Oasi Zegna, cosa vedere e fare nel cuore delle Alpi Biellesi

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  • Categoria dell'articolo:Biella
  • Ultima modifica dell'articolo:22 Giugno 2024
  • Tempo di lettura:25 minuti di lettura
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Situata nel cuore delle Alpi Biellesi, l’Oasi Zegna è una riserva naturale incontaminata che si estende per circa 100 chilometri quadrati, nata dalla lungimiranza di Ermenegildo Zegna, e che offre ai visitatori un’ampia varietà di paesaggi, attività e cose da vedere.

Dalle suggestive faggete ai panorami mozzafiato sulle montagne, dai laghi cristallini ai sentieri di trekking, l’Oasi Zegna è il paradiso degli amanti della natura. Qui è possibile ammirare una flora e una fauna ricche e diversificate, con la possibilità di avvistare anche specie rare e protette.

Oltre alla bellezza naturale, l’Oasi Zegna offre anche diverse attrazioni culturali e artistiche. Tra queste, il Centro Zegna di Trivero, un museo dedicato alla storia e all’attività del Lanificio Zegna, e la Casa Museo Zegna, dimora storica della famiglia Zegna.

L’Oasi Zegna è un luogo perfetto per una gita fuori porta o per una vacanza in montagna. Con i suoi sentieri ben segnalati, le aree picnic attrezzate e i rifugi, l’Oasi Zegna è una destinazione ideale per famiglie, coppie e gruppi di amici.

Dove si trova e come arrivare

L’Oasi Zegna si trova in Piemonte, in provincia di Biella. Dista circa 30 km da Biella stessa, 115 km da MIlano e 95 km da Torino.

Trattandosi di un’area molto estesa, con attrazioni sparse su tutto il territorio, il modo migliore per raggiungerla ed esplorarla è l’automobile. Da Milano e Torino, prendete l’autostrada A4 (Torino-Trieste) fino a Carisio. Uscite, e seguite la strada provinciale SP-232 fino a quello che è considerato l’ingresso dell’Oasi, ovvero l’ufficio del turismo di Trivero, che si trova in Via Guglielmo Marconi 30.

Da qui, proseguite sempre sulla SP-232, che prende il nome di “Panoramica Zegna”. Tutte le cose da vedere, gli imbocchi dei sentieri di trekking ed i punti panoramici si trovano lungo questa strada, che è lunga circa 25 km ed arriva fino a Rosazza.

Cos’è l’Oasi Zegna

L’Oasi Zegna è un’area protetta di 100 chilometri quadrati, 1420 ettari di boschi e 170 di pascoli, un esempio di sviluppo sostenibile e di valorizzazione del territorio.. Nata nel 1993, prende il nome da Ermenegildo Zegna, magnate della moda e profondo amante della sua terra d’origine. Dal 2014, L’Oasi gode del patrocinio del FAI.

L’amore di Ermenegildo Zegna per la natura affonda le sue radici negli anni ’30, quando con grande lungimiranza per l’epoca avviò un progetto di riforestazione e valorizzazione del paesaggio attorno al Lanificio Zegna, fondato nel 1910. La sua visione era quella di creare un ecosistema virtuoso che potesse beneficiare la comunità locale e l’ambiente circostante.

L’Oasi Zegna ospita una ricca biodiversità, con boschi di faggi, abeti e larici, pascoli montani e laghi cristallini. Tra la fauna selvatica presente, si possono avvistare cervi, caprioli, stambecchi e una varietà di uccelli.

L’offerta culturale non è da meno: potrete visitare antichi monasteri, e musei dedicatti alla figura di Ermenegildo Zegna e alla sua attività. Infine, moltissimi sono i ristoranti e le bancarelle dove degustare e acquistare gli squisiti prodotti tipici del biellese, in particolare salumi, formaggi e miele.

Dove alloggiare

Per visitare l’Oasi Zegna in più giorni, potete scegliere di dormire a Biella, più grande e con una maggiore offerta turisica, oppure a Bielmonte, nel cuore del parco, per un’esperienza in pieno contatto con la natura.

Biella è molto comoda, perché da lì potrete esplorare anche altre stupende attrazioni della zona, come il Ricetto di Candelo, in Santuario di Oropa, oppure il Castello di Masino.

Quando andare

In generale, la zona di Biella ha un clima continentale, con inverni freddi e nevosi, ed estati miti ma non troppo calde. La primavera e l’autunno sono le stagioni più instabili e piovose, ma anche in estate possono verificarsi fenomeni temporaleschi, specialmente nel pomeriggio.

L’Oasi Zegna un’ampia gamma di attività per tutto l’anno. In inverno, è possibile sciare e fare ciaspolate; nella bella stagione, si possono percorrere i suoi 28 sentieri di trekking, andare a cavallo, in mountain bike o semplicemente passeggiare nella natura.

Le aree naturali sono molto diversificate. Per esempio, la Conca dei Rododendri andrebbe visitata tra magio e giugno, quando le piante sono in piena fioritura.

Se siete amanti del foliage, e magari volete approfittare per raccogliere qualche deliziosa castagna, allora dovrete scegliere la seconda metà di ottobre. In questo caso, controllate le condizioni climatiche, perché il foliage dipende in gran parte dalle temperature e dall’escursione termica, quindi non avviene sempre nello stesso periodo.

È quindi difficile dire quando andare all’Oasi Zegna, perché dipende da quello che preferite fare. Diciamo che, a meno che non siata appassionati sciatori, il periodo migliore va da maggio a ottobre, quando le giornate sono più lunghe, e le temperature piacevoli.

Quanto tempo dedicare

L’Oasi Zegna si presta ad essere esplorata in diversi modi. Se abitate nei paraggi, per esempio a Milano o Torino, potete anche pensare di fare diverse gite in giornata, maari in diversi periodi dell’anno, in modo da visitare ogni attrazione nel momento più opportuno.

Se state pensando invece a una vacanza in montagna, allora io vi consglio un soggiorno di 2-3 notti, così da avere il tempo di percorrere qualche sentiero di trekking ed immergervi in questo paesaggio da favola.

Informazioni pratiche

L’ufficio turistico si trova a Trivero, presso il Centro Zegna, ed è parto dalle 09.00 alle 12.00 dal martedì alla domenica.

Il parco è aperto 24 ore su 24, e l’ingresso è gratuito. All’interno dell’Oasi si trovano diversi ristoranu, alberghe e rifugi, oltre a un’area attrezzata per camper e roulotte, che si trova al Piazzale 2 di Bielmonte. Ci sono anche diverse colonnine di ricarica (a pagamento) per bici e auto elettriche.

Prima di partire, vi consiglio di visitare il sito ufficiale, che è fatto veramente benissimo. Vi troverete informazioni su eventi, attività guidate, condizioni climatiche, alloggi e ristoranti. Potrete inoltre scaricare la mappa dei sentieri di trekking e nordic Walking.

Cosa vedere e fare all’Oasi Zegna

Strada panoramica Zegna

Il cuore dell’Oasi Zegna è la strada panoramica, lungo la quale si trovano tutte le cose da vedere nel parco. La sua costruzione iniziò nel 1938 sotto l’egida di Ermenegildo Zegna, ma si concluse solamente nel 1953, poiché i lavori si fermarono durante la Seconda Guerra Mondiale.

La strada è lunga circa 26 km, e collega Trivero a Bocchetto Sessera attraversando le tre fasce del parco, passando da 800 metria 1500 metri di altitudine.

  • La via dei rododendri, caratterizzata da boschi di faggi e conifere, tra cui spicca la Conca dei Rododendri, della quale parleremo più avanti
  • La via delle bocchette, la parte mediana della Panoramica Zegna, con al centro Bielmonte, località turistica e sciistica. Qui si aprono le “bocchette”, passaggi utilizzati dagli alpigiani per la transumanza. Da non perdere la passeggiata al Santuario di San Bernardo e la vista sul Monte Rosa da Bocchetta Margosio, a più di 1300 metri di altezza. Altri interessanti punti panoramici sono la Bocchetta Luvera, che deve il suo nome alla presenza del lupo, e naturalmento Bocchetto Sessera.
  • La via della sienite, nella parte più bassa della Panoramica Zegna, offre un paesaggio alpino modellato dal torrente Cervo. Prende il nome dalla sienite, una roccia magmatica che gli artigiani locali sfruttano per le proprie creazioni. Quest’area, la Valsessera, è ricca di boschi e alpeggi, ma è anche interessante dal punto di vista geologico per la presenza della “Linea Insubrica”, una faglia che attraversa da ovest a est tutte le Alpi.

Trivero

Trivero è il punto da cui partire per esplorare l’Oasi Zegna, ma offre essa stessa alcune interessanti attrazioni culturali.

  • Il Centro Zegna nacque negli anni ’30 come centro di aggregazione per i dipendendti del lanificio, che si trovavano qui dopo il lavoro. Era dotato di un cinema, una sala da ballo, un ristorante e diversi negozi e servizi. Più tardi sorsero anche la piscina e coperta e la pelestra, oltre a un centro assistenziale per la maternità.
  • Il Lanificio Ermenegildo Zegna, fondato nel 1910, è visitabile solo su prenotazione in occasione delle Giornnate del FAI. Tuttora in attivtà, rappresenta un’eccellenza del made in Italy nel mondo, ed utilizza solo materie prime di otima qualità, come la lana merino, il kid mohair, il cashmere e la Vicuña.
  • La Fondazione Zegna, o Casa Zegna, ospita l’archivio storico, e una mostra dedicata all’azienda, con una notevole collezione di campionari e foto, che attraversano i 110 anni di storia del gruppo. Sono inoltre previsti diversi lavoratori didattici per i bambini da 6 a 13 anni. Il museo è aperto solo nelle domeniche tra fine maggio e inizio novembre, dalle 11.00 alle 17.00. L’ingresso costa 7,00€ intero e 5,00€ ridotto.
  • Il primo negozio Zegna ha sede in via Marconi 44. Aperto negli anni ’30, fu uno dei primi “spacci aziendali”, dato che all’epoca l’azienda vendeva solo ai grossisti. Entrare in questo negozio è come fare un tuffo nel passato, grazie alle tante foto storiche e all’arredo originale dell’epoca.

Conca dei Rododendri

La prima attrazione dell’Oasi Zegna che incontrerete è la Conca dei Rododendri, ad appena 5 km da Trivero.

Anch’essa nata per volontà di Ermenegildo Zegna, ospita oltre 500.000 esemplari di camelie, rododendri, ortensie e azale, piantate in una specie di anfiteatro che dalla strada scende giù nella vallata. L’artefice fu l’architetto paesaggista Pietro Porcinai, ma l’attuale fisionomia si deve a Paolo Pejrone, che di recente ha ristrutturato l’area.

La disposizione delle piate non è affatto casuale, bensì frutto di un attento studio che prene in considerazione le dimensioni e il colore dei fiori. Il risoltato è straordinario: nel periodo della fioritura, tra maggio e giugno, la conca si trasformi nella tavolozza di un pittore, un autentico arcobaleno, con sfumature che vanno dal bianco candido al rosa intenso, dal rosso porpora al giallo soleggiat

All’interno della Conca si trova l’installazione “Two Way Mirror / Hedge Arabesque” di Dan Graham, una struttura in acciaio e vetro facente parte del progetto artistico “all’aperto”, promosso dalla Fondazione Zegna.

Sentiero di Fra Dolcino

Il sentiero di Fra Dolcino, indicato con il numero 5, è un percorso di circa 6 km con dislivello moderato (350mt), che va da Stavello alla Bocchetta di Luvera.

Fra Dolcino era un predicatore che visse nella seconda metà del 1200. Voleva portare avanti un progetto di riforma del cristianesimo, che la Chiesa bollò come eretico. Perseguitato, si nascose proprio fra quete montagne, ma fu catturato e arso sul rogo nel 1307, insieme alla sua compagna Margherita. La sua figura è ricordata da Dante nella Divina Commedia e da Umberto Eco, ne Il Nome della Rosa.

Il percorso si snoda all’ombra del Monte Rubello fra faggi, abeti e betulle. Lungo il sentiero sono presenti alcuni pannelli informativi che raccontano la storia di Fra Dolcino e dei suoi seguaci, gli “Spirituali”.

Oltrepassata la Casa Scout di Stavello, il panorama si apre sull’Alta Valsessera e sull’arco alpino, con grande protagonista il Monte Rosa. Da qui si prosegue fino alla Bocchetta di Margosio, che si affaccia sulla strada panoramica. Qui è possibile rifocillarsi al chiosco Agrichiosco Alpe Margosio, che propone prodotti tipici del territorio tra cui la miaccia, una specie di crêpe farcita.

Giunti a questo punto, potrete decidere se proseguire fino alla Bocchetta Luvera, oppure imboccare il Sentiero di San Bernardo.

Cammino e Santuario di San Bernardo

Dalla Bocchetta di Margosio, prendete il sentiero numero 7, il più semplice dei sentieri che conducono al Santuario di San Bernardo. Da qui infatti, il percorso dura circa mezz’ora, con un dislivello abbastanza dolce di circa 150 metri.

Si cammina sempre a sud del Monte Rubello, proprio sulla vetta del crinale, tra fiori di campo e massi granitici, e il Monte Rosa sempre davanti agli occhi. Il sentiero è costellato di cappelle votive e croci, che testimoniano la devozione popolare verso San Bernardo, patrono degli alpinisti e dei viaggiatori.

Il Santuario , arroccato in cima a un’altura, fu edificato nel quattordicesimo secolo per celebarre la vittoria su Fra Dolcino. Secondo la leggenda, la sua costruzione richiese appena 50 ore, utilizzando i resti delle fortificazioni dolciniane. L’antico oratorio assunse le forme attuali nel 1948, quando fu ampliato per iniziativa di Ermenegildo Zegna.

I prati attorno al Santuario sono perfetti per un pranzo al sacco, e ci sono anche i servizi igienici.

Sentiero e Santuario della Brughiera

Il sentiero della Brughiera è un percorso escursionistico ad anello di circa 7,5 chilometri (accorciabili a 2,5) segnalato con il numero 6. È particolarmente suggestivo in autunno, quando le foglie dei castagni e dei faggi si tingono di giallo, e il sentiero di terra battuta si trasforma in un tappeto di figlie e castagne, mentre i funghi si nascondono tra le radici degli alberi e dietro i sassi. Lungo il percorso passerete inoltre accando a un allevamento di simpatici alpaca.

Il Santuario Nostra Signora della Brughiera, si compone di due chiese:

  • La Chiesa Antica, nacque nel ‘500 dopo la miracolosa guarigione di una pastorella sordomuta. Al suo interno è custodita una statua lignea della Vergine. Nell’800 fu aggiunta una Via Crucis con 14 cappelle affrescate, della quale la chiesa rappresenta il punto di arrivo.
  • La Chiesa Grande, del diciassettesimo secolo, testimonia la grande devozione alla Madonna della Brughiera, ed è considerata una delle massime espressioni del barocco biellese. Al suo interno si trovano alcuni affreschi di Pietro Lace di Andorno, e un’ancona (cornice lignea) che racchiude una tela raffigurante l’adorazione dei pastori. Le pareti sono decorate con forme geometriche che ricordano vagamente gli azulejos spagnoli

Nel prato davanti al santuario, l’antica Fontana della Brughiera eroga acqua leggera e digeribile proveniente dalle sorgenti del “burnel”. Nei pressi del santuario sono inoltre presenti alloggi e ristoranti.

Bielmonte

Ad un’altitudine di 1500 metri, Bielmonte è considerata il cuore dell’Oasi Zegna. Nata come località di accoglienza turistica negli anni ’50, gode di una soleggiata esposizione a sud ed è in posizione panoramica, con vedute mozzafiato sulla Pianura Padana.

Oggi è una rinomata stazione sciistica, con 18 km di piste da discesa e 20 km da fondo, oltre a una pista da pattinaggio sul ghiaccio e sentieri da percorre con le ciaspole.

In estate, Bielmonte offre sentieri di trekking e mountain bike, oltre ad un centro equestre (nei pressi del Piazzale 2) che propone passeggiate a cavallo e corsi di equitazione.

Oasi Zegna cosa vedere, panorama da Bielmonte

Bosco del Sorriso

A breve distanza da Bielmonte, il Bosco del sorriso è un luogo unico e magico, dove ritrovare l’energia e l’armonia a contatto con la natura.

Il sentiero, segnalato con il numero 16, parte dalla Locanda Bocchetto Sessera, è lungo 4,8 km ed ha un dislivello minimo di appena 50 metri, il che lo rende adatto a tutti, anche alle famiglie con bambini.

Il percorso è stato progettato secondo il metodo Bioenergetic Landscape, studiato dall’ecodesigner Marco Nieri. Secondo questo studio, le piante emettono delle onde elettomagnetiche, in grado di influenzare positivamente lo stato d’animo del corpo umano, riducendo ansia e stress. Passeggiare nella natura e sostare presso specifiche piante, magari abbracciandole, migliorerebbe quindi l’equilibrio fisico e mentale.

Lungo il percorso di incontrano 16 tappe con pannelli informativi che aiutano a riconoscere le piante e ne spiegano i benefici. Per i bambini, sono state installate tre aree di sosta con grandi libri in profumato legno di cedro sui quali leggere le Favole del Bosco.

Cosa vedere nelle vicinanze

Ricetto di Candelo

Ad appena 30 km dal Castello di Masino, abbarbicato sulle colline biellesi, si trova il Ricetto di Candelo, un autentico gioiello medievale perfettamente conservato.

Si tratta di un antico magazzino fortificato, eretto nel tredicesimo secolo per stoccare e proteggere vino, granaglie e tutte le preziose produzioni agricole. Interamente costruito con materiali locali, si compone di 200 edifici di due piani, comunemente detti “cellule”, separati da stradine in ciottoli e circondati da spesse mura e torrette.

Passeggiando tra le sue “rue”, potrete assaporare un’atmosfera autenticamnete medievale, soprattutto durante i numerosi eventi che animano in Ricetto durante l’anno, come il festival dei fiori e il villaggio di Babbo Natale. Molto spesso, inoltre, i produttori locali espongono le loro prelibatezze tra le vie del borgo. Approfittatene per degustare e acquistare ottimi formaggi, salumi, mieli e grappe.

Per comprendere meglio l’importanza storica del Ricetto, vi consiglio di partecipare a una visita guidata.

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Antonella

    I sentieri menzionati hanno strapiombi o sono delimitati da alberi o alti arbusti, perché io soffro di vertigini.Grazie

    1. Valeria

      Ciao Antonella

      la conca dei rododendri non ha nessuno strapiombo.

      per il sentiero di Fra Dolcino / San Bernardo, il massimo è quello che vedi nelle mie foto. per esempio quando ti trovi alla Casa Scout di Stavello, non se se per te è accettabile o troppo.
      Per il resto del percorso sei sì in alto, ma non a strapiombo.

      prova a guardare anche questo video, magari ti può aiutare a farti un’idea.
      https://www.youtube.com/watch?v=P7kqqmr2HWI&feature=emb_rel_end

      il sentiero è sempre abbastanza ampio

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