Una delle tante meraviglie che è possibile visitare a Milano è nientemeno che l’affresco più famoso al mondo, il Cenacolo Vinciano.
L’opera, che si trova nel refettorio della chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie, è la rappresentazione più conosciuta e copiata dell’Ultima Cena di Gesù, ma all’epoca fu molto innovativa, sia per la dinamicità dei soggetti sia per l’uso della prospettiva.
Il Cenacolo ha però anche una storia molto travagliata. Realizzato con un’ardita tecnica di pittura su intonaco secco, iniziò presto a degradarsi fino a diventare irriconoscibile, e come se non bastasse rischiò di andare distrutto nella Seconda Guerra Mondiale.
Fortunatamente, grazie a un lungo restauro durato oltre 20 anni possiamo ancora oggi ammirare questo straordinario capolavoro leonardesco, esperienza imperdibile per chi visita il capoluogo lombardo.
Indice
Dove si trova e come arrivare
Il Cenacolo Vinciano si trova nel centro di Milano, per la precisione nell’antico refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Il modo migliore per arrivarci è con i mezzi pubblici.
- in metro, alla fermata Conciliazione sulla M1 (rossa). Usciti dalla metro, prendete via Boccaccio, quindi via Fratelli Ruffini, per un tragitto di 5 minuti a piedi.
- in tram, con la linea 16 che ferma proprio in Corso Magenta davanti al piazzale della chiesa.
Come muoversi a Milano
Milano è dotata di una fitta rete di trasporti pubblici, che comprende metropolitana, tram e autobus e copre tutta la città in modo capillare. Non avrete quindi nessun problema a raggiungere tutte le attrazioni del capoluogo lombardo.
Il centro storico si gira inoltre tranquillamente a piedi, anzi è molto bello camminare perché Milano è ricca di edifici storici e angolini nascosti molto suggestivi.
Il sistema tariffario di ATM comprende Milano e tutto il circondario, con tariffe crescenti in base al numero di zone che volete attraversare. Poiché la maggior parte delle cose da vedere a Milano si trovano in centro, vi sarà sufficiente acquistare il biglietto per le zone Mi1 – Mi3.
Il biglietto singolo costa 2,20€ e dura 90 minuti, mentre il giornaliero costa 7,60€, ed è quindi molto conveniente. Sono inoltre disponibili carnet e altri tipi di abbonamento, consultate tutte le tariffe sul sito ufficiale.
Quando andare
Milano ha un clima di tipo continentale, con quattro stagioni ben distinte, che però negli ultimi anni sono cambiate parecchio.
- Gli inverni sono piuttosto rigidi, con temperature massime attorno ai 7-8 gradi e minime poco sotto lo zero. E' frequente la formazione della nebbia, anche se non più così fitta come qualche anno fa.
- La primavera e l'autunno sono tendenzialmente le stagioni più piovose, ma nelle giornate di sole le temperature sono piacevoli e perfette per passeggiare all'aperto.
- Le estati sono molto calde e umide, con un'afa a tratti insopportabile. Spesso, nel tardo pomeriggio e alla sera si formano dei temporali, che tuttavia hanno il pregio di portare via l'afa.
Il periodo migliore per visitare Milano sono le mezze stagioni, maggio-giugno e settembre-ottobre, quando potrete approfittare di lunghe ore di luce ma senza l'afa asfissiante di agosto o la nebbia invernale.
Dove alloggiare
Come tutte le grandi città, anche Milano ha quartieri migliori, e quartieri che i turisti farebbero bene ad evitare. La città non è più pericolosa di altre, ma è comunque sempre consigliabile adottare il buon senso.
Tra le zone più indicate per alloggiare ci sono quelle centrali, quindi Brera, Corso Como e Piazza Gae Aulenti, Quartiere Isola, il Quadrilatero della Moda, Città Studi, Porta Romana e i Navigli. Provate anche nel nuovissimo quartiere City Life, che sorge al posto della vecchia fiera. Vanno bene anche i più decentrati San Siro e Bicocca, che sono comunque ben collegati con il centro.
Meglio evitare invece le zone periferiche, quindi Niguarda, Quarto Oggiaro, Lorenteggio, Bande Nere, Lambrate e Forlanini. Da evitare anche la zona attorno alla Stazione Centrale.
Tenete presente che a Milano si svolgono diverse manifestazioni. Le più importanti sono la settimana della moda e il salone del mobile, che si svolgono rispettivamente a metà febbraio e metà aprile. In questo periodo, la città è letteralmente presa d'assalto, e gli alloggi sono più cari.
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Costi, orari e come prenotare
Il Cenacolo Vinciano è aperto dal martedì alla domenica dalle 08.15 alle 19.00, con ultimo ingresso alle 18.45. I giorni di chiusura sono il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio.
L’ingresso è consentito solo previa prenotazione su questo sito, anche per gli ingressi gratuiti. Le prenotazioni si aprono con cadenza trimestrale: per esempio, il 15 gennaio alle 12.00 (mezzogiorno) sono resi disponibili i biglietti per i tre mesi successivi, quindi febbraio, marzo e aprile. Inutile dire che i posti disponibili nei weekend e in occasione di ponti e festività spariscono in un attimo.
Il biglietto costa 15,00€ intero e 2,00€ ridotto, gratuito fino a 18 anni.
Ogni prima domenica del mese, l’ingresso è gratuito. La prenotazione rimane comunque obbligatoria. In questo caso specifico, non sarà possibile prenotare con mesi di anticipo, ma solo a partire dalle 12.00 del mercoledì precedente (cercate di accedere alla piattaforma a mezzogiorno esatto). Nei giorni di accesso gratuito non è possibile effettuare visite guidate.
Poiché il cenacolo è un’opera estremamente fragile, che deve essere mantenuta in condizioni microclimatiche particolari, l’accesso è consentito solo a gruppi di massimo 35 persone, e per la durata totale di 15 minuti.
Se non doveste riuscire a trovare un biglietto per la data desiderata, non disperate. Continuate a controllare il sito, in caso di cancellazione i biglietti vengono infatti rimessi in vendita. Oppure, prenotate una visita guidata al link qui sotto:
Una volta ottenuta l’ambita prenotazione, presentatevi alla biglietteria, che si trova a pochi passi dall’ingresso, circa 30 minuti prima dell’orario previsto per ritirare il biglietto. In caso di ritardo perderete il posto, quindi anche se mezz’ora può sembrare esagerato, è meglio essere prudenti.
Storia del Cenacolo Vinciano
Nel 1494, il duca di Milano Ludovico Sforza incaricò Leonardo da Vinci e Donato Montorfano di decorare il refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, chiesa a cui aveva già lavorato anche Donato Bramante.
Il Montorfano realizzò un affresco della crocifissione, terminando il lavoro già nel 1495. Leonardo, invece, si occupò della rappresentazione dell’Ultima Cena. Poco incline alla tecnica dell’affresco, che richiedeva una lavorazione rapida, il maestro toscano decise di procedere con una tecnica simile a quella della pittura su tela. Questo gli consentì di lavorare più lentamente, concentrandosi sui dettagli, come a lui piaceva fare. L’opera fu terminata nel 1498.
Il Cenacolo Vinciano, innovativo sia nella tecnica sia nella composizione, ebbe un successo immediato, tanto che iniziarono subito ad emergere numerose copie. E per fortuna, visto che la tecnica utilizzata da Leonardo si rilevò incompatibile con l’ambiente umido del refettorio, causando un rapido ed inarrestabile deterioramento dell’affresco.
Già a metà del ‘500 l’opera risultava ormai illeggibile, ed i maldestri tentativi di restauro che si susseguirono non fecero che aggravare la situazione. Anche le guerre contribuirono al degrado del Cenacolo: durante l’occupazione napoleonica, il refettorio fu usato come stalla, e nell’agosto del 1943 i bombardamenti alleati causarono i crollo del soffitto.
L’Ultima Cena si presentò quindi al dopoguerra in condizioni disperate. Nel 1977 prese il via un monumentale percorso di restauro, che terminò nel 1999 e coinvolse i migliori esperti storici, artisti e scienziati, al fine di restituire al mondo questo prezioso capolavoro.
Dal 1980, il Cenacolo e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie sono parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Visita del cenacolo
Avrete a disposizione solamente 15 minuti per ammirare di persona il Cenacolo Vinciano. Vi suggerisco, quindi, di documentarvi il più possibile in anticipo, in modo da avere già un’idea dei dettagli più importanti su cui soffermarvi.
Lungi da me millantare conoscenze artistiche che non ho, vi segnalo comunque alcune caratteristiche tecniche e stilistiche dell’affresco, giusto come linea guida.
In rottura con le precedenti rappresentazioni dell’Ultima Cena, Leonardo scelse di dare alla propria opera un aspetto plastico e dinamico, concentrandosi sulle espressioni dei volti, il movimento delle mani e il dettaglio della tavola.
La scena raffigura infatti la reazione degli apostoli all’annuncio di Cristo “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”, come dal Vangelo di Giovanni. Sui volti degli apostoli possiamo chiaramente leggere rabbia, dolore e incredulità, e solo Gesù sembra mantenere una calma rassegnata. Qualcuno si alza in piedi, altri parlano tra di loro cercando di capire chi sia il traditore. Filippo sembra chiedere a Gesù se sarà proprio lui il colpevole.
Gli apostoli sono rappresentati a gruppi di tre, in quest’ordine da sinistra a destra: Bartolomeo, Giacomo Minore, Andrea, Pietro, Giuda, Giovanni, Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo, Matteo, Giuda Taddeo, Simone Zelota.
I dettagli e le simbologie sono infiniti. Giuda, che sembra dare le spalle all’osservatore, stringe nella mano sinistra la famigerata sacca contenente i 30 denari, ed indietreggiando fa cadere la saliera, segno di malaugurio. Pietro brandisce il coltello con il quale di lì a poco taglierà l’orecchio al a Malco, servo del sommo sacerdote Caifa. Sulla tavola manca il calice dell’eucaristia, ma in compenso, guardando l’angolo a destra potrete vedere il caratteristico nodo vinciano, che tiene tesa la tovaglia.
Leonardo utilizzò inoltre la tecnica della prospettiva, con punto di fuga sulla fronte di Gesù. La tavola è leggermente inclinata, così da rendere l’idea della profondità. Il sapiente uso della luce, che richiama quella naturale del refettorio, fa sembrare che l’affresco sia una continuazione della stanza.
Crocifissione di Montorfano
Sulla parete opposta all’Ultima Cena, la Crocifissione di Donato Montorfano è probabilmente l’affresco più bistrattato della storia. Con soli 15 minuti a disposizione per ammirare il Cenacolo, infatti, la stragrande maggioranza dei visitatori non gli dedica più di uno sguardo distratto. Per quanto non regga il confronto con il capolavoro vinciano, cercate di dedicargli almeno 5 minuti.
L’opera raffigura la crocifissione nello stile tradizionale del quattrocento lombardo, senza particolare attrazione alla prospettiva. Il monumentale dipinto occupa tutta la parete, con tre croci altissime che svettano fin nelle tre lunette. Sullo sfondo c’è la città di Gerusalemme, mentre ai piedi del Calvario troviamo una pletora di personaggi, tra cui la Vergine, Maria Maddalena, San Giovanni e i soldati che si giocano ai dadi le vesti di Gesù.
Ai due angoli si trovavano i ritratti dei duchi di Milano Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, inginocchiati in adorazione. Pare che sia stato proprio Leonardo ad aggiungere questi due personaggi, le cui immagini sono ormai totalmente illeggibili a causa del degrado.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie e dell’annesso convento iniziò nel 1463 in stile rinascimentale lombardo, come si nota in particolare dalla facciata spiovente in cotto, detta “a capanna”.
La chiesa fu terminata nel 1482, ma già pochi anni dopo il duca di Milano Ludovico il Moro volle ristrutturarla, con l’intento di trasformarla nel mausoleo degli Sforza. Lo stimato architetto Donato Bramante si occupò di realizzare la zona absidale, così come la splendida tribuna, composta da un cubo nel quale si inserisce una volta semisferica. La simbologia richiama il cielo, quindi lo spirito, che scende sulla terra.
L’interno è a tre navate con volta a crociera, fiancheggiate da sette cappelle per lato. Le più importanti sono la Cappella della Vergine, dove è esposto il dipinto che dà il nome alla chiesa, e la Cappella della Santa Corona, nella quale si trovava l’Incoronazione di spine di Tiziano, oggi al Louvre. La decorazione della navata centrale è così fitta, che le mura e il soffitto sembrano ricamati.
Uscendo sul lato sinistro arriverete al Chiostro delle Rane. Da qui si può accedere alla Sacrestia del Bramante, visitabile solo con tour guidato ad offerta libera. Se ne avete la possibilità, vi consiglio di entrare, perché è davvero un gioiellino.
Alle pareti si trovano degli eccezionali armadietti in legno, dipinti con scene delle Scritture. Il soffitto raffigura un cielo stellato su sfondo blu, ed è decorato anche con una trama di nodi vinciani forse attribuibili a Leonardo. Il magnifico orologio seicentesco poteva essere retroilluminato con una candela, e segna ora, giorno, fase lunare e segno zodiacale.