Cosa vedere a Jerez de la Frontera, patria dello sherry in Andalusia

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  • Categoria dell'articolo:Andalusia
  • Ultima modifica dell'articolo:7 Febbraio 2025
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Spesso trascurata nei tour dell’Andalusia e conosciuta soprattutto per il Gran Premio di MotoGP, Jerez de la Frontera offre in realtà una varietà di attrazioni da vedere. È la patria dello sherry, del flamenco e ospita la più prestigiosa scuola di equitazione della Spagna, un patrimonio culturale che affonda le radici nelle tradizioni andaluse più autentiche.

Passeggiando per il centro storico, incontrerete i caratteristici tabancos, i locali dove si esibiscono i ballerini di flamenco, e le bodegas, ovvero le cantine dove si produce il famoso sherry, il cui nome deriva proprio da questa città. Non mancano poi il castello arabo e le chiese in stile mudejar, immancabili nelle città andaluse e gli eleganti palazzi rinascimentali, come il Palacio Domecq, oppure la Casa del Vicerè Laserna.

Se state programmando un tour dell’Andalusia, vi consiglio di dedicare almeno mezza giornata alla scoperta di questa interessante città.

Dove si trova e come arrivare

Jerez de la Frontera si trova nell’Andalusia sud-occidentale, ad appena 35 km da Cadice e 90 km a sud di Siviglia, la capitale della regione. Le splendide spiagge della Costa de la Luz distano circa un’ora.

È possibile raggiungerla anche con i mezzi pubblici, grazie ai collegamenti diretti in treno da Siviglia e Cadice. Questo va bene se volete visitare Jerez come gita giornaliera da una delle due città. Tuttavia, se state pianificando un tour dell’Andalusia, l’opzione più pratica è senza dubbio l’automobile, che vi consentirà di muovervi in modo indipendente.

  • da Cadice, uscite dalla città attraversando il nuovo Puente de la Constitución, quindi imboccate la AP-4 (E5) fino a Lomopardo. Qui, prendete a sinistra la Ctra. Jerez Algeciras, che vi condurrà dritti in città.
  • da Siviglia, lasciate la città in direzione sud e imboccate la AP-4 (E5) fino all’uscita 78, circa 80 km. Da qui, vi basterà proseguire sempre dritto sulla A-2005 per arrivare in centro.

Quando andare

L'Andalusia ha un clima mediterraneo, ed è nota per le lunghe giornate di sole, le scarse piogge e le sue estati torride, soprattutto nell’entroterra.

  • In primavera le temperature sono piacevoli, tra i 15°C e i 25°C, e le precipitazioni moderate. La natura inizia a risvegliarsi, con le fioriture degli alberi da frutto che colorano il paesaggio e profumano l’aria. 
  • In estate il caldo è davvero intenso, con temperature che possono superare i 40°C, soprattutto nelle città. Sulla costa,invece, le brezze marine aiutano a rendere il clima più sopportabile. Le precipitazioni sono quasi inesistenti.
  • In autunno il clima è ancora caldo, con temperature tra i 20°C e i 30°C. È una stagione più umida rispetto all'estate, ma le piogge sono generalmente leggere e di breve durata.
  • L’inverno è mite, con temperature che difficilmente scendono sotto i 10 gradi. Le precipitazioni sono un po’ più frequenti, ma comunque contenute. 

Le stagioni migliori per visitare l'Andalusia sono la primavera e l'autunno, quando il clima è più temperato e le località turistiche meno affollate.

Se viaggiate gioco forza in estate, vi suggerisco di pianificare le attività la mattina presto o nel tardo pomeriggio, magari approfittando della tradizionale "siesta" per un tuffo in piscina o un pisolino.

Quanto tempo dedicare

Il centro storico di Jerez de la Frontera, sebbene interessante, non mi ha particolarmente colpito, soprattutto se paragonato alla vicina Cadice, che invece è un gioiellino.

A mio avviso, le cose da vedere assolutamente a Jerez de la Frontera sono l’Alcazar, la Cattedrale, la Chiesa di San Michele e la visita a una delle sue famose bodegas di sherry. Per queste attrazioni, vi basteranno mezza giornata: due ore per la bodega e altre due per il resto del centro storico.

Se avete più tempo a disposizione, vi consiglio di visitare anche uno dei suoi palazzi signorili, come il Palacio Domecq o la Casa del Viceré Laserna, oppure di fare un salto alla Scuola Reale di Equitazione per assistere a uno spettacolo di alta equitazione.

Inoltre, se siete appassionati di flamenco, una sosta in uno dei tradizionali tabancos per una cena con spettacolo è un’esperienza che vale la pena vivere, magari accompagnando il tutto a un buon bicchiere di sherry.

Dove alloggiare

Jerez de la Frontera è la base ideale per esplorare il sud-ovest dell’Andalusia, grazie alla sua posizione e ai prezzi più competitivi rispetto a Cadice e alle località balneari della Costa de la Luz.

Se il vostro obiettivo è visitare le principali attrazioni, l’ideale è soggiornare in centro. Se invece volete dedicarvi prevalentemente all’esplorazione delle località vicine, allora va bene anche una struttura più decentrata, che sicuramente sarà anche più economica.

Noi abbiamo soggiornato all’Hotel Ibis Ciudad 1, situato appena a sud del centro, vicino alle Bodegas Williams & Humbert e al negozio ufficiale della Tío Pepe. Da lì, in pochi minuti di auto, si arriva facilmente in centro, e i prezzi sono molto buoni, con colazione e parcheggio inclusi.

Storia di Jerez de la Frontera

Fondata come Asta Regia dai Fenici, la città fu un importante centro commerciale durante l’epoca romana, grazie alla sua posizione strategica tra il fiume Guadalete e l’Oceano Atlantico. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Jerez divenne un avamposto musulmano sotto il califfato di Córdoba, nel 711, e acquisì il nome di Sherish, divenendo una città fortezza di grande rilevanza strategica.

Nel 1264, durante la Riconquista, fu conquistata da Alfonso X, il “Saggio”, che la ribattezzò Jerez de la Frontera, simbolo della nuova identità cristiana e della difesa dei confini. Nei secoli successivi, Jerez conobbe un grande sviluppo economico e culturale, grazie anche alla produzione di sherry, che la rese famosa in tutta Europa.

Nel XVII secolo, la città fiorì sotto il dominio dei nobili locali, che costruirono splendidi palazzi e monumenti, lasciando un’impronta indelebile nel suo centro storico. Jerez divenne un centro di arte e cultura, celebre anche per la nascita e la diffusione del flamenco.

Oggi, Jerez è famosa anche per il suo circuito automobilistico, il Circuito de Jerez, che che ha aperto nel 1985 ed è uno dei più importanti della Spagna.

Cosa vedere a Jerez de la Frontera

Alcazar

L’Alcazar di Jerez de la Frontera risale al XI secolo ed è una delle principali cose da vedere. Costruito durante il califfato di Taifa, fu trasformato dopo la Riconquista in una residenza per i governanti cristiani. Questo antico complesso fortificato è composto da diversi edifici che si sviluppano attorno a un cortile centrale, arricchito da giardini con alberi da frutto e piante aromatiche, tipici dell’architettura andalusa (pensiamo, per esempio, all’Alhambra di Granada o al Real Alcazar di Siviglia).

Ecco cosa non perdere durante la visita:

  • La cinta muraria, parzialmente percorribile. È possibile salire su alcune delle torri per ammirare dall’alto il complesso e una parte della città, tra cui la Cattedrale e la Chiesa di San Michele, con il suo campanile colorato.
  • La Mezquita, l’antica moschea del palazzo. L’ingresso è celato da porte sormontate da archi a ferro di cavallo, e piccoli giardini con fontanelle per le abluzioni rituali. All’interno, si trova il mihrab, la nicchia rivolta verso la Mecca. Il pavimento, in corda, permetteva ai fedeli di inginocchiarsi.
  • Il Molino de Aceite, un piccolo museo sulla produzione dell’olio, situato dietro la Mezquita.
  • I resti dell’antico forno d’epoca cristiana e le cisterne tipiche dei palazzi arabi, utilizzate per l’approvvigionamento idrico.
  • I bagni termali, un elemento immancabile in ogni palazzo arabo, in quanto la religione musulmana prevede la purificazione regolare del corpo prima di accedere a luoghi sacri e pubblici.. Divisi in tre ambienti (caldo, tiepido e freddo), i bagni presentano le caratteristiche aperture a croce e a stella sul soffitto, che creano un’illuminazione naturale e suggestiva.
  • Il Palazzo Barocco, le cui sale sono prive di arredi ma presentano ancora decorazioni a stucco e magnifici lampadari. Alcune locandine storiche rimandano agli anni d’oro della città, promuovendo spettacoli di flamenco, fiere e corride.
  • La spezieria d’epoca al secondo piano, con barattoli in vetro, alambicchi e erbe officinali disposti ordinatamente in raffinati armadi in legno scuro. Salendo ulteriormente, si può accedere alla camera oscura.

L’Alcazar è aperto tutti i giorni, con orari diversi a seconda della stagione: da ottobre a giugno dalle 09.30 alle 14.30, e da luglio a settembre fino alle 17.30, salvo che nel weekend. Il biglietto intero costa 5,00€, il ridotto 1,80€. Visitate il sito ufficiale per tutte le informazioni aggiornate.

Cattedrale

La Cattedrale di Cristo Salvatore di Jerez de la Frontera fu costruita a partire dal 1695, eretta sul sito dell’antica moschea. I lavori si protrassero per più di un secolo, dando vita a un edificio che mescola armoniosamente stili gotico, barocco e neoclassico.

Come spesso accade nelle chiese andaluse, anche questa cattedrale si caratterizza per una struttura massiccia e bassa, con un numero limitato di finestre. In Andalusia, infatti, a differenza del Nord Europa, non era necessario creare ampie vetrate per far entrare la luce. Anzi, grandi aperture avrebbero portato troppo calore, rendendo l’interno ancora più caldo. La pietra dorata della Sierra de San Cristóbal, insieme alle palme che circondano l’edificio, conferisce alla cattedrale un’atmosfera quasi tropicale.

La facciata è adornata con tre portali riccamente decorati, con colonne corinzie e motivi di ispirazione orientale, sormontati da tre magnifici rosoni. Il campanile, separato dalla cattedrale, si trova sul lato opposto della piazza e, con la sua altezza, fa da contrapunto alla grande cupola ottagonale che si innalza a 40 metri dal suolo. Quest’ultima è impreziosita da statue dei santi dottori della Chiesa latina.

L’interno, a cinque navate di altezza diversa, ospita tra le sue meraviglie il dipinto La Vergine Bambina, opera del pittore barocco Francisco Zurbarán.

La Cattedrale è aperta ai turisti dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00, la domenica a partire dalle 13.00. Il campanile è visitabile dal lunedì al sabato, dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 18.30. Il biglietto costa 8,00€ intero e 6,00€ ridotto. Consultate il sito ufficiale per le informazioni aggiornate.

Palacio del Virrey Laserna

Situato nel centro storico, vicino all’Alcazar, il Palazzo del Viceré Laserna risale al periodo almohade, ed era probabilmente la residenza di una figura di rilievo del Califfato. Dopo la riconquista di Jerez nel 1264, Alfonso X “Il Saggio” donò le abitazioni più importanti ai cavalieri che avevano contribuito alla conquista. Il primo proprietario cristiano del palazzo fu Basco Martínez Trujillo. Successivamente, passò alla famiglia Martínez de Hinojosa, una delle antiche famiglie nobili di Jerez, che, tramite il matrimonio di Nicolasa Martínez de Hinojosa con Don Álvaro de la Serna, diede il nome all’edificio.

I nuovi proprietari lo ristrutturarono, dandogli l’impronta neoclassica tipica dell’aristocrazia dell’epoca, con nuove stanze, arredi sontuosi e decorazioni raffinate, rispecchiando il gusto dell’alta società. Nel 1925, in occasione della canonizzazione della Virgen del Carmen, il palazzo fu nuovamente ristrutturato, ospitando anche il re Alfonso XIII e il governo.

Oggi, il Palazzo del Viceré Laserna racconta, attraverso l’esposizione permanente, la vita quotidiana della nobiltà andalusa, esplorando le sue eleganti sale e la sua straordinaria collezione d’arte. È inoltre disponibile per eventi privati come matrimoni e conferenze, ed organizzza concerti, spettacoli di flamenco e molto altro.

Il palazzo è aperto dal martedì alla domenica, con orari diversi a seconda della stagione. Essendo visitabile solo con tour guidato, vi consiglio di consultare il sito ufficiale per scoprire gli orari, oppure prenotare cliccando sul link qui sotto. Il biglietto d’ingresso costa 8,00€.

Palazzo Domecq

Il Palazzo Domecq è uno degli esempi più pregiati di architettura barocca del XVIII secolo a Jerez de la Frontera. Costruito nel 1778 e acquistato dalla famiglia Domecq nel 1885, una delle famiglie con la tradizione vinicola più longeve di Spagna, è un simbolo del potere dell’alta società.

La sua facciata, su tre piani, è dominata dal ricco balcone centrale. All’interno, il palazzo si sviluppa attorno a un ampio cortile centrale, con colonne in marmo toscano rosso e una serie di stanze che incantano lo sfarzo delle decorazioni e degli arredi.

La Sala da Ballo, la principale del palazzo, è un riflesso della vita aristocratica dell’epoca, con ritratti di famiglia, arazzi e quattro lampadari provenienti dalla Real Fabbrica de Cristales di La Granja. Il Salone d’Inverno, più intimo, ospita il ritratto di Pedro Domecq Loustau, che narra le sue opere di beneficenza a Jerez, e si collega alla doppia scalinata in marmo rosso che sale verso la galleria. La Sala del Consiglio era invece luogo di incontro ufficiale della Bodegas Domecq.

Il Palazzo Domecq è anche sede di eventi esclusivi, corsi di flamenco e cucina andalusa.

Il palazzo è aperto dal martedì alla domenica, con orari diversi a seconda della stagione. Essendo visitabile solo con tour guidato, vi consiglio di consultare il sito ufficiale per scoprire gli orari, oppure prenotare cliccando sul link qui sotto. Il biglietto d’ingresso costa 15,00€ intero e 13,00€ ridotto.

Chiesa di San Miguel

La Chiesa di San Miguel fu costruita a partire dal 1484, dopo la visita dei Re Cattolici. I lavori si estesero per secoli, dando vita a un edificio che mescola elementi del tardo gotico, del Rinascimento e del Barocco. Dichiarata Monumento Storico-Artístico Nazionale nel 193, si distingue per la sua torre decorata con azulejos, che è anche il punto più alto della città.

L’imponente facciata principale in stile barocco e progettata da Diego Moreno Meléndez tra il 1672 e il 1701, è una delle più belle di Jerez. Le colonne laterali e la nicchia centrale, che contiene la statua del santo, sono interamente ricoperte di elaborate decorazioni mudejar, a motivi geometrici e floreali.

L’interno della chiesa è diviso in tre navate, e presenta una splendida volta a crociera nella parte più vicina all’abside. Tra le opere più rilevanti si trovano il Santo Crucifisso della Salute, attribuito a José de Arce, e il Retablo Mayor, opera di Juan Martínez Montañés, uno dei più importanti scultori spagnoli del Seicento.

La Capilla del Sagrario, costruita tra il 1718 e il 1759 in stile barocco, è un altro capolavoro, con la sua pianta a croce greca e una cupola ottagonale.

Visita a una Bodegas di Sherry

Jerez de la Frontera è la patria dello sherry, un vino liquoroso che merita di essere conosciuto in profondità. Tra le cose da vedere, non potete quindi perdervi una visita a una delle sue storiche bodegas (distillerie), dove scoprirete tutti i segreti di questa bevanda unica.

Premetto che le informazioni che vi fornirò derivano dalla mia esperienza personale, quindi potrebbero esserci variazioni tra le diverse bodegas. Prendetele con un po’ di elasticità, perché ogni cantina può avere modalità leggermente diverse.

A differenza della vinificazione tradizionale, la produzione dello sherry segue un processo particolare. Le uve utilizzate sono per lo più bianche e di un solo tipo, il Palomino. La differenza di colore e sapore dello sherry dipende principalmente dal processo di invecchiamento. Le botti vengono sistemate in piramidi, con il vino più giovane posto in cima e gradualmente travasato in quelle più in basso man mano che invecchia. Le botti sono generalmente di quercia americana, un tempo si usava il ciliegio. Queste botti non vengono mai spostate, ma solo riempite e svuotate, a meno che non debbano essere riparate o vendute – e il commercio delle botti è un mercato molto redditizio.

Lo sherry è un vino liquoroso che cambia colore e sapore con l’invecchiamento. Si parte da un bianco fresco, per arrivare ai toni scuri e dolci del cream, un liquore ricchissimo, fino al raro e pregiato Vors, una tipologia che viene prodotta in quantità limitate per preservarne l’esclusività.

Alcune delle bodegas più rinomate di Jerez sono:

  • Tio Pepe – González Byass
  • Bodegas Fundador Pedro Domecq
  • Bodegas Lustau
  • Bodegas Cayetano del Pino
  • Bodegas Williams & Humbert

Fate attenzione agli orari, perché molte distillerie sono aperte solo in fasce orarie limitate, ad esempio dalle 11:00 alle 15:00.

Per prenotare la visita a una Bodegas, cliccate qui sotto:

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Bodegas Tio Pepe Gonzales Byass

Noi abbiamo visitato la Bodega Tío Pepe – González Byass, una delle più grandi e rinomate distillerie della città. La consiglio vivamente per la sua enorme dimensione e per la qualità del tour, che dura circa 2 ore e include una guida dettagliata e una degustazione.

Il tour inizia con una breve corsa in trenino che serve a orientarsi nel vasto complesso, prima di proseguire con il vero e proprio percorso a piedi. Tío Pepe, oltre a produrre sherry, è famosa anche per i suoi brandy, whisky e aceto. Il nome “Tío Pepe” deriva dallo zio del fondatore, che fu una figura paterna per quest’ultimo e, per rispetto, venne onorato nell’intestazione dell’azienda.

La visita include una serie di fermate suggestive e molto interessanti:

  • L’anfiteatro delle botti, un grande spazio circondato da centinaia di botti, dove vengono anche organizzati spettacoli di flamenco.
  • Il magazzino di stoccaggio e invecchiamento, dove le botti sono disposte a piramide e ognuna è etichettata con il tipo di sherry che contiene.
  • Le collezioni speciali: una delle più affascinanti è quella delle botti “Apostoli e Gesù” (cercate la storia, per favore, perché non la ricordo esattamente), dove si celebrano matrimoni. Altre collezioni sono quelle delle botti firmate da personalità come Senna, Marquez, Spielberg e Re Carlo III. Inoltre, c’è anche una sala che ospita botti dedicate ai re di Spagna, dalla monarchia attuale a quella passata. L’unica stanza in cui non è permesso fare foto contiene alcune bottiglie tumefatte originali, un simbolo della lunga storia della distilleria.
  • La Calle Ciegos, considerata una delle strade più belle del mondo, è una via acciottolata che attraversa l’antico villaggio industriale che un tempo ospitava le famiglie degli operai. Oggi, questa parte fa parte del tour guidato, e offre uno spaccato di come la vita fosse organizzata qui un tempo.

Infine, per la degustazione, ci si sposta in una sala elegante dove vi consiglio di optare per almeno 4 degustazioni di sherry, accompagnate da tapas tipiche. Un modo perfetto per concludere un’esperienza che vi immergerà nella tradizione, nella storia e nei sapori di Jerez.

Scuola Reale Andalusa di Arte Equestre

La Real Escuela Andaluza de Arte Ecuestre è famosa in tutto il mondo per il suo spettacolo “Cómo bailan los caballos andaluces”, un’esibizione unica di equitazione che riassume e mostra il lavoro dell’istituzione sin dalla sua fondazione nel 1973, quando il re Juan Carlos I premiò Don Álvaro Domecq con il trofeo “Caballo de Oro”. Nel 1987, la Scuola ottenne il titolo di “Reale” e, nel 2003, divenne una Fondazione con maggiore autonomia.

La sua missione è promuovere la cultura e l’identità andaluse, con selezione dei cavalli e la formazione di cavalieri, preservando le tradizioni locali come la Doma Vaquera e il Dressage Classico. Il programma educativo della scuola include l’allenamento dei cavalli andalusi, che iniziano a tre anni e fino a raggiungere la perfezione anche negli esercizi più complessi.

La scuola è anche un polo culturale, con diverse sezioni visitabili:

  • L’arena coperta (Picadero) è il posto ideale per osservare l’addestramento quotidiano dei cavalli, mentre la stalla ottagonale, composta da cinque scuderie, ospita i magnifici cavalli spagnoli della scuola.
  • Il Museo dell’Arte Equestre, inaugurato nel 2005, esplora le origini e l’evoluzione dell’arte equestre in Andalusia e nel mondo. Tra le attrazioni, si trovano anche le botteghe artigiane dove si realizzano e restaurano le tradizionali sella e imbracature.
  • Il Museo delle Carrozze, aperto nel 2002, espone una splendida collezione di carrozze d’epoca, con innovative tecnologie multimediali che raccontano la storia della guida a cavallo.

La scuola è visitabile il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 10.00 alle 14.00. Il biglietto per la visita completa costa 13,00e intero e 8,00€ ridotto. Gli spettacoli non sono inclusi. Se desiderate vedere uno spettacolo,prenotatene uno cliccando qui sotto:

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Dove e cosa mangiare

L’Andalusia ha un patrimonio gastronomico ricchissimo, che deriva dai diversi popoli e culture che l’hanno abitata, ma anche dal suo invidiabile clima. In questa fertile terra si coltivano succosi pomodori, saporite olive e dolcissime arance, ma anche fichi, limoni, melanzane e molto altro. Per non parlare del prosciutto iberico e dei formaggi, particolarmente prelibati in virtù degli allevamenti all’aria aperta, e del freschissimo pesce proveniente dal Mediterraneo. 

Con tutto questo ben di Dio, l’Andalusia è davvero una patria per buongustai, e non avrete nessuna difficoltà a trovare qualche piatto tradizionale che che soddisfi il vostro palato.

I locali tradizionali di Jerez sono i tabanco, taverne caratteristiche che offrono anche spettacoli di flamenco. Qui potrete assaporare un eccellente sherry, mentre vi immergete nell’atmosfera vibrante della danza andalusa. Tra i più famosi ci sono El Pasaje, Las Banderillas, Plateros e Guitarrón de San Pedro.

Jerez de la Frontera è senza dubbio il luogo ideale per una degustazione di sherry, come abbiamo già visto. Ma se non vi va di visitare una cantina, potete semplicemente ordinarlo nei numerosi bar e ristoranti della città, che spesso lo includono nel menù. Lasciatevi consigliare dal cameriere per scegliere lo sherry che meglio si abbina al vostro piatto. Un consiglio personale: invece del dessert, provate uno sherry cream, non ve ne pentirete.

Se invece preferite un ristorante più tranquillo, vi consiglio il Bar Juanito, situato nel cuore del centro, in una pittoresca via pedonale. Qui potrete gustare piatti tipici della cucina jerezana, come la berza, una ricca zuppa di ceci e carne, e vari piatti a base di interiora. A noi è piaciuto talmente tanto che ci siamo tornati due volte di fila.

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