Cosa vedere a Monza, la città della Villa Reale

Al momento stai visualizzando Cosa vedere a Monza, la città della Villa Reale
  • Categoria dell'articolo:Lombardia
  • Ultima modifica dell'articolo:20 Giugno 2023
  • Tempo di lettura:204 minuti di lettura
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
Condividi:
3.5
(6)

Monza, capoluogo della provincia della Brianza, è famosa soprattutto per la sua ricchezza proveniente dall’industria, in particolare per la produzione di cappelli e mobili. Spesso è infatti spesso trascurata dai turisti, che preferiscono visitare la vicina Milano. Monza è però una graziosa cittadina ricca di storia e di cose da vedere, e vale la pena dedicarle una giornata.

Storica capitale del regno longobardo, Monza custodisce tesori di rara bellezza, come la Corona Ferrea, con la quale furono incoronati numerosi sovrani tra cui Napoleone, e la cappella di Teodolinda, decorata con straordinari affreschi. La sua Villa Reale fu residenza di re Umberto I, che sempre a Monza trovò la morte per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. Visitate la villa e poi passeggiate nell’immenso parco, nel quale si trova anche l’Autodromo Nazionale, sede del Gran Premio d’Italia di Formula 1.

Visitate i Musei Civici e le belle chiese di Monza, tra cui quella della Monaca di Monza di manzoniana memoria, e terminate il tour con i ponti sul fiume Lambro e il palazzo dell’Arengario, sede medievale del municipio.

Dove si trova

Monza è il capoluogo della provincia della Brianza, e si trova circa 15 km a nord di Milano.

La città è comodamente raggiungibile con in treno, da Milano Porta Garibaldi, Centrale, Como, Lecco e altre città del circondario. Partendo da Milano, il tragitto dura circa 20 minuti, e costa poco più di 5€ andata e ritorno. Non esiste invece ancora nessun collegamento con la metropolitana.

Potete arrivare a Monza anche in automobile, prendendo l’autostrada A4 Torino-Trieste ed uscendo a Cinisello Balsamo. Da lì, imboccate la statale SS36 del Lago di Como fino ad arrivare all’altezza del vialone che porta alla Villa Reale.

Come muoversi in città

Una volta arrivati a Monza, potrete muovervi tranquillamente a piedi, raggiungendo anche la Villa Reale con una breve camminata di 15/20 minuti. L’unica attrazione per la quale vi occorrerà l’autobus è l’autodromo, che si trova un po’ fuori città.

Se però preferite utilizzare i mezzi pubblici, sappiate che Monza è attraversata da una fitta rete di autobus, che potrete utilizzare per tutto il giorno con soli 5,90€, tariffa che tra l’altro include anche il viaggio da e per Milano.

Nel caso in cui arriviate nel capoluogo brianzolo in automobile, utilizzate uno dei tanti parcheggi a pagamento, per esempio quello della Villa Reale, quello dietro al Duomo oppure in Piazza Trento e Trieste. Le tariffe sono di circa 2€ l’ora, con un massimo giornaliero di 20-25€.

Quando andare

La zona di Milano e Monza ha un clima di tipo continentale, con quattro stagioni ben distinte, che però negli ultimi anni sono cambiate parecchio.

  • Gli inverni sono piuttosto rigidi, con temperature massime attorno ai 7-8 gradi e minime poco sotto lo zero. E’ frequente la formazione della nebbia, anche se non più così fitta come qualche anno fa.
  • La primavera e l’autunno sono tendenzialmente le stagioni più piovose, ma nelle giornate di sole le temperature sono piacevoli e perfette per passeggiare all’aperto.
  • Le estati sono molto calde e umide, con un’afa a tratti insopportabile. Spesso, nel tardo pomeriggio e alla sera si formano dei temporali, che tuttavia hanno il pregio di portare via l’afa.

Il periodo migliore per visitare Monza va da aprile a giugno e da settembre a ottobre, quando potrete approfittare di lunghe ore di luce ma senza l’afa asfissiante di agosto o la nebbia invernale, e godervi lo splendido parco della Villa Reale.

Dove alloggiare

Le attrazioni di Monza sono per lo più concentrate nel centro storico, che è quindi la zona migliore dove alloggiare.

Monza è una città abbastanza tranquilla e sicura. Tendenzialmente, cosa che vale un po’ per tutte le città di medi/grandi dimensioni, cercate di evitare le zone più periferiche.

Se pensate di visitare Monza per una gita fuori porta, potete anche alloggiare a Milano o a Como.

Storia di Monza

L’area di Monza era in origine abitata dalla tribù celtica degli Insubri, che si stabilirono qui dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento. Successivamente, i romani conquistarono il nord Italia, annettendolo alla Repubblica. Alla caduta dell’impero romano, Monza e tutta la Lombardia furono invase da varie popolazioni barbare, prima gli Ostrogoti di Teodorico, e nel 568 dai Longobardi di re Alboino.

Nel 589, re Autari sposò la principessa tedesca Teodolinda, che alla sua morte l’anno successivo sposò Agilulfo, Duca di Torino. La coppia si stabilì a Milano, ma fece di Monza la propria residenza estiva. Teodolinda vi fece costruire un palazzo, oggi distrutto, nonché l’oratorio destinato a diventare il Duomo di San Giovanni Battista.

Nel Rinascimento, la Lombardia passò dal ducato dei dai Visconti-Sforza all’occupazione spagnola. Nel 1651 i Durini, potente famiglia di mercanti e banchieri, ottennero il titolo di Conti di Monza. Sotto di loro la città prosperò sia dal punto economico che artistico, vedendo nascere le prima ville borghesi.

La città passò sotto il dominio asburgico, ed in questo periodo sorse la splendida Villa Reale. Napoleone conquistò il nord Italia nel 1796, fondando la Repubblica Cisalpina ed impossessandosi dei tesori del uomo e della biblioteca capitolare. Nel 1805, si fece incoronarne Re d’Italia proprio a Monza, utilizzando la storica Corona Ferrea.

Monza passò poi di nuovo sotto gli austriaci, per essere infine liberata ed annessa al Regno di Sardegna nel 1859. Il 29 luglio 1900, l’anarchico Gaetano Bresci assassinò il re d’Italia Umberto I nei pressi della Villa Reale.

Monza non fu direttamente coinvolta nelle due guerre mondiali, ma anche qui ci furono persecuzioni nei confronti degli ebrei, bombardamenti alleati e sollevazioni anti-fasciste. I nazisti occuparono la città la città nel 1943, e ci vollero due anni perché le forze alleate la liberassero, il 29 aprile 1945.

Cosa vedere a Monza

Villa Reale

Simbolo di Monza e prima cosa da vedere in città, la Villa Reale fu commissionata dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria come residenza estiva per il figlio, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Lorena. Della sua costruzione si occupò Giuseppe Piermarini, l’architetto della Scala di Milano.

Cosa vedere a Monza, Villa Reale

Nel periodo napoleonico vi si insediò il viceré Eugenio di Beauharnais, che fece aggiungere il teatrino di corte e ampliò il parco.

Dopo le guerre d’Indipendenza, la Villa divenne patrimonio dei Savoia. Vittorio Emanuele II la donò al figlio Umberto I, in occasione delle sue nozze con Margherita di Savoia. La coppia vi si trasferì immediatamente, apportando diversi ammodernamenti, tra cui l’acqua corrente. In seguito all’assassinio di Umberto I, Vittorio Emanuele III decise di lasciare la villa, e spostò tutti gli arredi al Quirinale.

La Villa Reale di Monza conta 700 stanze, e fu realizzata in stile neoclassico, come si nota dalla facciata, simmetrica e priva di fronzoli. Oggi è possibile visitare gli appartamenti reali, che spesso ospitano anche mostre temporanee.

Al piano nobile si trovano le sale di rappresentanza e gli appartamenti di Umberto I e della Regina Margherita. Gli arredi originali rimasti non sono molti, ma alcuni pezzi sono davvero eccezionali. Per esempio, tavolini da tè, un’enorme dispensa colma di porcellane, uno straordinario armadio a muro che occupa tutta la stanza, il letto di Umberto I e la sala da bagno, nella cui vasca fu posto il corpo del re dopo l’assassinio, in attesa dell’autopsia.

I maestri dell’Accademia di Brera realizzarono gli stucchi e le decorazioni delle sale. La più imponente è senza dubbio la sala da ballo, studiata per garantire una perfetta acustica ed un’eccezionale vista sui giardini. Le decorazioni alle pareti non sono bassorilievi, bensì affreschi dipinti con la tecnica del trompe-l’oeil.

Parco della Villa Reale

Il Parco della Villa Reale è tra i più importanti parchi europei, tre volte più grande di quello di Versailles.

Fu costruito tra il 1806 e il 1808 per volere del viceré napoleonico Eugenio di Beauharnais, come ampliamento dei già esistenti giardini. Per realizzare il parco, Beauharnais acquistò diversi lotti di terreni circostanti, inglobando cascine e mulini. Molte di queste strutture sono visibili ancora oggi.

Quando gli austriaci tornarono a Monza, decisero di aprire il parco al pubblico, una tradizione che continuò anche sotto i Savoia. Dopo l’assassinio di Umberto I, il parco fu abbandonato, e ceduto all’Opera Nazionale Combattenti nel 1919. Tre anni dopo, la SIAS (Società per l’Incremento dell’Automobilismo e Sport) acquistò una porzione di terreno e vi realizzò l’Autodromo di Monza.

Oggi è un luogo dove passeggiare senza meta tra i suoi vialetti sterrati e gli stagni popolati dai cigni, fare un picnic nelle sua ampie aree verdi, oppure lasciare che i più piccoli si divertano nelle numerose aree giochi. Qui si svolgono inoltre manifestazioni e concerti, soprattutto in estate.

Il parco ospita centinaia di specie arboree, tra cui querce, frassini, magnolie, ippocastani, platani, ciliegi e tigli. Tra gli animali citiamo invece scoiattoli, lepri e conigli, talpe e ricci, ma anche volpi e ghiri, oltre a numerose specie di volatili, pesci ed anfibi.

Da non perdere infine il roseto, che si trova di fronte alla villa. Creato nel 1964, ad oggi ospita circa 400 specie di rose, che danno il loro meglio nel mese di maggio. Alle sue spalle si trova il Serrone, la serra costruita da Ferdinando d’Asburgo-Este nel 1790 per ricoverare le piante più delicate nei mesi invernali.

Cappella Espiatoria

La Cappella espiatoria è il memoriale dell’assassinio di Umberto I. Voluto dalla regina Margherita, sorge lungo Viale Cesare Battisti, l’imponente strada che conduce alla Villa, nel punto esatto in cui l’anarchico Gaetano Bresci sparò al re.

La sua costruzione iniziò il 29 luglio 1901, primo anniversario del regicidio, e l’inaugurazione avvenne esattamente nove anni più tardi. Se cercate la tomba di Umberto I, però, vi avviso subito che non la troverete. Questo è solamente un memoriale, il re è infatti inumato nel Pantheon di Roma.

Il monumento si compone di una cripta, una cappella e una stele.

  • La cripta, a croce latina, è decorata con mosaici in stile bizantino che raffigurano il cielo stellato e gli stemmi di casa Savoia. Una pietra nera indica il punto esatto in cui avvenne il regicidio.
  • Sono sempre dei mosaici a decorare anche la cappella, impreziosita inoltre da pavimenti in marmo policromo.
  • Alla base della stele si trova una pietà bronzea, scolpita da Ludovico Pogliani. La grossa croce in alabastro algerino è traslucida, ed ogni 29 luglio viene illuminata dall’interno. In cima alla colonna troviamo un cuscino in bronzo, sul quale sono poggiati lo scettro e la corona dei Savoia.

Palazzo dell’Arengario

Spostiamoci nel centro di Monza, dove ci sono diverse cose da vedere. Cominciate passeggiando tra le sue vie ordinate, fiancheggiate da negozi di moda, ristoranti e pasticcerie. Percorrete Via Carlo Alberto fino a sbucare in Piazza Roma.

Nel centro della piazza svetta l’imponente Palazzo dell’Arengario, sede del municipio in epoca medievale. Nel 1250, la Chiesa vietò di svolgere le assemblee comunali sul sagrato del duomo, e così si rese necessaria la costruzione di un edificio dove tenere le sedute del tribunale e il Consiglio dei Maggiori, composto da ben 150 cittadini.

Cosa vedere a Monza, palazzo del'Arengario

Uno colonnato in pietra sostiene l’edificio in mattoni rossi in stile neoromanico, dotato di un porticato coperto sotto il quale si svolgeva il mercato. La loggia in pietra sulla facciata sud e la torre di 44 metri sono di epoca successiva, così come l’orologio a ruota.

Una scala a due rampe consentiva l’accesso alle sale interne, che erano inoltre collegate con la residenza del podestà, oggi scomparsa. Purtroppo, a causa dei numerosi interventi fatti nei secoli, oggi le sale interne hanno un aspetto molto diverso da quello originale.

Attualmente, il palazzo ospita mostre e rassegne culturali.

Duomo di Monza

Una prima chiesa cattolica fu fatta erigere dalla regina longobarda Teodolinda, che secondo la leggenda scelse questo sito dopo un sogno rivelatore. Si trattava di un oratorio dedicato a San Giovanni Battista e sorgeva accanto al palazzo reale, oggi scomparso. L’obiettivo di Teodolina era quello di diffondere il cattolicesimo tra il popolo longobardo, che era di fede ariana, infatti la regina ottenne anche il plauso di Papa Gregorio Magno, che le inviò numerosi doni.

Nel ‘300 si decise di ampliare la chiesa, e così il vescovo affidò la realizzazione del nuovo Duomo a Matteo da Campione, celebre costruttore che lavorò spesso con i Visconti.

L’architetto costruì per prima cosa le cappelle ai lati dell’abside, quella del santo Rosario e quella di Teodolinda, le cui decorazioni furono però completate solo nel ‘400 dalla famiglia Zavattari. Sempre a quest’epoca risalgono il presbiterio e il campanile di 80 metri, che è la torre più alta della città.

La facciata, in marmi bicromi, si ispira alle architetture toscane rinascimentali, e simboleggia la potenza della chiesa monzese. Si divide in cinque scomparti, sormontati da guglie e aperti da bifore, trifore e dal grande rosone di Matteo da Campione. I due medaglioni centrali contengono i busti di Teodolinda e del suo sposo Agilulfo.

L’interno, a croce latina e diviso in tre navate, è completamente decorato con affreschi barocchi, risalenti al ‘700. Il più bello è l’Albero della Vita, dipinto nel 1556 da Giuseppe Arcimboldi e Giuseppe Lomazzo.

Cappella di Teodolinda e Corona Ferrea

A sinistra dell’altare, la Cappella di Teodolinda custodisce un prezioso ciclo di affreschi, la Corona Ferrea e la tomba di Teodolinda.

Non è possibile visitarla liberamente, ma solo con visita guidata da prenotare per telefono.

Gli affreschi, commissionati alla famiglia Zavattari probabilmente dai Visconti, ricoprono interamente le pareti e il soffitto della cappella. Sono divisi in 45 scene disposte su 5 file, e seguono un percorso cronologico che parte dalle nozze di Teodolina e Autari fino alla morte della regina. La narrazione si sofferma sugli eventi più importanti, come le seconde nozze di Teodolina con Agilulfo e il sogno che portò alla costruzione dell’oratorio.

Benché le scene siano ambientate all’inizio del Medioevo, l’abbigliamento, le armi, le acconciature ed i banchetti rispecchiano la moda e le usanze della Milano Viscontea.

Gli Zavattari utilizzarono la tecnica della pittura a secco, aggiungendo decorazioni in rilievo e una profusione di foglia d’oro e d’argento. I colori che possiamo ammirare oggi, comunque sgargianti, non sono che un pallido ricordo di come la cappella doveva apparire in origine, prima che si ossidassero.

Dietro l’altare si trova il sarcofago che contiene le spoglie della regina Teodolinda.

In una teca dell’altare al centro della cappella si trova la Corona Ferrea. Inizialmente era composta da 8 piastre d’oro, delle quali oggi ne rimangono sei. Ogni placca è decorata con smalti, e gemme, tra cui zaffiri, ametiste e granati. Fu probabilmente realizzata tra il 445 e il 565, ed utilizzata per le incoronazioni dei re longobardi, degli imperatori del Sacro Romano Impero e per i Re d’Italia. E’ inoltre una preziosa reliquia della Chiesa Cattolica, in quanto si pensava contenesse un chiodo della sacra Croce (un altro è custodito nel Duomo di Milano). In realtà, del chiodo non c’è traccia nella corona attuale, ma il fatto che due piastre siano state rimosse fa pensare che si trovasse in una di esse.

Tra i sovrani incoronati con la Corona Ferrea ci furono Federico Barbarossa, Carlo V, e Napoleone, che se la pose da solo sul capo pronunciando la celebre frase “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca”. I Savoia non ebbero invece mai questo onore, anche se la corona accompagnò i cortei funebri di Vittorio Emanuele II ed Umberto I.

Museo del Duomo

Il Museo del Duomo, per il quale potrete acquistare un biglietto combinato con la cappella di Teodolinda, custodisce reperti che ci raccontano 1400 anni di storia della basilica e della città.

La prima sezione riguarda il Tesoro, ovvero una collezione di oggetti di culto che la Chiesa offrì alla basilica di Monza nel Medioevo. In particolare sono presenti i doni che Papa Gregorio Magno inviò a Teodolinda in segno di riconoscimento per il suo impego nella diffusione del cristianesimo, ed alcuni oggetti rinvenuti nella tomba della regina. Tra questi citiamo l’Evangelario e la Corona di Teodolinda, la Croce di Agilulfo, cammei romani, reliquiari provenienti dalla Terra Santa e la Tazza di Zaffiro, una coppa in vetro blu che si crede sia stata usata in occasione del fidanzamento con Agilulfo.

Nell’888, Berengario del Friuli divenne re d’Italia, ed in questa occasione donò a Monza alcuni rarissimi oggetti. I più importanti sono la Croce del Regno, in oro e pietre preziose, il Reliquiario del dente di san Giovanni, e i due codici liturgici Dittico di Stilicone e Dittico del Poeta e della Musa.

Oltre a questi tesori, nel museo potrete ammirare preziosi tessuti paleocristiani e medievali, oggetti appartenuti ai Visconti e agli Sforza, come il Calice di Gian Galeazzo Visconti, ed opere risalenti alla dominazione spagnola e napoleonica.

Musei Civici

I Musei Civici di Monza hanno sede nella “Casa degli Umiliati”, un ordine religioso medievale che a dispetto del nome era molto ricco e potente, tanto forte che San Carlo Borromeo ne ordinò lo scioglimento nel 1571.

La collezione, frutto di generose donazioni, comprende circa 140 opere divise in 13 sezioni, che spaziano dall’età del bronzo fino al ventesimo secolo. Qui potrete ammirare lapidi romane, dipinti di celebri pittori monzesi e lombardi, ceramiche, maioliche e un’interessante raccolta di stampe.

Chiesa di San Maurizio

La Chiesa di San Maurizio, ex chiesa di Santa Margherita, è famosa per essere il convento in cui il Manzoni ambientò le vicende di Gertrude, la Monaca di Monza.

Il monastero di Santa Margherita fu fondato dagli Umiliati nel ‘200, ed era un convento femminile. Nel 1785, a causa delle sue condizioni precarie il monastero fu chiuso e la chiesa sconsacrata. La Chiesa esiste ancora, mentre oggi al posto del convento troviamo un condominio, dal cui cancello è ancora possibile scorgere la ruota degli esposti, dove venivano lasciati i neonati indesiderati.

La Monaca di Monza non è un personaggio di fantasia, ma si ispira alle vicende di Marianna de Leyva, costretta dal padre a prendere i voti. Durante la clausura intraprese una relazione con Gian Paolo Osio, dal quale ebbe due figli. Scoperta la tresca, Osio fu condannato a morte, e la donna reclusa per i resto dei suoi giorni nel convento.

Cosa vedere a Monza, chiesa di San Mauruzio

Ponti sul Lambro

Monza sorse e si sviluppò lungo il fiume Lambro, creando una serie di ponti storici che collegavano le due rive, e che oggi sono una delle cose da vedere assolutamente nel centro città.

Il più conosciuto è il Ponte dei Leoni, che nel 1840 sostituì il più antico ponte romano dell’Arena. Si compone di tre arcate, e ai suoi angoli svettano quattro leoni in marmo di Carrara, simbolo della potenza dell’impero austriaco. In origine, era illuminato da lanterne a gas.

Altri ponti che vale la pena visitare sono il Ponte di San Gerardino, del 1715, dotato di tre archi in pietra e muratura, e il Ponte delle Grazie Vecchie, eretto nel 1683 dai Durini. Accanto a quest’ultimo aveva sede la storica azienda tessile Frette, ma in generale nei pressi di ogni ponte è possibile scorgere vecchi mulini, rogge o lavatoi.

Autodromo

L’Autodromo Nazionale di Monza è il terzo più antico del mondo, dopo quello di Brooklands e di Indianapolis, ed è sede del Gran Premio d’Italia di Formula 1.

La sua costruzione iniziò nel maggio del 1922, e terminò in tempi record, appena 110 giorni. Il 28 luglio dello stesso anno, Pietro Bordino e Felice Nazzaro fecero il primo giro di pista su una Fiat 570. Il primo circuito, a due anelli, era lungo 10 km. In seguito a diversi incidenti mortali, che coinvolsero sia i piloti sia il pubblico, negli anni si susseguirono diversi interventi di modifica, messa in sicurezza ed ammodernamento, in particolare per adattare il percorso alle nuove tecnologie e alla sempre maggiore velocità delle automobili.

Ad oggi, il tracciato è lungo 5.793 metri. Tra i circuiti iridati è il più veloce, con quattro rettilinei sui quali si superano abbondantemente i 350 km/h e undici curve di diversa inclinazione, tra cui la famosa parabolica. E’ inoltre considerato uno tra i percorsi più tecnici, in quanto in diversi punti è richiesta una notevole abilità in frenata.

L’Autodromo organizza inoltre gare motociclistiche, corsi di guida sicura, fiere, raduni e un innovativo centro ricerche. Dal 2021 c’è anche una pista per i go-kart.

E’ possibile visitare l’Autodromo con tour guidati di diverse tipologie, tutti da prenotare online.

Vuoi saperne di più?

Se hai ancora dubbi e curiosità, scrivimi o lascia un commento qui sotto, e sarò felice di risponderti il prima possibile!

Questo post è stato utile? Vota!

Average rating 3.5 / 5. Vote count: 6

Vota per primo!

Siamo contenti che il post sia stato utile!

seguici sulla pagina Facebook!

We are sorry that this post was not useful for you!

Let us improve this post!

Tell us how we can improve this post?

Lascia un commento