Cosa vedere a Padova, weekend tra arte, storia e cultura

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  • Categoria dell'articolo:Veneto
  • Ultima modifica dell'articolo:30 Marzo 2024
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A pochi chilometri da Venezia, Padova è una vivace città universitaria con un fascino antico e un’anima giovane. Fondata oltre 3000 anni fa, vanta un patrimonio storico inestimabile, con ben due siti annoverati tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO: il capolavoro giottesco Cappella degli Scrovegni e l’Orto Botanico.

Passeggiando per le sue vie acciottolate, ci si imbatte in suggestive piazze brulicanti di vita e capolavori architettonici come la Basilica di Sant’Antonio, il Prato della Valle e Palazzo della Ragione. I musei della città custodiscono opere d’arte di inestimabile valore, mentre il quartiere ebraico, con le sue botteghe storiche, offre un’atmosfera unica e suggestiva.

Padova è una destinazione ideale per tutti: appassionati di arte e storia, amanti della movida e del buon cibo.

Dove si trova Padova e come arrivare

Padova si trova in Veneto, circa 40 km ad ovest di Venezia.

È facilmente raggiungibile in treno, con stazioni ferroviarie ben collegate alle principali città italiane con Frecciarossa e Italo. Il tragitto dura circa 1 ora e mezzo da Milano e 2 ore e mezzo da Roma.

In alternativa, si può arrivare in aereo all’aeroporto di Venezia Marco Polo, e poi prendere un autobus o un treno per Padova.

Se invece viaggiate in auto, potete arrivare a Padova con l’autostrada A4 Torino – Trieste, oppure la A13 Bologna – Padova. Poiché il centro storio è interessato dalla ZTL, vi consiglio di utilizzzare il parcheggio dell’hotel, oppure uno dei grandi parcheggi a pagamento ai margini del centro storico, per esempio l’Interparking Italia Padova Centro, che ha una tariffa giornaliera di 17,00€.

Come muoversi a Padova

Il centro storico di Padova è abbastanza compatto, e si può girare comodamente a piedi o in bicicletta.

La città dispone anche di una rete di autobus e tram abbastanza capillare, che copre tutto il centro e le zone limitrofe. Il biglietto singolo costa 1,70€, ed ha una validità di 90 minuti. Il giornaliero costa 4,70€, l’abbonamento di tre giorni 12,50€ e quello di cinque giorni 21,00€. Queste ultime due tipologie coprono anche il circondario, per esempio la città termale di Abano Terme.

Dove alloggiare

Le zone migliori dove alloggiare a Padova sono:

  • Centro storico: vicino a Piazza delle Erbe e alla Basilica di Sant’Antonio, comodo per visitare le principali attrazioni.
  • Prato della Valle: una zona tranquilla e verdeggiante, a pochi passi dal centro storico.
  • Stazione ferroviaria: ideale per chi arriva in treno e vuole avere un facile accesso ai mezzi pubblici.

Da evitare le zone periferiche, poco servite dai mezzi pubblici e non particolarmente interessanti dal punto di vista turistico.

Quanto tempo dedicare

Per visitare Padova vi saranno sufficienti 2-3 giorni, quindi il classico soggiorno di un weekend.

Se avete a disposizione più tempo, potete aggiungere anche un soggiorno a Venezia, la splendida città lagunare che tutto il mondo ci invidia, oppure Verona, la città di Romeo e Giulietta. In questo caso, aggiungete 3 notti per Venezia e 2 notti per Verona.

Quando andare

Il clima di Padova è di tipo temperato-subcontinentale, mitigato dalla relativa vicinanza del mare.

  • Gli inverni sono freddi, ma non eccessivamente rigidi, con temperature che superano di poco lo zero termico. Per contro, trovandosi nella pianura padana, spesso si formano banchi di nebbia.
  • Le estati sono molto calde e umide, sia per la posizione pianeggiante sia per effetto del surriscaldamento globale, che negli ultimi anni ha fatto crescere le ondate di caldo.

Le precipitazioni sono diffuse un po’ su tutti i mesi, anche se le stagioni con il tempo più variabile sono la primavera e l’autunno. In estate, l’escursione termica può scatenare dei violenti temporali pomeridiani e serali.

A mio avviso, il periodo più indicato per visitare Padova sono le mezze stagioni, quindi maggio-giugno e settembre-ottobre, quando le giornate sono lunghe e tiepide, ma non eccessivamente calde. Se possibile, cercate di evitare le feste comandate e i ponti, periodi in cui Padova è letteralmente presa d’assalto da turisti e pellegrini da tutto il mondo.

Storia di Padova

Un primo villaggio lungo le sponde del Brenta nacque già nell’undicesimo secolo a.C., secondo la leggenda fondato dall’eroe troiano Antenore. L’insediamento strinse un’alleanza con Roma, diventando un municipuim romano nel 49 a.C., arricchendosi grazie alla produzione della lana e al commercio. Patavium diede inoltre i natali allo storico Tito Livio.

l Medioevo fu un periodo di alterne fortune per Padova. Invasioni di tribù barbare, la partecipazione alla Lega Lombarda contro il Barbarossa e le sanguinose lotte tra guelfi e ghibellini segnarono questo periodo turbolento. Nel 1318 la città passò sotto la signoria dei Carraresi, che portarono un’epoca di splendore economico e culturale, testimoniata dalla magnifica opera di Giotto nella Cappella degli Scrovegni.

La Repubblica di Venezia conquistò Padova nel 1405, inaugurando un periodo di stabilità e rinnovata crescita. La città divenne un fulcro commerciale e un centro universitario di fama internazionale, richiamando studiosi del calibro di Galileo Galilei.

Con la caduta di Venezia nel 1797, Padova passò sotto il Regno lombardo-veneto Asburgico, periodo segnato da un fervore culturale e politico che culminò con i moti risorgimentali e l’annessione, nel 1866, al Regno d’Italia.

Padova si distinse inoltre in entrambe le Guerre Mondiali. In particolare, numerosi studenti e insegnanti universitari parteciparono alla lotta partigiana, cui fece seguito la liberazione della città, il 28 aprile 1945. Per questo motivo, l’Università di Padova fui insignita della medaglia d’oro al Valor Militare.

Padova Urbs Picta Card

Il pass turistico di padova prende l’evocativo norme di “card della città dipinta”, e permette di visitare, ad un prezzo conveniente, gli 8 siti  dei “Cicli affrescati del XIV secolo” inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco:

  • Cappella degli Scrovegni (inclusi Museo Eremitani e Palazzo Zuckermann)
  • Palazzo della Ragione
  • Oratorio di San Michele
  • Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo agli Eremitani
  • Oratorio San Giorgio
  • Basilica del Santo
  • Cappella della Reggia Carrarese
  • Battistero della Cattedrale

Oltre a queste meraviglie artistiche, il pass include i trasporti pubblici, ed è acquistabile online, oppure presso la biglietteria del Museo Eremitani. La versione da 48 ore costa 28,00€, quella da 72 ore costa 35,00€-

Io vi consiglio di acquistarla online, in quanto la visita alla Cappella degli Scrovegni deve essere prenotata con largo anticipo.

Cosa vedere a Padova

Cappella degli Scrovegni

Il tesoro più prestigioso di Padova è la straordinaria Cappella degli Scrovegni, a giusto titolo inserita nel 2021 tra i patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

In origine annessa al palazzo signorile della famiglia Scrovegni, sorge sul sito dell’antica arena romana, all’epoca alle porte della città. Nel 1303, Enrico Scrovegni fece erigere la cappella di famiglia, probabilmente come suffragio per l’anima del padre Reginaldo, noto usuraio citato persino da Dante. Approfittando della presenza a Padova del noto artista toscano Giotto, lo Scrovegmi gli commissionò la decorazione della cappella.

Il risultato, frutto di un lavoro durato solo due anni, è un capolavoro assoluto che ha ridefinito i canoni dell’arte medievale.

Un cielo stellato dipinto di blu intenso avvolge le 38 scene del Vecchio e Nuovo Testamento, disposte a spirale lungo le pareti. Dall’espulsione di Gioacchino dal tempio al Giudizio Universale, dove lo Scrovegni offre la cappella in dono al Cristo risorto, ogni affresco è un capolavoro di realismo e innovazione. Le figure, plastiche e vibranti, assumono espressioni e gesti quotidiani, mentre la prospettiva, seppur agli inizi, dona profondità alle scene.

Un’opera rivoluzionaria che valse a Giotto il titolo di “primo pittore moderno“, aprendo la strada a nuove espressioni artistiche.

La cappella è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00, con orario prolinguato in estate. Per la fragilità degli affreschi, è accessibile solo su prenotazione, a gruppi di massimo 25 persone ogni 15 minuti, un po’ come il cenacolo Vinciano a Milano. La prenotazione, valida anche per i possessori della Padova Urbs Picta Card, è da effettuare con larghissimo anticipo, perché la richiesta è davvero altissima.

Il biglietto costa 12,00€ intero e 8,00€ ridotto, ed include anche la visita ai Musei Civici Eremitani, di cui parlo nel prossimo capitolo.

Musei Civici Eremitani

La Cappella degli Scoivegni fa parte del complesso dei Musei Civici, che ha sede nell’ex convento dei frati eremtani e include anche il Museo Archeologico e il Museo di Arte Medioevale e Moderna.

Il Museo Archeologico comprende reperti che spaziano dal Paleolitico all’epoca romana, passando per Etruschi e pre-Romani. Mosaici, stele funerarie, statuette in bronzo, medagliette e vasi in terracotta raccontano storie di epoche lontane. Di particolare interesse la sezione egizia, frutto dei ritrovamenti dell’esploratore Giovan Battista Belzoni.

Il Museo di Arte Medievale e Moderna ospita alcuni autentici capolavori. Tra questi, citiamo il Crocifisso di Giotto, alcune tele del Veronese, Cena in casa di Simone e La Crocifissione di Tintoretto, e Cristo nell’orto degli ulivi di Giambattista Tiepolo. Da non perdere la mostra multimediale su Giotto e la Cappella degli Scrovegni, un’introduzione immersiva alla visita della Cappella, che permette di conoscere meglio l’artista e il suo capolavoro.

I musei sono aperti tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.00. Gli unici giorni di chiusura sono il 1 gennaio, 1 maggio, 25 e 25 dicembre.

Basilica di Sant’Antonio

Una delle principali cose da vedere a Padova è la Basilica di Sant’Antonio, conosciuta anche come “il Santo”.

In questo sito, allora alle porte della città, sorgeva in origine una piccola chiesa dedicata a Santa Maria Mater Domini. Alla morte di Sant’Antonio, il massiccio afflusso di pellegrini rese necessaria la costruzione di una chiesa più grande.

I lavori iniziarono nel 1232, e si protrassero fino al 1310, seguiti poi da numerose opere di ristrutturazione. L’architettura della basilica è infatti una mescolanza di stili romanico, gotico e bizantino, come si evince dalla struttura esterna. La facciata, composta da cinque arcate e un loggiato, è decorata con storie della vita di Sant’Antonio, la cui statua campeggia in una nicchia sopra il portale maggiore.

L’altare maggiore e le statue bronzee che lo adornano furono ideati da Donatello, anche se l’opera fu smembrata e poi rimontata successivamente, quindi non corrisponde più all’originale. Dietro l’altare, la suggestiva Deposizione in pietra, sempre di Donatello, lascia spazio al deambulatorio e alla Cappella delle Reliquie (o del Tesoro), che conserva i pezzi più preziosi della Basilica

Il cuore della Basilica è la Cappella dell’Arca, capolavoro del rinascimento italiano che ospita la tomba di Sant’Antionio. Le sue straordinarie decorazioni in bassorilievo e stucco narrano la vita e i miracoli del Santo.

Tra le cappelle laterali, merita menzione quella del Santissimo Sacramento, dove riposano le spoglie del condottiero Gattamelata, immortalato anche nella statua equestre in bronzo realizzata da Donatello nella piazza antistante la basilica.

La Basilica è visitabile al di fuori degli orari delle messe, che potete consultare qui.

Prato della Valle

A due passi dalla Basilica del Santo, sorge maestoso Prato della Valle, oasi verde e una delle piazze più grandi d’Italia e d’Europa.

Un tempo palude malsana e teatro di fiere, giostre e mercati, Prato della Valle rimase per secoli un terreno incolto. Fu solo nel 1775, sotto la dominazione della Serenissima, che il podestà Andrea Memmo decise di bonificare e riqualificare l’area, trasformandola in un magnifico spazio di aggregazione per i padovani.

La piazza si configura come un’ampia isola ellittica, l’Isola Memmia, circondata da un canale e da una doppia fila di statue: 78 figure di illustri personaggi che, come un Pantheon, celebrano la cultura e la storia della città. Tra queste troviamo Antenore, mitico fondatore di Padova, Tito Livio, Galileo Galilei, Ludovico Ariosto e tanti altri.

Ancora oggi ospita manifestazioni, mercati e concerti, trasformandosi in un palcoscenico a cielo aperto. I ragazzi la amano come punto di ritrovo, per studiare all’ombra dei platani secolari, pattinare o semplicemente godersi l’atmosfera unica di questa piazza incantevole.

Basilica di Santa Giustina

Affacciata sul Prato della Valle, la Basilica di Santa Giustina è il più antico e grande luogo di culto di Padova, e domina la piazza con la sua mole imponente.

Una prima chiesa, sorta in epoca imperiale in memoria di Santa Giustina, giovane cristiana martirizzata nel 304, venne danneggiata da un terremoto e demolita. Al suo posto, tra il 1532 e il 1579, si eresse la grandiosa basilica che ammiriamo oggi, affiancata da un monastero benedettino.

La facciata, avrebbe dovuto essere ricoperta di marmo bianco ma non fu mai terminata e si presenta spoglia, con il suo scheletro in cotto rosso a vista.

L’interno, a croce latina e a tre navate, custodisce monumenti ed opere d’arte di grande valore:

  • L’ancona di Mantegna, una tavola con rilievi in alabastro, sormontava l’Arca di San Luca, ma fu trafugata da Napoleone e si trova oggi alla Pinacoteca Brera di Milano.
  • Una lapide in marmo nero che commemora Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laurata nel mondo.
  • Una pala d’altare sul fondo del coro cinquecentesco, realizzata nel 1575 da Paolo Veronese, che raffigura il martirio di Santa Giustina.
  • Il coro ligneo cinquecentesco, con le sue 50 sedute finemente intarsiate, un capolavoro di arte e di artigianato.

Nel monastero è possibile visitare il Chiostro del Capitolo e il Chiostro Maggiore, decorato con incantevoli affreschi. Un tempo la sua biblioteca vantava una collezione di volumi inestimabile, purtroppo dispersa a causa delle spoliazioni napoleoniche.

È possibile visitare la Basilica al di fuori degli orari delle messe, che potrete consultare sul sito ufficiale.

cosa vedere a Padova, Basilica di Santa Giustina

Loggia e Odeo Cornaro

All’inizio del ‘500 il nobiluomo e mecenate padovano Alvise Cornaro creò quello che da molti è considerato un gioello rinascimentale, del quale tuttavia oggi non rimangono che due edifici, la loggia e l’odeo.

L’obiettivo era quello di ricreare un teatro all’antica, con la loggia che fungeva da scena fissa per gli spettacoli teatrali cui il Cornaro amava assistere. In stile tipicamente rinascimentale, si compone di cinque arcate, ed è riccamente decorata con stucchi e statue in stucco e affreschi a tema classico e allegorico, tra cui le quattro stagioni e gli dei antichi.

L’odeo fu realizzato successivamente, ed era lo spazio riservato alla musica e alla recitazione delle poesie. Di pianta ottagonale, presenta una fitta decorazioni di affreschi di paesaggi, statue di puttie e grottesche, ovvero con coloratissime figure di esseri mitologici e mostruosi, motivi floreali ed elaborati intrecci.

Poiché si tratta di un sito storico molto delicato, l’accesso è consentito solo a piccoli gruppi, e su prenotazione. Qui trovate tutte le informazioni sui costi, gli orari e le modalità di prenotazione.

Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta

Immergiamoci nel centro storico di Padova, dove Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta sono, sin dal Medioevo il fulcro del commercio cittadino.

Queste due piazze sono sempre sede dei mercati e palcoscenico delle principali feste popolari: qui si concludeva la corsa del Palio, si estraevano i numeri del lotto e, per un periodo, si egesuirono le condanne a morte. In Piazza della Frutta, il primo giovedì di maggio, sorgeva l’albero della cuccagna.

Questa splendida cornice di raffinati palazzi medievali ospita ancora oggi il mercato ortofrutticolo e i suggestivi mercatini di Natale, che si snodano tra le piazze e i porticati degli edifici comunali. La sera, gli ambulanti lasciano il posto a numerosi bar che allestiscono tavolini all’aperto per l’immancabile rito dell’aperitivo.

Questi sono i principali palazzi e monumenti storici che affacciano sulle due piazze:

  • Palazzo della Ragione, detto anche “Salone”, eretto in epoca comunale a partire dal 1218. La sua imponente sala interna, con il soffitto a forma di carena rovesciata, vanta 333 affreschi che raffigurano il ciclo astrologico, animali reali e mitologici, scene di vita quotidiana e immagini allegoriche del Diritto e della Giustizia. All’interno si trova la Pietra del Vituperio, usata per punire gli insolventi, a testimonianza dell’importante ruolo del Palazzo durante il Medioevo.
  • Palazzo delle Debite, un tempo adibito a prigione. La sua eccezionale facciata rinascimentale si distingue per la bicromia, in pietra calcarea e mattoni, ed è impreziosita da due file di eleganti finestre bifore a tutto sesto.
  • Palazzo Comunale, sede del municipio. Si tratta di un complesso di edifici collegati tra loro, tra cui Palazzo Moroni, la Torre degli Anziani, il Palazzo del Consiglio e l’ala Moretti-Scarpari. Risalenti al Medioevo, ciascun palazzo svolgeva una specifica funzione amministrativa.
  • Colonna del “Peronio”, una colonna romanica sormontata da un capitello con lo stemma della città di Padova.

Palazzo del Bo’

Il Palazzo del Bo’ fu la sede dell’Università di Padova dal 1493, ed è tuttora sede del rettorato, della facoltà di giurisprudenza, e del teatro anatomico.

Il prestigioso ateneo, che annovera tra i suoi studenti Galileo, Copernico, Papa Sisto IV e Ippolito Nievo, si trasferì in questo palazzo circa due secoli dopo la sua fondazione, occupando un antico albergo che aveva come insegna un bue (da cui il nome). Con l’aumento del numero degli studenti, l’università si ampliò acquisendo altri edifici circostanti.

Il complesso si articola attorno a due cortili: il Cortile Nuovo e il Cortile Antico, decorato da centinaia di stemmi lasciati dagli studenti dal ‘XVI’500 secolo ad oggi.

Le aule più significative dell’Università di Padova sono:

  • Il Teatro Anatomico, il più antico al mondo, inaugurato nel 1595 per volere del patologo Girolamo Fabrizi d’Aquapendente. Con una capienza di 300 posti a sedere, era utilizzato per l’apprendimento dell’anatomia umana attraverso il sezionamento dei cadaveri.
  • La Sala dei Quaranta, così chiamata per i ritratti che la decorano, custodisce la cattedra dalla quale Galileo tenne lezioni di matematica e fisica.
  • L’Aula Magna, sul cui soffitto l’artista Giulio Carlini dipinse le allegorie della Sapienza e delle facoltà insegnate nell’Ottocento: Teologia, Legge, Filosofia, Medicina e Matematica.

Piazza dei Signori

Mentre Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta brulicavano di mercanti e popolani, Piazza dei Signori era il “salotto buono” di Padova, dove nobili e ricchi borghesi passeggiavano tra palazzi eleganti. Simbolo del potere politico, era destinata alle più formali cerimonie ufficiali e di rappresentanza.

Sede della Signoria, era considerata il “salotto buono” di Padova, per il passeggio dei nobili e dei ricchi borghesi. Anche qui, tuttavia, si svolgevano alcune manifestazioni popolari, come la rappresentazione della caccia al toro il giovedì grasso e la “Corsa degli asini, delle putte e degli ebrei”, nel ‘500.

Su quest’elegante piazza lastricata si affacciano alcuni importanti edifici:

  • Chiesa di San Clemente, una chiesetta medievale restaurata nel ‘500 con un’elegante facciata rinascimentale in cotto.
  • Torre dell’Orologio, eretta nel 1532 su progetto di Giovanni Maria Falconetto. Si tratta di una torre in stile classico in pietra d’istria, sulla quale trova posto un complesso orologio astronomico che funziona ancora oggi con il sistema originale di leve e raccordi.
  • Palazzo Liviano, sede della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova.
  • Loggia del Consiglio (Gran Guardia), nella quale si riuniva il Maggior Consiglio Cittadino, composto da 300 membri.

Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta

Il Duomo di Padova, dedicato a Santa Maria Assunta, sorge maestoso sul sito di un’antica chiesa paleocristiana, edificata poco dopo l’editto di Costantino del 313 d.C. La costruzione dell’attuale cattedrale iniziò nel 1522, protraendosi per oltre due secoli e terminando solo nel 1754, lasciando tuttavia incompiuta la facciata, a causa della mancanza di fondi.

L’interno, a croce latina e suddiviso in tre navate, custodisce un tesoro di opere d’arte. Tra le più note, spiccano la Madonna col Bambino di Giusto de’ Menabuoi, il cenotafio di Francesco Petrarca, due tele di Giandomenico Tiepolo, l’Annunciazione di Jean Raoux e una Deposizione di Jacopo Montagnana. A queste si aggiungono preziose reliquie e paramenti liturgici.

Il battistero romanico, risalente al 1281, vanta un ciclo di affreschi straordinario, con circa un centinaio di scene che narrano la Genesi, l’Apocalisse e la vita di San Giovanni Battista.

La cattedrale è visitabile gratuitamente al di fuori degli orari delle messe, che potete consultare qui. Per visitare il battistero occorre invece munirsi di biglietto, che costa 12,00€ e vale anche per il Museo Diocesano.

cosa vedere a Padova, Cattedrale di Santa Maria Assunta

Ghetto di Padova

Nel Medioevo, ebrei provenienti da Roma, Spagna e Germania migrarono verso Padova e il Veneto. Attratti dai fiorenti commerci e dalle leggi tolleranti della Repubblica di Venezia, si dedicarono principalmente al prestito e al commercio di oggetti usati.

Nel 1603, la numerosa comunità ebraica venne relegata nell’area oggi conosciuta come ghetto di Padova. Situato a sud di Piazza delle Erbe, il ghetto si sviluppava attorno a Via San Martino e Solferino. Chiuso da quattro porte sorvegliate, era inaccessibile ai cristiani e l’ingresso era vietato dopo il tramonto. Solo nel 1797 le mura furono abbattute e gli ebrei poterono finalmente integrarsi nella città.

Costretti a vivere all’interno del ghetto, gli ebrei svilupparono un’architettura peculiare: le case-torri. Ancora oggi, passeggiando tra le calustrofobiche stradine, si possono ammirare queste abitazioni, che si svilupparono in altezza per sopperire alla mancanza di spazio. Al piano terra si trovavano botteghe, principalmente banchi dei pegni e macellerie kosher. Cuore pulsante del ghetto era la sinagoga, luogo di culto e centro della vita religiosa.

Orto Botanico

La prestigiosa Università di Padova vanta il primato di possedere il più antico orto botanico del mondo ancora nella sua collocazione originaria

Fondato nel 1545 per decreto della Serenissima Repubblica di Venezia, lo scopo iniziale era lo studio delle piante officinali e mediche, all’epoca ancora poco conosciute e identificate. Il suo valore storico e scientifico gli è valso l’inserimento nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel 1997.

Oggi, l’orto ospita oltre 6.000 esemplari di 3.500 specie diverse, provenienti da tutto il mondo. Le piante sono ordinate per ambiente: macchia mediterranea, giardino alpino, piante acquatiche, serra tropicale e collezione di succulente.

Tra i tesori dell’orto botanico si possono ammirare diversi alberi secolari: una robinia del 1662, un platano orientale del 1680, una magnolia del 1786, un cedro dell’Himalaya del 1828 e un ginkgo biloba del 1750.

Il biglietto d’ingresso costa 10,00€ intero e 8,00€ ridotto. Cliccate qui per gli orari aggiornati.

Cosa mangiare a Padova

Visitare Padova è anche un’occasione per provare la saporita cucina veneta, che sfrutta i prodotti del suo ricco territorio per creare ricette gustose e sostanziose.

  • Bigoli, degli spaghettoni di pasta fresca, conditi tradizionalmente con ragù di gallina, ma perfetti anche con altri sughi. Per assaggiarli, vi consiglio Bigoi, un pastificio da asporto che prepara bigoli con diversi condimenti e porzioni generose.
  • Gallina Padovana, una razza rustica dal ciuffo buffo, ottima per brodi, ragù, arrosti e brasati. Provatela cotta con vino rosso e servita con polenta.
  • Gran bollito misto, il piatto da recupero per eccellenza, composto da vari tagli di carne accompagnati da mostarda o salsa verse.
  • Baccalà alla padovana. Il baccalà è un caposaldo della cucina veneta, infatti lo si trova in numerose ricette: alla vicentina, mantecato, fritto o in umido. La versione padovana, detta anche alla capuccina, prevede una cottura in umido con acciughe, uvetta, pinoli, cannella e alloro, per un mix di sapori davvero sorprendente. Al ristorante Enoteca dei Tadi potrete provare diverse specialità al baccalà.
  • Folpetti, ovvero i moscardini lessati e serviti come antipasto con olio, sale e limone.
  • Risotto con i rovinassi, un piatto povero della tradizione contadina che sfrutta le interiora della gallina o dell’anatra.
  • Torta pazientina, un dolce a strati composto da una frolla alle mandorle e pan di spagna, con una farcitura allo zabaione e una decorazione di scaglie di cioccolato.
  • Caffè Pedrocchi, il famoso caffè alla menta della caffetteria più rinomata di Padova. Un’esperienza imperdibile, accompagnata dalla “Torta Pedrocchi”, a base di crema di menta, caffè e cioccolato.
  • Dolce del Santo, la torta dedicata a Sant’Antonio a base di sfoglia e pan di Spagna con un ripieno di marmellata scorze di arance, uvetta e mandorle tritate.

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