Cosa vedere a Trieste

  • Categoria dell'articolo:Italia
  • Ultima modifica dell'articolo:20 Agosto 2023
  • Tempo di lettura:36 minuti di lettura
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All’estremità nord-orientale della nostra penisola e a pochi passi dalla Slovenia, Trieste ha tutte le caratteristiche della città di frontiera, a metà strada tra oriente e occidente e segnata dalle tante battaglie che l’hanno interessata. Spesso relegata a una veloce tappa prima passare le vacanze in Slovenia o in Croazia, Trieste ha in realtà tante cose interessanti da vedere , e merita un soggiorno a sé.

Il lungo dominio austriaco ha lasciato importanti tracce in questa città elegante e ordinata. Vi troviamo infatti il magnifico Castello di Miramare, il “nido d’amore costruito invano” per Massimiliano D’Asburgo e Carlotta del Belgio, ma anche raffinati palazzi ottocenteschi e graziosi caffè in stile liberty, che accolsero alcuni i più grandi letterati del ventesimo secolo. Anche i romani passarono di qui, ed alcune vestigia dell’antico impero sono tuttora presenti in città.

Il suo passato turbolento si manifesta nella Risiera di San Sabba, ex campo di concentramento nazista, ma anche nei numero riferimenti alle Guerre Mondiali e all’influenza bizantina.

Dove si trova e come arrivare

Trieste si trova nel nord-est dell’Italia, su una sottile striscia di terra quasi interamente circondata dalla vicina Slovenia.

E’ comodamente raggiungibile in treno dalle principali città italiane, con diretto da Milano e Bologna. Dalle altre città è invece necessario uno scalo, solitamente a Venezia.

Dopo diverse segnalazioni (grazie) correggo: Trieste è dotata di un aeroporto, Ronchi dei Legionari, a circa 40 km dalla città. E’ collegato direttamente con diverse città, sia italiane sia europee, che potete trovare a questa pagina.

Se invece scegliete di visitare la città in automobile, magari come tappa per un tour della regione o della Slovenia, dovrete percorrere la A4 verso est e spingervi fino al termine dell’autostrada. Uscite a Trieste e seguite le indicazioni per il Castello di Miramare. In questo modo prenderete la strada costiera, che vi farà arrivare in città attraverso un magnifico percorso panoramico pieno d belvedere e visuali pazzesche sulla città e sul mare.

Quando arrivate alla galleria naturale, non dimenticate di suonare il clacson tre volte, un simpatico rito propiziatorio molto in voga tra i locali.

Come muoversi in città

Il centro di Trieste è compatto, e si gira tranquillamente a piedi. Vi occorrerà però un mezzo per raggiungere il Castello di Miramare, la Risiera di San Sabba e il Santuario di Monte Grisa.

Se non avete a disposizione un’automobile, potete utilizzare gli autobus, che hanno una frequenza di circa 10-20 minuti a seconda dell’orario e del giorno della settimana. La corsa singola costa 1,40€, mentre il giornaliero solamente 3,10€.

Quando andare

Grazie alla presenza del mare, Trieste ha un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati non eccessivamente torride. In città, le temperature raramente scendono sotto lo zero, cosa che tuttavia cambia radicalmente se ci si sposta nella vicina regione carsica.

Una peculiarità di Trieste è la Bora, il freddo vento russo che qui soffia con particolare intensità per via della conformazione geofisica della zona. Si manifesta prevalentemente nei mesi invernali, con raffiche gelide che possono arrivare anche a 150 km/h. Proprio grazie alla Bora, l’inverno è anche la stagione con meno precipitazioni, che si concentrano per lo più tra maggio e giugno.

Io vi consiglio di visitare Trieste tra giugno e settembre. La città non è ancora invasa dal turismo di massa, quindi potete anche approfittare dei ponti e delle feste comandate in primavera.

Dove alloggiare

La soluzione migliore è alloggiare a Trieste centro, o nelle immediate vicinanze, così da essere vicini alla maggior parte delle cose da vedere. Se volete risparmiare qualcosa potete anche scegliere la suggestiva Muggia, che dista circa 20 minuti di auto dal centro.

Quanto tempo dedicare

Trieste ha tante cose da vedere, e già solo il Castello di Miramare vi porterà via mezza giornata.

Per visitare bene la città, e magari spingervi anche nei dintorni, prevedete un soggiorno di 2 notti, cercando di arrivare e ripartire nel primo pomeriggio, così da avere a disposizione due giorni pieni.

Storia di Trieste

Il primo insediamento stabile nella regione risale all’incirca al nono secolo a.C. quando i Veneti fondarono un piccolo porto dal nome di Tergeste. Con la conquista da parte dei Romani nel primo secolo a.C., l’insediamento divenne un castrum, ovvero un accampamento militare, ed entrò a far parte della Regio X Venetia et Histria. In questo periodo nacquero il teatro e le mura di cinta, i cui resti sono visibili ancora oggi.

Nel 1381, il Capitano del castello di Duino Ugo VI detto Ugone convinse il consiglio comunale a sottomettersi agli Asburgo, prendendo egli stesso il controllo della città. Da allora in poi, salvo brevi parentesi, Trieste fu sempre sotto il dominio austriaco.

Nel diciassettesimo secolo la città divenne porto franco e si dedicò alla produzione e al commercio di vino, in particolare il prosecco. L’Imperatrice Maria Teresa d’Austria ne fece uno dei più importanti porti europei, con la costruzione di cantieri navali, della borsa valori e del borgo teresiano, che porta il suo nome. Per il suo carattere cosmopolita e multiculturale, ad inizio ‘900 Trieste attirò inoltre un gran numero di intellettuali e scrittori.

Durante il Risorgimento, Trieste fu culla della corrente irredentista, che promuoveva la ribellione contro i dominatori stranieri. Gli Asburgo cercarono in ogni modo di mantenere il controllo sulla città, arrendendosi infine al termine della Prima Guerra Mondiale, quando il Venezia Giulia fu annesso all’Italia con il Trattato di Rapallo. Questo portò a dissapori e scontri con la Jugoslavia, che reclamava la città come parte del suo territorio.

Forse anche per questo il fascismo prese rapidamente piede a Trieste. Gli squadristi intrapresero numerose azioni anti-slave, tra cui il divieto dell’insegnamento in sloveno e tedesco, l’italianizzazione di tutti i toponimi e i cognomi, la chiusura di scuole e dei circoli culturali sloveni. La sinagoga fu gravemente danneggiata e il Narodni dom (sede delle organizzazioni slovene) dato alle fiamme. La risiera di San Sabba fu trasformata in un campo di concentramento e detenzione, soprattutto per la popolazione slava.

Ma la furia nazista non risparmiò nemmeno la popolazione civile di Trieste. Ne è prova l’eccidio di via Gheda, nel quale 51 detenuti furono impiccati per rappresaglia, ed appesi agli angoli di un palazzo.

Trieste fu liberata il 2 maggio 1945 da un’azione congiunta di truppe neozelandesi e jugoslave. Tito prese il comando della città, e procedette con la deportazione sistematica dei suoi oppositori politici, molti dei quali furono massacrati e gettati nelle foibe di Basovizza.

Infine, in seguito alle trattative post-belliche Tito accettò che il territorio fosse suddiviso tra Italia e Jugoslavia, ottenendo Fiume e l’Istria in cambio di Trieste e Gorizia.

La leggenda di Bora e Tergesteo

La nascita di Trieste è legata a una leggenda che affonda le proprie radici nella mitologia classica.

Si narra che il dio Eolo capitò per caso nei pressi di un golfo circondato da un ripido altopiano. Bora, la sua figlia più amata, si mise a correre tra le nuvole finché non giunse a una grotta, nella quale incontrò l’Argonauta Tergesteo. I due giovani si innamorarono immediatamente e passarono nella grotta tre, cinque, sette giorni felici.

Cosa vedere a Trieste, panorama dal Santuario di Monte Grisa

Eolo scoprì i due amanti e, infuriato, si trasformò in un ciclone che uccise Tergesteo. In preda alla disperazione, Bora iniziò a piangere, ed ogni sua lacrima si trasformava in roccia, mentre la giovane soffiava impetuosa in ogni dove.

Madre Natura, impietosita dal dolore della giovane, trasformò il sangue di Tergesteo nel sommaco, la pianta rossa che adorna le pendici carsiche in autunno, mentre il dio Mare ricoprì il suo corpo con conchiglie, fino a creare una splendida collina.

Dopo molti anni, una città nacque in questo luogo e prese il nome dello sfortunato argonauta. Bora ottenne infine dal padre il permesso di rivivere, una volta l’anno, i giorni felici trascorsi con Tergesteo, tornando nel luogo dove tutto accadde.

E’ per questo motivo, infatti, che la bora soffia sempre in giorni dispari.

Cosa vedere a Trieste

Castello di Miramare

A circa 10km da Trieste, un incantevole palazzo in bianca pietra d’Istria si erge su uno sperone roccioso a picco sul mare, circondato dall’acqua e da un verde parco.

Cosa vedere a Trieste, Castello di Miramare

Il Castello di Miramare fu realizzato nel 1860 in stile neo-mediavale per l’Arciduca Massimiliano d’Asburgo e la sua sposa, Carlotta del Belgio. La coppia vi passò quattro anni idilliaci, finché Massimiliano non partì per il Messico senza mai fare ritorno. Alla morte del marito, Carlotta impazzì per il dolore e tornò in Belgio.

Tra il 1930 e il 1937 il castello fu abitato dal duca Amedeo di Savoia-Aosta.

Al primo piano del palazzo si trovano gli appartamenti di Massimiliano e Carlotta. Nelle stanze predomina il colore azzurro del mare, e sono presenti un’infinità di preziosi oggetti e mobili esotici, che Massimiliano portava a casa dai suoi viaggi. Le sale più belle sono lo studio dell’Arciduca, arredato come l’interno di una nave, la stanza della musica e l’imponente sala del trono.

Il primo piano, inizialmente concepito per gli ospiti, divenne la residenza di Amedeo di Savoia, che lo ristrutturò in stile razionalista e fece installare l’acqua corrente.

Dopo aver visitato l’interno del castello, fate un passeggiata nel parco all’inglese, sempre accessibile gratuitamente. Massimiliano era un appassionato di botanica, e selezionò egli stesso diverse piante, tra cui araucarie del Messico, sequoie, bambù indiani, corbezzoli, cipressi e abeti rossi. Non mancano poi aree alla francese, con vialetti contornati da aiuole fiorite, statue e fontane. Nel parco si trovano inoltre le serre e il Castelletto, nel quale la coppia visse in attesa che il castello fosse completato.

Per evitare le code, vi suggerisco di acquistare i biglietti in anticipo.

Piazza Unità D’Italia

La principale piazza di Trieste è anche la prima delle cose da vedere in città. Nel suo nome è racchiusa la turbolenta storia della città, si chiama infatti così solo dal 1955, dopo la definitiva annessione alla repubblica del Territorio Libero di Tieste. In origine era chiusa su tutti e quattro i lati, ma successivamente si pensò di demolire gli edifici frontali per aprire la visuale sul mare.

Su di essa si affacciano alcuni palazzi di straordinaria bellezza:

  • la Prefettura, sulla cui facciata sono presenti raffinati mosaici dorati.
  • Palazzo Stratti, dove ha sede il celeberrimo Caffè degli Specchi.
  • Palazzo Modello, così chiamato perché avrebbe dovuto fungere da esempio per le costruzioni successive.
  • il Municipio, costruito nel 1873 dall’architetto triestino Giuseppe Bruni. E’ dotato di un’alta torre sulla quale si trovano Micheze e Jacheze, due mori in bronzo che ogni 15 minuti suonano la campana. Sulla sua vetta è installata l’alabarda, simbolo cittadino. Dal suo balcone Mussolini proclamò l’approvazione delle leggi razziali il 18 settembre 1938.
  • Grand’Hotel dei Duchi d’Aosta.
  • Palazzo Pitteri, il più antico della città.
  • Palazzo della Regione, di proprietà della compagnia di navigazione Lloyd Triestino.

Di fronte al municipio svetta la Fontana dei Quattro Continenti, del 1754. Le statue agli angoli rappresentano i quattro continenti conosciuti all’epoca, mentre la figura femminile sulla sua sommità, circondata da pacchi e corde, rappresenta Trieste e la sua vocazione commerciale.

Molo audace

Di fronte a Piazza Unità d’Italia, il Molo Audace è uno dei luoghi più popolari tra locali e turisti, soprattutto per ammirare spettacolari tramonti.

Fu realizzato nel 1751, sul relitto della nave San Carlo, che era affondata proprio nel porto di Trieste alcuni anni prima. Oggi è lungo circa 200 metri, e prende il nome dal cacciatorpediniere Audace, la prima nave che entrò in città dopo la Prima Guerra Mondiale.

All’imbocco del molo si trova una rosa dei venti in bronzo, ottenuta dalla fusione di alcune parti di una nave nemica austriaca.

Se capitate a Trieste in un giorno di Bora, fate molta attenzione ad incamminarvi lungo il molo audace. Qui il vento è molto più forte che in città, e potreste addirittura rischiare di finire in acqua!

Borgo Teresiano

Il Borgo Teresiano, costruito nel ‘700 per volere dell’Imperatrice Maria Teresa interrando le saline, è un vivace quartiere ricco di ristoranti, negozi e caffè. Si sviluppa attorno al Canal Grande, che consentiva l’ingresso delle merci direttamente in città ed oggi offre scorci suggestivi sulle colorate barchette dei pescatori, e gli eleganti edifici ottocenteschi.

Le due sponde sono collegate da diversi ponti, il più famoso dei quali è Ponte Rosso. Nella sua piazzetta e lungo il canale si svolgono periodicamente mercatini dell’antiquariato e quelli natalizi. Sempre qui si trova la statua in bronzo di James Joyce, della quale parleremo più avanti. In passato, i ponti erano in legno, girevoli e dipinti con colori diversi, ma nel ‘900 furono sostituiti con moderne strutture fisse in muratura.

Come in Piazza Unità d’Italia, anche qui potrete ammirare numerosi edifici storici:

  • Palazzo Aedes, detto anche “grattacielo rosso” per il caratteristico colore della sua facciata.
  • Palazzo Gopcevich, che ospita il Civico Museo Teatrale Carlo Schmild.
  • Tempio Serbo–Ortodosso di San Spiridione, costruito nel 1861 in stile bizantino, con cinque grandi cupole azzurre e una facciata arricchita da icone dorate e nove grandi statue di santi. L’interno è una profusione di decorazioni in oro, argenti e pietre preziose, tra le quali spiccano il crocifisso posto sopra l’altare, un bassorilievo argenteo dell’Ultima Cena, ed alcune icone di fattura russa.
  • Chiesa di Sant’Antonio Nuovo, la chiesa più grande di Trieste, costruita in stile neoclassico nel 1849.
  • Caffè Stella Polare.

Piazza della Borsa

Questa piazza ottocentesca si trovava fuori dalle mura cittadine, ed era la sede della dogana. Con la realizzazione della Borsa valori nel 1806 cambiò nome, e divenne il centro economico della città per tutto il diciannovesimo secolo.

L’edificio della Borsa, splendido esempio di architettura neoclassica, ospita oggi la Camera di Commercio.

Tra gli altri palazzi che popolano la piazza spicca Casa Bartoli, in stile liberty, con la facciata a losanghe verdi che si trasformano in una pioggia di foglie d’acanto ai piani più alti. Interessante anche la Galleria Tergesteo, una delle tipiche gallerie commerciali coperte che andavano tanto di moda nell’Europa dell’800.

La colonna al centro della piazza raffigura l’imperatore Leopoldo I d’Austria.

Teatro romano

L’area ai piedi della collina di San Giusto corrisponde alla colonia romana di Tergeste, della quale purtroppo non rimangono che l’Arco di Riccardo e il Teatro Romano.

In epoca imperiale si trovava a pochi passi dal mare, poteva ospitare oltre 3000 spettatori ed aveva una facciata con nicchie, colonne e statue di marmo, che oggi possiamo solo immaginare. Sono invece ancora visibili tracce dei camerini e della prima fila della gradinata, anch’essa in marmo e riservata agli spettatori di maggio prestigio.

Nel corso del medioevo il teatro fu spogliato dei marmi, ed incorporato nelle case circostanti, tanto che si pensava fosse completamente scomparso. Riemerse solo nel 1938, in seguito ad alcuni scavi per demolire una parte della città vecchia. I pezzi più importanti che sono stati rinvenuti hanno trovato collocazione presso il Lapidario Tergestino.

Cosa vedere a Trieste, Teatro Romano

Castello di San Giusto

Simbolo della città, il Castello di San Giusto sorge nel luogo più alto della città. Per la sua posizione facilmente difendibile, questo sito fu il primo nucleo abitativo della città, popolato già nell’età del bronzo.

La costruzione dell’attuale castello iniziò attorno al 1468, dopo l’ennesima ribellione dei triestini nei confronti degli Asburgo. Con questo castello dalle spesse ed inespugnabili mura, gli austriaci volevano incutere timore nella cittadinanza, e scongiurare ulteriori sommosse. Inoltre, la fortezza serviva anche come difesa contro eventuali attacchi dei turchi.

Per la sua funzione strettamente militare, all’epoca si badò più alla funzionalità che all’estetica. L’edificio si presenta quindi massiccio e senza fronzoli, su due piani e con una semplice torre quadrata. Nel secoli successivi fu ampliato, con l’aggiunta di nuove ali fino ad occupare tutta la sommità del colle.

Oggi è parzialmente aperto al pubblico, che può visitare la Cappella di San Giorgio, la Sala Veneta, il Museo Civico e il Lapidario Tergestino, dove sono conservati alcuni reperti romani.

Potrete inoltre accedere alla terrazza panoramica e al cortile centrale, spesso sede di spettacoli e manifestazioni.

Cattedrale di San Giusto

La Cattedrale di San Giusto è la principale chiesa di Trieste, ed è il risultato dell’unione trecentesca di due edifici precedenti, la chiesa di Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Giusto.

Elemento di spicco della facciata è il grande rosone gotico, oltre il campanile da cinque campane, così imponente da sembrare una torre difensiva. Sia la facciata sia il campanile sono decorati con reperti di epoca romana, provenienti anche dal teatro. Nel campanile è possibile notare alcune palle di cannone, a ricordo dei bombardamenti austriaci del 1813 contro le truppe napoleoniche, asserragliate nel castello.

All’interno troviamo splendidi mosaici in stile bizantino, realizzati da maestri turchi e veneziani tra il ‘300 e il ‘400. Uno raffigura la Vergine in trono (Theotókos) circondata dagli apostoli, l’altro il Cristo Benedicente (Pantocrator). Gli affreschi, del tredicesimo secolo, raccontano la vita del patrono cittadino San Giusto.

Il tesoro del duomo custodisce, tra gli altri, l’alabarda di San Sergio, simbolo araldico di Trieste. Non è tuttavia possibile definire se si tratti di una reliquia autentica, o di una copia coeva.

Caffè storici

Grazie alla sua spiccata multiculturalità, sin dal ‘800 Trieste attirò un gran numero di intellettuali, che amavano intrattenersi proprio nei suoi bar a discutere discutendo di politica, letteratura e filosofia. Molti di questi sono ancora in attività, e vi consiglio di visitarli perché sono davvero stupendi con i loro arredamenti in stile liberty e l’atmosfera d’altri tempi.

  • Caffè San Marco, del 1914. Fu la culla dell’irredentismo italiano, dove giovani ed intellettuali organizzavano le rivolte contro gli austriaci, fabbricando anche documenti falsi per permettere ai ricercati di fuggire. Per questo motivo, nel 1915 gli austriaci lo costrinsero a chiudere.
  • Caffè degli Specchi, in Piazza Unità d’Italia. Fu fondato nel 1839, e si chiama così perché i proprietari erano soliti incidere i principali avvenimenti su specchi o vetri.
  • Caffè Tommaseo, nel borgo teresiano, fu aperto nel 1830, è il più antico caffè di Trieste ancora in attività. Agli albori ospitava anche concerti e mostre d’arte, e fu un importante luogo d’incontro durante il Risorgimento, come indicato da una targa commemorativa.
  • Caffè Torinese, con uno splendido bancone liberty e un enorme lampadario di cristallo.
  • Caffè Stella Polare, vicino al Ponte Rosso, molto popolare tra comunità tedesca della città.

Trieste ha sempre commerciato caffè da tutto il mondo, non stupisce quindi che la città abbia una ben radicata tradizione di produzione e consumo di questa bevanda. Ordinare un caffè a Trieste è un’esperienza alquanto complessa per i non autoctoni. Eccovi un breve vademecum per destreggiarvi tra le differenti tipologie:

  • nero: espresso in tazzina.
  • nero in b: espresso in bicchiere di vetro.
  • capo: espresso macchiato caldo in tazzina.
  • capo in b: espresso macchiato caldo in bicchiere di vetro.
  • gocciato: espresso con una goccia di schiuma.
  • caffelatte: l’equivalente del cappuccino.

Statue degli scrittori

Abbiamo già visto come Trieste abbia visto passare tra le sue strade diversi celebri scrittori, alcuni locali ed altri provenienti da lontano. Per celebrarli, la città ha realizzato delle statue di bronzo a grandezza naturale, che troverete disseminate nel centro.

Ecco le più famose:

  • James Joyce, sul Ponte Rosso. Lo scrittore irlandese passò 16 anni a Firenze, e vi produsse il suo capolavoro The Dubliners, oltre ai primi capitoli dell’Ulisse.
  • Umberto Saba, che alla sua Trieste dedicò un’ode, è raffigurato nell’atto di recarsi verso la sua libreria in Via San Nicolò.
  • Gabriele D’Annunzio, in Piazza della Borsa.
  • Italo Svevo, anch’egli triestino di nascita, è commemorato in Piazza Attilio Hortis.

Altre sculture degne di nota sono le Ragazze di Trieste che cuciono il tricolore, nei pressi del Molo Audace, e la statua della Principessa Sissi, nei giardini di fronte alla stazione.

Faro della Vittoria

Il faro della Vittoria si trova nel quartiere Barcola, sul colle di Gretta. Fu realizzato nel 1924 per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale, e alla sua inaugurazione partecipò persino il re d’Italia Vittorio Emanuele II.

Con la sua portata di 36 miglia, è il faro più potente del Mare Adriatico.

Alto 60 metri, è sormontato da una lanterna in bronzo e dalla scultura della Vittoria Alata. Alla sua base c’è la scritta “Splendi e ricorda i caduti sul mare”, oltre alla scultura del Marinaio Ignoto e all’ancora dell’Audace, la già citata nave che entrò per prima nel porto di Trieste dopo la cacciata degli austriaci. Oggi sappiamo che l’ancora è un falso storico, in quanto in realtà apparteneva alla nave R.N. Berenice.

E’ possibile accedere gratuitamente alla terrazza panoramica, dalla quale si ha un’ottima visuale sul golfo.

Risiera di San Sabba

A partire dal 1943, i nazifascisti utilizzarono questo vecchio impianto per la pilatura del riso come campo di concentramento e smistamento per ebrei, sinti ed in generale per gli oppositori politici, tra cui molti partigiani.

Si stima che circa 5.000 persone morirono tra queste mura, il che rende la Risiera di San Sabba anche un campo di sterminio. Altri 8.000 circa furono deportati verso i ben più famigerati campi di Aschwitz e Dachau. I condannati venivano uccisi tramite fucilazione o con un colpo alla nuca, oppure ancora soffocati con i gas di scarico dei furgoni.

Poco prima di fuggire, i tedeschi fecero saltare in aria il forno, del quale tuttavia rimase la testimonianza nei cumuli di resti umani che furono ritrovati, oltre che nelle testimonianze dei sopravvissuti.

Oggi ospita un Museo Civico il cui scopo è ricordare questi terribili eventi, per far sì che non si ripetano più.

Santuario mariano di Monte Grisa

La non bellissima struttura in cemento armato in vetta al Monte Grisa, che si può ben notare dal lungomare di Trieste, è un santuario mariano cattolico. Per la sua forma triangolare, che teoricamente dovrebbe rievocare la M della Madonna, i triestini lo hanno soprannominato “formaggino“.

Nel 1945, l’allora vescovo di Trieste Antonio Santin fece un voto alla Madonna perché salvasse Trieste dalla guerra, e così al termine del conflitto la diocesi decise di costruire un tempio dedicato a Maria. In seguito a una processione nel 1959, che vide il passaggio della Madonna di Fatima da Trieste, in molti espressero il desiderio di dedicare a lei il santuario, e la prima pietra fu posata quello stesso anno.

Completato nel 1965 ad opera dell’architetto Antonio Guacci, questo edificio in stile brutalista è ancora oggi una popolare meta di pellegrinaggio tra i fedeli. Inoltre, dallo spiazzo antistante si gode di un eccezionale panorama su Trieste.

E’ possibile visitare il santuario tutti i giorni dalle 7.00 alle 20.00.

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Questo articolo ha 5 commenti

  1. Cattapan Sergio

    In non molte righe da leggere un ottimo riferimento per Trieste grazie l’ho anche salvato e condiviso

  2. Tiziana Canova

    Errato: l’aeroporto più vicino non è il Marco Polo di Venezia, ma quello di Ronchi dei Legionari.

  3. Elena

    Non è corretto che l’aeroporto più vicino è il Macco Polo di Venezia
    Trieste ha il suo aeroporto

  4. Mario Moso

    La rosa dei venti del molo San Carlo(Audace)si trova in punta al molo e non all imbocco dello stesso.Dei luoghi da vedere segnalerei la Grotta Gigante a Borgo Grotta sul carso triestino e il Museo De Henriquez,personaggio molto particolare,dedicato alla pace in via Cumano a Trieste

  5. Francesca Termini

    Trieste ha un suo aereoporto, a Ronchi dei Legionari, 30 Km da Trieste servito dai mezzi di collegamento!

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