I Navigli sono una delle zone più famose da vedere a Milano, recentemente rinnovati e trasformati nel cuore pulsante della vita notturna meneghina. Dopo una lunga giornata di lavoro, i milanesi amano infatti ritrovarsi sulla Darsena o lungo le alzaie del Naviglio Pavese e del Naviglio Grande, per prendere un aperitivo in compagnia e fare una passeggiata.
Ma questo quartiere non è certo dedicato solamente al divertimento, ha infatti anche molto da offrire ai visitatori. Qui troviamo alcune delle più interessanti chiese di Milano, rarissime vestigia romane, e possiamo andare alla scoperta dei canali navigabili che tanto hanno contribuito allo sviluppo economico della città.
Indice
Come arrivare
Il quartiere dei Navigli si estende a sud-ovest del centro di Milano. E’ molto semplice da raggiungere, sia a piedi sia con i mezzi.
- In metropolitana, prendete la M2 (verde) e scendete a Porta Genova. Entro ottobre 2024 dovrebbe inoltre essere completata la M4 (blu), che comprenderà anche due fermate nei pressi dei Navigli, Vetra e De Amicis.
- In tram ci sono diverse linee che attraversano il quartiere. Il tram numero 2 è quello più panoramico, perché costeggia il Naviglio Grande e attraversa tutto il centro di Milano passando dal Duomo, il quartiere di Brera e Parco Sempione. Ci sono poi le linee 9 e 10, che collegano le due stazioni di Garibaldi e Centrale passando rispettivamente ad ovest e ad est del centro.
Se vi trovate in centro, per esempio in Piazza Duomo, potete arrivare sui Navigli a piedi in circa 20 minuti passando da Via Torino. Questa è l’opzione che vi consiglio almeno per uno dei due tragitti, perché la zona è molto carina, piena di negozi di moda e locali particolari.
Quando andare
Milano ha un clima di tipo continentale, con quattro stagioni ben distinte, che però negli ultimi anni sono cambiate parecchio.
- Gli inverni sono piuttosto rigidi, con temperature massime attorno ai 7-8 gradi e minime poco sotto lo zero. E’ frequente la formazione della nebbia, anche se non più così fitta come qualche anno fa.
- La primavera e l’autunno sono tendenzialmente le stagioni più piovose, ma nelle giornate di sole le temperature sono piacevoli e perfette per passeggiare all’aperto.
- Le estati sono molto calde e umide, con un’afa a tratti insopportabile. Spesso, nel tardo pomeriggio e alla sera si formano dei temporali, che tuttavia hanno il pregio di portare via l’afa.
Il periodo migliore per visitare i Navigli di Milano e salire sulle terrazze sono le mezze stagioni, maggio-giugno e settembre-ottobre. Vi sconsiglio l’estate, perché camminare sull’alzaia sotto il sole cocente e con le tante zanzare non è una bella esperienza.
Dove alloggiare
Come tutte le grandi città, anche Milano ha quartieri migliori, e quartieri che i turisti farebbero bene ad evitare.
Tra le zone più indicate per alloggiare ci sono quelle centrali, quindi Brera, Corso Como e Piazza Gae Aulenti, Quartiere Isola, il Quadrilatero della Moda, Città Studi, Porta Romana e i Navigli. Provate anche nel nuovissimo quartiere City Life, che sorge al posto della vecchia fiera. Vanno bene anche i più decentrati San Siro e Bicocca, che sono comunque ben collegati con il centro.
Meglio evitare invece le zone periferiche, quindi Niguarda, Quarto Oggiaro, Lorenteggio, Bande Nere, Lambrate e Forlanini. Da evitare anche la zona attorno alla Stazione Centrale.
Tenete presente che a Milano si svolgono diverse manifestazioni. Le più importanti sono la settimana della moda e il salone del mobile, che si svolgono rispettivamente a metà febbraio e metà aprile. In questo periodo, la città è letteralmente presa d’assalto, e gli alloggi sono più cari.
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Quanto tempo dedicare
Per esplorare la zona dei navigli di Milano vi occorreranno un paio d’ore se non visitate nessun museo, mezza giornata se invece volete vedere qualche mostra al Mudec e fare la crociera in battello.
Vi consiglio di venire nel pomeriggio, così quando avrete finito potrete dedicarvi all’attività preferita dei milanesi, l’aperitivo.
Colonne e Basilica di San Lorenzo
Questa è tra le piazze più vivaci di Milano, nonché uno dei pochissimi posti del capoluogo lombardo dove è possibile ammirare delle vestigia romane. Anche se qui siamo ancora in zona centro, mi piace pensare alla Basilica e alle Colonne di San Lorenzo come alla “Porta dei Navigli”, perché si trovano all’imbocco di Corso di Porta Ticinese, la via che conduce alla Darsena.
Il maestoso colonnato che domina la piazza, composto da 16 colonne in marmo alte sette metri e mezzo, è in realtà un falso storico. Risale infatti più o meno al quarto secolo d.C., e fu realizzato per fare da contorno alla neonata Basilica. Per realizzarlo furono utilizzate parti di edifici preesistenti, infatti potete vedere che l’insieme non è del tutto omogeneo.
Al centro della piazza svetta una statua bronzea di Costantino, l’imperatore che proprio a Milano promulgò, nel 313 d.C., l’editto che garantiva libertà di culto ai cristiani.



La Basilica di San Lorenzo è una delle chiese più antiche di Milano. Risale al periodo imperiale, e si distingue per la sua pianta a “tetraconco”, ovvero con un nucleo centrale quadrato circondato da quattro absidi, altrettante torri e numerose cappelle. Per apprezzare al meglio questa particolare struttura, spostatevi nel parco retrostante, dal quale avrete una buona visuale.

Nonostante la quasi totale assenza di affreschi, l’interno risulta comunque molto ricco, grazie all’imponente colonnato ionico e alle decorazioni in marmo. La cappella più importante (a pagamento) è quella di Sant’Aquilino. Attraversato il portale romano, entrerete in un ambiente ottagonale, nelle cui nicchie sono ancora conservati alcuni splendidi affreschi e mosaici. Le reliquie del santo riposano in una teca sull’altare maggiore.






Basilica di Sant’Eustorgio
Oltrepassate la medievale Porta Ticinese e percorrete tutto l’omonimo corso, pieno di negozi stravaganti di abbigliamento vintage e artigianato, fino ad arrivare in Piazza Sant’Eustorgio, un altro angolino di Milano davvero suggestivo, con un bel parco e tanti ristoranti.

Qui sorge la Basilica di Sant’Eustorgio, la cui origine affonda nella leggenda. Si narra infatti che Sant’Eustorgio ricevette in dono dall’imperatore Costante I le reliquie dei Re Magi provenienti dalla Basilica di santa Sofia di Costantinopoli. L’enorme sarcofago che le conteneva arrivò a Milano su un carro trainato da buoi, i quali crollarono sfiniti alle porte della città, nei pressi di antiche catacombe paleocristiane. Il vescovo decise quindi di fare erigere una basilica proprio in questo punto, con lo scopo di custodire il prezioso tesoro.
Nel 1162, il Barbarossa trafugò le reliquie e le portò a Colonia, dove si trovano tuttora. Nel 1903, alcuni frammenti furono restituiti a Milano, e sono oggi custoditi in una piccola teca accanto al maestoso sarcofago, decorato con il simbolo della stella cometa.
L’aspetto attuale della basilica è frutto di diversi rimaneggiamenti. Il campanile è di epoca medievale, mentre la facciata fu restaurata in stile neoromanico nell’800. Sempre nel medioevo, i frati domenicani eliminarono la separazione tra le tre navate, così che oggi l’interno della chiesa è costituito da un unico spazio fiancheggiato da cappelle gentilizie.
Tra le principali opere d’arte della Basilica citiamo l’ancona della passione, un polittico in marmo finemente scolpito a bassorilievo, la Madonna con Bambino nella Cappella Brivio, un crocifisso ligneo attribuito al Maestro della Cappella Dotto, e la Cappella Portinari, a pagamento.




Darsena
In fondo a Corso di Porta Ticinese si apre la Darsena, l’antico porto commerciale di Milano.
In questa zona esisteva già in epoca medievale un piccolo bacino artificiale, il Laghetto di Sant’Eustorgio. Situato fuori dalle mura e alla confluenza del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese, consentiva il traffico di persone e merci per via fluviale. Qui arrivarono anche i blocchi di marmo di Candoglia provenienti dal Lago di Mergozzo ed utilizzate per la costruzione del Duomo.
Nel 1603, in pieno dominio spagnolo, il governatore Pedro Enriquez de Acevedo ordinò il rafforzamento delle mura medievali e l’espansione del laghetto, per potenziare il ruolo commerciale di Milano.
Dopo secoli di prosperità, nel ‘900 il ruolo commerciale della Darsena si andò affievolendo, a causa dello sviluppo di barche sempre più grandi e del trasporto su gomma. Per decenni l’area rimase trascurata, finché, grazie ai fondi per EXPO 2015, fu interamente rivisitata e portata a nuova vita.
Oggi è una delle zone più vivaci di Milano. Ad ogni ora del giorno vi troverete persone intente a passeggiare, fare jogging, fare acquisti presso il nuovo mercato coperto o gustare un aperitivo tra amici dopo una giornata in ufficio.



Come dice il nome, il Naviglio Pavese nacque per collegare Milano a Pavia e al Ticino, importantissimo snodo logistico per il commercio del sale.
Il progetto di Galeazzo Visconti non vide però mai la luce, a causa di difficoltà tecniche legate al dislivello del terreno. Per superarlo, gli ingegneri dell’epoca idearono un sistema di conche, ma nonostante questo riuscirono a completarne solo una parte, tra Pavia e Binasco. Nel 1457, Francesco Sforza (grazie anche all’aiuto di Leonardo) riuscì a completare il canale Naviglio Bereguardo, che faceva più o meno lo stesso percorso ma era tuttavia molto scomodo e stretto.
La costruzione del Naviglio Pavese fu ripresa dal governatore spagnolo, dall’imperatrice austriaca Maria Teresa ed infine da Napoleone, nessuno dei quali tuttavia lo vide mai completato. L’opera fu infatti terminata solamente nel 1819, con ingenti perdite economiche.
Nonostante questo, e l’ostilità di Pavia, il Naviglio Pavese portò un notevole impulso economico ad entrambe le città, consentendo una movimentazione di merci e persone impossibile con il vecchio Naviglio Bereguardo.
Oggi serve unicamente per l’irrigazione, oltre ad essere un’interessante meta turistica. Lungo le sue alzaie troverete diversi bar e ristoranti, in un’atmosfera più tranquilla rispetto al Naviglio Grande.

Spazio Alda Merini
A metà strada tra il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese si trova la casa-museo di Alda Merini, celebre poetessa milanese profondamente legata ai Navigli.
In realtà, la scrittrice abitava al 47 di Ripa di Porta Ticinese. Dato che questa casa è però una proprietà privata, la mostra a lei dedicata fu riallestita in un’ex tabaccheria in via Magolfa. Più che a un museo, pensate ad uno spazio artistico, una specie di caffè letterario aperto a tutti e soprattutto ai giovani scrittori. Qui si organizzano eventi culturali come stand-up comedy, letture, laboratori di scrittura e molto altro.
Al secondo piano potrete invece visitare la stanza di Alda Merini, piena di oggetti personali come la sua macchina da scrivere, i suoi vestiti e le immancabili sigarette.
Potete visitare l museo autonomamente, oppure partecipare a una visita guidata che vi condurrà nei luoghi più amati dalla scrittrice.

Lungo 40 km, il Naviglio Grande attinge acqua dal Ticino, nei pressi di Turbigo, ed arriva fino alla Darsena di Milano.
La sua origine è più antica rispetto a quella del Naviglio Pavese. la sua costruzione risale infatti al 1152, quando i Milanesi iniziarono a scavare il canale Ticinello al confine con il territorio di Pavia. Questo canale aveva sia la funzione di irrigazione sia difensiva, in quanto Pavia era alleata con il Barbarossa.
Nel 1386, quando iniziarono i lavori del Duomo di Milano, Gian Galeazzo Visconti fece ampliare il canale, per consentire l’arrivo dei materiali necessari alla costruzione della cattedrale, in particolare del marmo di Candoglia. Per realizzare l’opera fu adottato un sistema di chiuse e conche, una delle quali, la Conca di Viarenna, è ancora visibile oggi nei pressi di Piazza Sant’Eustorgio.
Il Naviglio Grande divenne così un canale navigabile, e grazie al transito di merci e persone contribuì enormemente allo sviluppo economico di Milano. Nella zona nacquero inoltre importanti associazioni sportive di nuovo e canottaggio.
Con il termine delle attività commerciali, il tratto milanese del Naviglio divenne principalmente un luogo di svago, con la nascita di bar, ristoranti e jazz club.

Lungo il Naviglio Grande troviamo alcuni edifici storici interessanti, tra cui la Chiesa Santa Maria delle Grazie (da non confondere con la sua omonima in Piazza Conciliazione), caratterizzata da una particolare facciata incompiuta. I due ponti più famosi sono il Ponte di Pietra, oggi dedicato alla poetessa Alda Merini, e il Pont de Fer, in ferro battuto
Sempre qui, ogni ultima domenica del mese si svolge il Mercatone dell’Antiquariato, dove troverete moltissimi oggetti rari e curiosi, ma anche pezzi di artigianato e opere d’arte.




Le case di ringhiera
Le case di ringhiera, dette anche cortili, sono una tipologia di abitazione molto diffusa nella zona di Milano. Si tratta di edifici di più appartamenti, che condividono lo stesso balcone e lo stesso cortile. Passeggiando lungo il Naviglio Grande potrete visitarne alcuni, in particolare due che sono davvero pittoreschi e suggestivi.
Il primo e più famoso è il Cortile degli Artisti. si trova subito l’inizio del Naviglio Grande, sul lato di destra sotto un dipinto religioso. Si tratta di una corte privata con curatissimi ballatoi decorati con piante e fiori e occupata da atelier d’arte e negozi di artigianato. L’atmosfera è molto tranquilla e sembra quasi di essere a Montmartre.
Il secondo che vi consiglio è poco oltre il lavatoio (del quale parlo qui sotto). Attraversatelo fino in fondo per arrivare a un negozio-museo di vecchie foto di Milano. Queste straordinarie immagini vi riporteranno indietro nel tempo ripercorrendo la storia recente della città, da quando Piazza del Duomo era occupata da case e botteghe fino a ricordi di imprese sportive e all’occupazione nazista. Molte foto sono anche in vendita.


Vicolo dei Lavandai
Proseguendo lungo l’alzaia destra del Naviglio Grande arriverete a uno dei luoghi più iconici di tutta Milano, l’antico lavatoio.
Si chiama così perché, in origine, era utilizzato dagli uomini appartenenti alla Confraternita ei Lavandai, un’associazione nata nel ‘700 che si occupava di lavare la biancheria delle famiglie benestanti. Un vero e proprio business, che passò in mano alle donne quando gli uomini dovettero partire per le due guerre mondiali.
Oggi il lavatoio ha una funzione puramente decorativa, ma indubbiamente offre uno degli scorci più suggestivi sul passato operaio di Milano.


Chiesa di San Cristoforo
A circa 1 km dall’area più turistica dei navigli troviamo la Chiesa di San Cristoforo, che ha la particolarità di nascere dalla fusione di due chiese affiancate.
La prima chiesa, in stile romanico, esisteva sicuramente almeno dal tredicesimo secolo, collocata sulla via che da Milano portava a Vigevano. In concomitanza con una serie di epidemie, Gian Galeazzo Visconti fece voto di costruire un’altra chiesa accanto alla prima, dedicandola proprio al protettore contro la peste. La chiesa funse da lazzaretto durante la peste raccontata da Manzoni ne “I Promessi Sposi”, nel quale compare, certamente non a caso, il personaggio di Fra Cristoforo.
La seconda chiesa nacque nel 1404, ma per oltre due secoli i due edifici rimasero separati. Fu solo nel 1625 che il muro centrale fu sostituito da una serie di archi, creando così un unico spazio.
Benché siano state realizzate negli stessi materiali, la differenza tra le due chiese è lampante. La più vecchia è più piccola, ed ha un bellissimo portale in cotto sormontato da un rosone. La Cappella Ducale, più alta, ha un portale molto semplice, affiancato da due monofore in stile gotico e sormontato dagli stemmi dei Visconti. Il campanile è ancora successivo, del ‘500.
All’interno della chiesa si trovano tre pregevoli statue in legno e alcuni affreschi della scuola di Bernardino Luini.
MUDEC
Lasciamo il canale e spostiamoci in Via Tortona, nelle ex acciaierie Ansaldo, dove dal 2015 ha sede il Mudec, il Museo delle Culture.
Questo museo si concentra sulla diversità e sulla multiculturalità. La collezione permanente comprende oltre 7000 pezzi di vario genere, dipinti, statue, indumenti, tessuti, oggetti di uso quotidiano, monete e molto altro, provenienti da tutto il mondo, in particolare da Cina, Giappone, Africa e America del Sud. Molti oggetti provengono dalle raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco, e dalla Biblioteca Ambrosiana.
Il Mudec è però famoso soprattutto per le eccezionali mostre temporanee, sempre innovative e di grande impatto. Trattano l’arte in tutte le sue sfaccettature, non occupandosi solamente di arte pittorica. In questi primi anni si sono infatti svolte mostre di fotografia, moda, musica e spettacolo. Andate sul sito ufficiale per scoprire cosa c’è di nuovo.
Fare un aperitivo
Milano è la capitale dell’aperitivo, un’istituzione alla quale i milanesi non sanno rinunciare. Nella frenesia della vita meneghina, l’aperitivo è l’occasione per rilassarsi scambiare due chiacchiere dopo il lavoro, tra colleghi o amici, senza l’impegno di una cena.
Questo rito si è evoluto nel tempo. Dal semplice drink si è passati a dei veri e propri buffet, spesso in formula all you can eat, con cocktail e menù sempre più elaborati. Dopo la pandemia i locali si sono un po’ ridimensionati, e adesso tendono a non allestire più il buffet, ma a portare un piccolo piatto di stuzzichini direttamente al tavolo. Solitamente, comunque, le cucine sono già aperte, quindi potrete comunque ordinare una pizza o un tagliere per accompagnare il vostro drink.
I Navigli sono una delle zone di Milano più gettonate per prendere l’aperitivo, insieme al quartiere Brera e a Corso Como. Lungo il Naviglio Grande troverete una fila unica di bar, alcuni più commerciali ed altri più ricercati. Tendenzialmente, quelli con le insegne più grosse e vistose sono anche quelli più turistici, distinguibili anche dalla figura del “buttadentro”.




Io vi consiglio di spostarvi un po’ e cercare qualche locale più defilato, per esempio Iter. In questo locale dal concept unico il menù e l’arredo cambiano ogni sei mesi, ispirandosi di volta a un Paese diverso. Altri bar molto rinomati sono La Prosciutteria, Manhattan e Mag Cafè, oppure il più commerciale Spritz Navigli.
Quale cocktail prendere? Con lo spritz andate sul sicuro, ma vanno forte anche l’hugo, il margarita e il daiquiri. Se però volete passare per veri milanesi, allora buttatevi sul negroni, o meglio ancora sullo sbagliato, che prevede lo spumante al posto del gin.