecticut, allo scopo di avere un pranzo veloce da consumare al sacco.

La migliore versione del lobster è senza dubbio la più semplice, con sola carne di aragosta, un po’ di burro e limone, per godere appieno del sapore unico di questo crostaceo pregiato. Tuttavia, molti aggiungono maionese, sedano, erbe, persino spezie. A dire il vero, i più tradizionalisti sostengono che troppi condimenti servabo a mascherare una cattiva qualità della carne.

Se volete assaporare il miglior lobster roll, la cosa migliore è dirigersi verso i chioschetti e i food truck presso i porticcioli, dove l’aragosta è sempre freschissima. Per esempio, Abbott’s Lobster In the Rough a Noank, Connecticut, The Clam Shak a Kennebunk, Maine, oppure James Hook & Co. a Boston, la capitale della regione.

Nachos

Croccanti, saporiti e sfiziosi, i nachos sono perfetti da condividere, e spopolano ormai anche nel nostro Paese. Da noi si servono per lo più come aperitivo, in una ciotola, ma negli Stati Uniti si tratta di un piatto completo, e molto più condito.

I nachos tradizionali si preparano con chips di tortilla croccanti, che vengono poi ricoperti con da formaggio fuso e peperoncini piccanti jalapeños. Come spesso accade, questa ricetta nacque per caso. Nel 1943, Ignacio Anaya lavorava come maître d’hotel presso il Victory Club di Piedras Negras, una cittadina messicana al confine con gli Stati Uniti. Dovendo sfamare le mogli dei soldati di stanza a Fort Duncan, ma non riuscendo a trovare il cuoco, Anaya si arrabattò con ciò che trovò in cucina, e così nacque il piatto che porta il suo nome (Nacho è infatti il diminutivo di Ignacio in spagnolo).

Incredibilmente versatili, si trovano con ogni tipo di condimento: manzo, pollo, chili con carne, panna acida, guacamole, pomodoro a cubetti, fagioli neri, salsa pico de gallo, e chi più ne ha più ne metta.

I nachos sono diffusi su tutto il territorio americano, in qualsiasi bar o ristorante tex-mex (ma non solo). Io ne ho provati di diversi, i migliori negli stati confinanti con il Messico, quindi Texas, New Mexico, Arizona e California. Se siete sulla Route 66 in New Mexico, non perdetevi Del’s Restaurant, un ristorante storico che serve i nachos in due versioni, una tradizionale e una più ricca. Oppure, esplorate il centro storico di San Antonio, in Texas; o ancora Olvera Street, il quartiere messicano di Los Angeles. Queste due zone pullulano di ristoranti messicani, potrete così assaggiare i nachos in moltissime varianti.

Carne al barbecue

Il barbecue non è solo uno dei piatti tipici americani: è cultura, con gare, festival e persino dispute regionali su quale sia la tecnica migliore. Qui non si parla di grigliate veloci, ma di cotture lente, affumicature intense e tagli di carne succulenti che si sciolgono in bocca. Gli Stati del Sud degli USA, e in particolare il Texas, sono i re incontrastati di questa tecnica.

Il piatto più rappresentativo è il brisket, ovvero il petto di manzo. Il pezzo di carne viene massaggiato con un mix di sale e pepe, poi lasciato cuocere in un affumicatore fino a 16 ore. Il risultato? Una crosta croccante e saporita, chiamata bark, che racchiude una carne tenera e succosa. Se vi trovate in Texas, non perdetevi il brisket di The Salt Lick BBQ a Drftwood, nella splendida regione Hill Country.

Altro grande protagonista del barbecue americano è il pulled pork, la spalla di maiale cotta lentamente fino a diventare così tenera da poter essere “sfilacciata” con le dita. Diffuso soprattutto in Carolina del Nord e del Sud, il pulled pork è spesso condito con salsa barbecue. Si può mangiare in un panino, oppure come piatto principale, accompagnato da Cole Slaw (insalata di cavolo), mac & cheese, fagioli e altri contorni tipici del sud-est americano. Per me, uno dei migliori pulled pork è quello di Dreamland BBQ a Montgomery, la capitale dell’Alabama.

Nessun barbecue è completo senza un bel piatto di ribs, ovvero le costine. Così come il brisket e il pulled pork, anche le costine sono cotte per molte ore in affumicatore, finché la carne non si stacca dall’osso solo a guardarla. Due città si contendono il primato delle costine: Memphis e Kansas City. Nella città di Elvis, le costine si servono rigorosamente senza salsa, per gustare appieno il sapore della carne. Provate quelle di Charlie Vergos’ Rendezvous, in centro. A Kansas City, invece, preferiscono caramellarle con una salsa agrodolce, per un tocco di gusto più deciso. Andate da Jack Stack, che molti considerano il migliore.

Pollo Fritto

Restiamo nel Sud degli Stati Uniti, in particolare a Nashville, per un altro piatto americano super tipico, il pollo fritto.

Le sue origini risalgono al diciassettesimo secolo, quando le popolazioni scozzesi e africane che vivevano nella regione iniziarono a combinare le proprie tecniche culinarie. Gli scozzesi, infatti, avevano l’abitudine di friggere il pollo nel grasso, mentre gli africani aggiungevano spezie e condimenti.

Non pensate, però, agli stoppacciosi nuggets dei fast food. Per un vero pollo fritto tradizionale, il petto deve essere lasciato intero, marinato nelle spezie e poi fritto in abbondante olio, così che la crosta diventi croccante ma non unta, e la carne rimanga tenera.

Una variante particolarmente celebre è il “Nashville Hot Chicken“, noto per la sua piccantezza. Secondo la tradizione locale, fu inventato da una signora di Nashville, che perparò al marito un pollo estremamente piccante, per punirlo per la sua infedeltà. Contrariamente alle aspettative, l’uomo apprezzò così tanto il piatto che decise di proporlo nel proprio ristorante, il Prince’s Hot Chicken Shack, ancora oggi punto di riferimento per gli amanti del pollo piccante.

A Nashville, oltre al Prince’s Hot Chicken Shack, un altro locale imperdibile è Hattie B’s Hot Chicken, famoso per le sue diverse gradazioni di piccantezza e per l’atmosfera accogliente. Anche a Memphis c’è un ristorante di pollo fritto leggendario: Gus’s World Famous Fried Chicken, che propone una versione non piccante ma altrettanto gustosa, con una crosta croccante e una carne tenerissima.

Pancake e Waffle

Quando si parla di piatti tipici americani, non si può non nominare pancake e waffle, protagonisti assoluti delle colazioni. In America, infatti, non si inizia la giornata con cappuccino e cornetto, bensì con queste soffici e burrose frittelle, perfette sia per chi vuole una colazione dolce, sia per chi preferisce il salato. Essendo sostanzialmente neutri, infatti, entrambi possono essere conditi con sciroppo d’acero, frutta e creme dolci, oppure accompagnati con burro, pancetta o persino salmone.

Gli ingredienti di base sono gli stessi: farina, latte, uova, zucchero e burro. Tuttavia, ci sono alcune differenze nelle proporzioni. L’impasto dei waffle contiene più burro e zucchero, per ottenere la tipica crosticina croccante. I pancake, invece, sono più soffici e spugnosi grazie a una maggiore quantità di lievito. Anche la cottura è diversa. I pancake possono essere fatti in padella e sono rotondi, mentre i waffle si cuociono su una piastra con una trama a nido d’ape. Se viaggiate in Texas, spesso nella sala degli hotel troverete delle piastre self-service per prepararvi waffle e pancake a forma di Texas!

Entrambi derivano da tradizioni millenarie europee. Pare, infatti, che delle frittelle simili si preparassero già nell’Antica Grecia. In particolare, i waffle sono molto diffusi in Belgio, dove si preparavano in occasione del Martedì Grasso.

Inoltre, i waffle sono spesso consumati anche come spuntino, con il gelato o la panna. Nel Sud ne esiste persino una versione con il pollo fritto, chicken & waffles.

Se volete assaggiarli, il posto più facile dove trovarli sono le catene di diner aperti 24 ore su 24, come Denny’s e IHOP (International House of Pancakes), specializzata proprio in pancake enormi e con mille varianti. Un’altra catena famosa per è Waffle House, diffusa soprattutto nel sud, per esempio ad Atlanta, e famosa per i suoi waffle grandi quanto delle pizze.

Apple Pie

La torta di mele, l’apple pie, è la regina incontrastata dei dolci americani e la torta più ordinata nel Paese, rappresentando il 29% di tutte le consegne di torte. Indicata già nel 1902 dal New York Times come “sinonimo americano di prosperità”, l’apple pie richiama i ricordi d’infanzia, il focolare domestico e lo stile di vita semplice dell’America di provincia. Sono innumerevoli i riferimenti letterari e cinematografici, dalle torte di Nonna Papera messe a raffreddare sul davanzale all’indimenticabile film comico American Pie del 1999.

La torta di mele è tra le più antiche al mondo. Si prepara da secoli in tutta Europa, con varianti infinite: dalla classica torta lievitata che facciamo qui in Italia alla tarte tatin francese, fino allo strudel austriaco. La classica apple pie americana è una specie di crostata, composta da un guscio di pasta friabile che racchiude un morbido e caldo ripieno di mele aromatizzate con cannella e zucchero. Eventualmente, si può aggiungere frutta secca come pinoli, noci o uvetta.

L’apple pie si trova praticamente ovunque, anche già pronta nei supermercati. Se però state facendo un giro nell’Ovest americano, vi consiglio di fermarvi al Parco Nazionale Capitol Reef e alla Gifford Homestead. Questa storica fattoria gestita dai mormoni, immersa in un paesaggio a dir poco spettacolare, vende deliziose torte preparate esclusivamente con le mele del frutteto locale.

In generale, le aree rurali degli Stati Uniti, con le loro tradizioni culinarie tramandate di generazione in generazione, sono i luoghi ideali per gustare una genuina apple pie fatta in casa. Per esempio, sono molto quotati The Elegant Farmer a Mukwonago, in Wisconsin, a circa un’ora da Milwaukee, e la Julian Pie Company, una bakery nell’omonimo paesino della California.

Cheesecake

Un altro dolce americano iconico è la cheesecake. Con la sua texture cremosa e vellutata, grazie alla sua versatilità mette d’accordo tutti i palati. Ma attenzione: la vera cheesecake, quella newyorkese, deve essere preparata esclusivamente con biscotti Digestive e formaggio Cream Cheese, e poi cotta in forno. Qui in Italia ne facciamo spesso una versione con mascarpone, ricotta o yogurt greco, e senza cottura. Sicuramente buonissima, ma che non ha nulla a che vedere con l’originale.

Così come i pancake, anche la cheesecake affonda le sue radici nelle antiche civiltà europee. Greci e Romani erano soliti preparare un dolce a base di miele e formaggio, una tradizione poi esportata in tutta Europa con l’espansione dell’Impero Romano. La versione moderna americana nacque attorno al 1872 grazie al produttore caseario James L. Kraft. In un maldestro tentativo di riprodurre il formaggio francese Neufchâtel, Kraft inventò quello che divenne il prodotto più venduto della sua azienda: il formaggio spalmabile Philadelphia. Proprio questo formaggio divenne poi l’ingrediente principale della torta, diffusasi soprattutto a New York.

Se volete assaggiarla, la catena Cheesecake Factory è il posto più famoso in assoluto, con oltre 30 versioni di cheesecake, più le proposte stagionali. Se invece volete provare vera New York Cheesecake, quella con le fragole, allora dovete andare da Junior’s, locale storico di Brooklyn in attività sin dagli anni ’50. In alternativa, provate le monoporzoni di Eileen’s Special Cheesecake, una piccola bakery nel quartiere di Nolita, a Lower Manhattan.

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