Itinerario tra le opere di Gaudì a Barcellona

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  • Categoria dell'articolo:Barcellona
  • Ultima modifica dell'articolo:6 Luglio 2022
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Quando pensiamo a Barcellona, alla nostra mente affiora subito l’immagine di qualche opera di Gaudì, anche se non ne siamo consapevoli. Questo, perché fu proprio lui a firmare alcuni dei monumenti più famosi della città, tra i quali la Sagrada Familia al Parc Güell.

Realizzate all’inizio del XX secolo, quando Barcellona era in piena esplosione urbanistica, ben sette delle creazioni di Gaudì rientrano oggi nella lista UNESCO dei patrimoni dell’umanità: Casa Vicens, Casa Batllò, Casa Milà, Palau Güell, Parc Güell, la cripta e la facciata della natività della Sagrada Familia.

Il suo stile, basato sul colore e sulle forme sinuose, è inconfondibile, ed è ormai indissolubilmente legato a Barcellona. Partiamo allora per un itinerario nell’universo onirico di questo genio visionario attraverso le sue più grandi opere.



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Chi era Antoni Gaudì

Antoni Gaudí i Cornet nacque nel 1852 a Reus, nei pressi di Tarragona. Dopo un’infanzia segnata da salute cagionevole e svariati lutti famigliari, a 17 anni si trasferì a Barcellona per studiare architettura.

Impiegò diversi anni a conseguire il diploma, giacché il suo carattere focoso ed irascibile mal si coniugava con i rigidi dettami dell’accademia. Nel 1878, all’Esposizione Universale di Parigi, conobbe Eusebi Güell, che divenne il suo mecenate, consentendogli di realizzare ogni genere di progetto, anche il più costoso. Sotto l’egida del ricco industriale nacquero il Palau Güell, i Padiglioni, ed il celeberrimo Parc Güell.

Nel 1914, Gaudì ricevette la commissione di proseguire la costruzione della Sagrada Familia. Il progetto assorbì completamente le energie dell’artista, che si dedicò esclusivamente al lavoro, ritirandosi dalla vita mondana e diventando una specie di asceta.

Morì il 10 giugno del 1926, tre giorni dopo essere stato travolto da un tram, ed abbandonato sulla strada. Oggi, le sue spoglie riposano nell’amata Sagrada Familia, l’opera che non riuscì mai a completare.

Gaudì fu il principale esponente del modernismo catalano, pur mantenendo sempre una propria identità. Il suo stile è influenzato dall’arte orientale e neogotica, ma soprattutto tra ispirazione dalle forme della natura, come fiori, foglie, nuvole e scheletri, e attinge al mondo onirico e fiabesco. Le sue opere presentano forme plastiche, morbide e dinamiche, progettate con studi minuziosi e una maniacale attenzione al dettaglio. Altro elemento di fondamentale importanza è la luce. L’artista progettava ogni stanza e ogni finestra perché garantisse una luce ottimale, come potrete ben vedere dagli straordinari giochi di luce delle vetrate della Sagrada Familia.

Consigli

Le opere di Gaudì a Barcellona, per quanto eccezionali, hanno il difetto di non essere esattamente a buon mercato. Le case costano circa 30€ l’una, la Sagrada Famila circa 25€, ed Parc Güell 10€.

Per fortuna, la città mette a disposizione una serie di card turistiche, anche se nessuna di esse comprende proprio tutto. Dovrete quindi decidere in base a cosa preferite visitare. Personalmente, penso che la Sagrada Familia, Parc Güell e Casa Batllò siano imperdibili.

Ecco un breve riepilogo:

  • il GO City Barcelona include tutte le opere di Gaudì, ma non i mezzi pubblici. E’ disponibile in base alla durata, da 2 a 5 giorni, oppure in base al numero di attrazioni che si vuole visitare. Il prezzo è 85€ per 48 ore.
  • il Barcellona Digital Pass include l’ingresso prioritario alla Sagrada Familia e al Parc Güell, i bus turistici hop-on hop-off, e uno sconto del 10% per Casa Batllò e Casa Milà. Il prezzo è 82€, senza vincoli temporali.
  • La Barcellona Card non offre l’ingresso gratuito a nessuna opera di Gaudì, ma solamente degli sconti di 3€ per Casa Batllò e Casa Milà, più l’accesso ai mezzi pubblici. Il prezzo è 43,20€ per 72 ore.

Per facilitarvi la scelta, vi lascio il link a Barcellonafacile.it, che raggruppa tutte le card con pro e contro di ognuna.

Alla fine, io ho optato per l’acquisto singolo delle attrazioni che mi interessavano. Indipendentemente da quello che deciderete, consiglio tuttavia di prenotare tutte le visite in anticipo. Ecco qualche link:

Come arrivare

Vediamo ora come raggiungere i monumenti di Gaudì a Barcellona:

  • Plaça Reial e Palau Güell: fermata Liceu (L3 verde).
  • Casa Batllò, La Pedrera e Casa Calvet: fermata Passeig de Gracia (L2 viola L3 verde, L4 gialla).
  • Casa Vicens: fermata Fontana (L3 verde).
  • Sagrada Familia: fermata Sagrada Familia (L2 viola e L5 blu).
  • Park Guell: la metropolitana è piuttosto distante dal parco. La soluzione migliore è arrivare alla fermata Joanic (L4 gialla), e poi prendere l’autobus 116, che porta proprio davanti all’ingresso.
  • Collegio Teresiano: fermata La Bonanova (L6 lilla).

Gaudì a Barcellona, cosa vedere

Lampioni di Plaça Reial

Questa bella piazza porticata nel Barrio Gotico, il quartiere medievale di Barcellona, fu realizzata nell’800 come “salotto buono della borghesia”, ed oggi è uno dei centri della movida.

Nel 1879, il comune di Barcellona commissionò ad un giovane Gaudì la costruzione dei lampioni che circondano la fontana.

L’artista creò due lampioni a sei braccia, utilizzando materiali diversi tra cui ghisa, pietra e ferro battuto. Nella base e appena sotto i bracci ci sono delle decorazioni floreali, ma la vera particolarità dei lampioni sta nella cupoletta, con i due serpenti e il casco alato di Mercurio.

Palau Güell

La residenza di Eusebi Güell affaccia su una stretta traversa della Rambla, e fu costruita nel 1888.

Per questo progetto, Gaudì utilizzò per la priva volta la tecnica dell’arco catenario, che lo contraddistinguerà in tutte le sue opere. Si tratta di un arco la cui curva somiglia ad una catena tenuta dalle due estremità e lasciata pendere. E’ detto anche arco equilibrato, perché la sua forma consente una distribuzione bilanciata del peso, senza bisogno di supporti.

Altri espedienti architettonici sono la suddivisone delle stanze su più livelli, e l’uso di grandi finestre ad arco per compensare la relativa mancanza di spazio e luce, dato che l’edificio si trova in centro. L’artista applicò inoltre dei fori nell’alto soffitto del salone principale, per andarvi ad inserire delle lanterne che lo facessero somigliare ad un cielo stellato.

Palau Güell è aperto tutti i giorni, e l’ingresso è gratuito la prima domenica del mese, ma consiglio comunque di prenotare.

Casa Batllò

Spostiamoci dalla Rambla al quartiere Eixample, nato a metà dell’800 per far fronte alla crescita demografica della città. La sua caratteristica struttura a griglia è intervallata da grandi viali diagonali, ed ospita bar alla moda, boutique di lusso, hotel e appartamenti costosi.

Sin dalla sua nascita, Eixample divenne il quartiere della borghesia di Barcellona, e Antoni Gaudì ricevette diverse commissioni per delle case private. Casa Batllò, considerata un capolavoro del modernismo, è la più conosciuta.

Cosa vedere a Barcellona, facciata di Casa Batllò di Gaudì

La coloratissima facciata ricorda un magico mondo sommerso fatto di coralli e scheletri di animali, con i balconi a forma di teschio e le colonne a forma di ossa. L’uso delle maioliche di Palma di Maiorca massimizza gli effetti della luce, cosicché la facciata sembra brillare di luce propria, come un’onda che si infrange sulle scogliere.

La visita dell’interno si svolge con audioguida, e comincia dal piano interrato. In una sala buia, uno spettacolo surreale di luci e suoni ci aiuta ad entrare nella testa di Gaudì, per meglio capire le sue opere e la sua filosofia.

Il tema marino continua al piano nobile, dove le grandi finestre sono decorate con i colori dell’oceano, il soffitto ondulato sembra una gigantesca conchiglia, e le pareti sono ricoperte di un intonaco luccicante che ricorda un guscio di tartargua. Nel vano scale potrete vedere come Gaudì riuscì a dare un’illuminazione uniforme grazie all’uso delle piastrelle colorate, che diventano più scure man mano che ci si avvicina alla cupola in vetro. Ad ogni piano, un parapetto di vetro ondulato dà l’impressione di trovarsi sott’acqua.

Dalla terrazza potrete ammirare la vicino lo straordinario tetto di Casa Batllò, un’allegoria di San Giorgio che uccide il drago. Le tegole sembrano infatti le colorate scaglie sulla schiena della bestia, mentre la torretta simboleggia la spada del Santo.

Cosa vedere a Barcellona, tetto di Casa Batllò di Gaudì

Casa Milà, detta “la Pedrera”

La Pedrera, il cui nome originale è Casa Milà, si trova al nr. 92 di Passeig de Gracia, a breve distanza da Casa Batllò.

E’ celebre per la facciata ondulata, che ricorda le onde del mare, e per i 33 balconi con le ringhiere a forma di alga. A seconda dell’ora del giorno, appare dorata come la sabbia, o di un bianco accecante. Il nome La Pedrera significa cava”, ed è dovuto proprio all’aspetto esterno.

Cosa vedere a Barcellona, casa Milà di Gaudì nel quartiere Eixample

Fu progettata nel 1905 come residenza per la ricca famiglia Milà, ma anche per ospitare appartamenti ed uffici. E’ curioso notare che, in realtà, si tratta di un’opera incompleta. Gaudì intendeva infatti aggiungere dei riferimenti iconografici alla Vergine del Rosario, ma dovette rinunciare in seguito ai moti anticlericali del 1909.

Il tour comincia dalla terrazza sul tetto. Qui, Gaudì trasformò i 30 camini in giganti di ceramica e guerrieri di pietra, che, grazie al color sabbia della casa, sembrano ergersi nel deserto. Un vero museo all’aria aperta che, la sera, si anima di uno straordinario spettacolo di luci e suoni.

Nella soffitta ha sede l’exposició Gaudí, un museo sulle opere e il metodo di lavoro dell’artista. Il sottotetto è stato costruito con la già citata struttura ad arco catenario, e dà l’impressione di entrare nel ventre di una balena. Sono inoltre esposti modellini delle sue opere, e alcuni mobili ergonomici da lui progettati.

Infine, entrerete in un appartamento d’epoca, che ben rappresenta la vita della borghesia catalana ad inizio ‘900. Gli interni rispecchiano la facciata, hanno infatti linee morbide e sinuose, senza angoli retti. Ciononostante, mantengono una funzionalità ottimale, mente l’illuminazione è garantita dai due cortili interni.

Casa Calvet

La terza casa creata da Gaudì nel quartiere Eixample è la residenza di Pere Calvet, commerciante di tessuti.

I dettagli più interessanti sono le decorazioni, fortemente simboliche. Sulla facciata, spiccano le iniziali del proprietario e il cipro, simbolo di ospitalità. Sono presenti inoltre dei funghi, dei quali Calvet era appassionato, un corno traboccante cibo e una corona a tre teste, a rappresentare i santi patroni della famiglia.

Casa Calvet è privata e non visitabile internamente.

Casa Vicens

Questa fu la prima casa realizzata da Gaudì a Barcellona, come residenza estiva per una famiglia di imprenditori.

Ciò che salta subito all’occhio di Casa Vicens sono i colori sgargianti, e la chiara matrice orientale. In questa fase della sua crescita artistica, Gaudì non aveva ancora sviluppato la propria impronta naturalista. Ci troviamo nel suo periodo infatti nel suo periodo orientalista, influenzato dall’arte asiatica ed islamica, soprattutto quella sviluppatasi in Andalusia.

Sulla sfolgorante facciata troviamo finestre in stile orientaleggiante, piastrelle colorate che vanno a formare un intricato reticolo, balconi in ferro battuto e raffinati intarsi.

Cosa vedere a Barcellona, casa Vicens di Gaudì

L’interno, particolarmente lussuoso, presenta pavimenti a mosaico, soffitti a cassettoni e pareti ricoperte di rampicanti. Il tutto è dipinto con stucchi blu, verde e oro, e decorato con motivi vegetali che ricordano le foglie di palma. Di particolare pregio il trompe-l’oeil sul soffitto di una piccola stanza al piano superiore.

Gaudì si occupò anche della terrazza, arricchita da torrette e ceramiche, e del giardino, nel quale ricreò una specie di oasi mediorientale.

Sagrada Familia

La Sagrada Familia, il cui nome completo è Temple Expiatori de la Sagrada Família, è la più importante opera di Gaudì a Barcellona, nonché il suo capolavoro incompiuto. La costruzione della Basilica iniziò nel 1882, e continua ancora oggi. La fine dei lavori è prevista per il 2026, ma molto probabilmente ci saranno dei ritardi a causa della pandemia. Il 7 novembre 2010, con una cerimonia solenne Papa Benedetto XVI consacrò la chiesa a Basilica Minore.

Osservandola, saltano subito all’occhio il diverso colore dei vari corpi di fabbrica, e alcune importanti disomogeneità stilistiche. Questo è dovuto, oltre che al naturale invecchiamento delle parti più antiche, al fatto che i materiali utilizzati non siano gli stessi, e che il progetto originale di Gaudì sia stato reinterpretato dagli architetti successivi.

Cosa vedere a Barcellona, Sagrada Familia

Esterno

Gaudì cominciò a lavorare partendo dalla Facciata della Natività. E’ una celebrazione della vita, difatti è ricca di simboli quali il cipresso, l’albero della vita, la colomba, e la tartaruga, che rappresenta la longevità. I bassorilievi raccontano la vita di Gesù e della sua famiglia, mentre i tre portali rappresentano le virtù teologali Fede, Speranza e Carità.

La Facciata della Passione ha linee dure e spigolose. Realizzata nel 1990, fu aspramente criticata proprio per il suo aspetto, in netto contrasto con il resto della basilica. In realtà, l’architetto Josep Maria Subirachs aveva assecondato la volontà di Gaudì, che desiderava che questa facciata simboleggiasse le sofferenze vissute da Gesù prima della crocifissione. Le tappe della Passione, dal tradimento di Giuda alla deposizione e alla Resurrezione, sono raffigurate nelle decorazioni sotto i cinque archi.

La Facciata della Gloria, iniziata nel 2002, è ancora in fase di completamento. Una volta terminata, rappresenterà la Gloria Celeste di Cristo, ed il Giudizio Universale. Comprenderà sette grandi colonne, una scala monumentale, un cratere di fuoco e le cascate dell’Apocalisse.

Le 18 torri simboleggiano gli apostoli, gli evangelisti, Gesù e la Vergine Maria. Attualmente, la torre più alta è quella di Maria, che svetta a 138 metri ed è sormontata da una stella in acciaio e cristallo a 12 punte, inaugurata l’8 dicembre 2021. Ad opera terminata, tuttavia, sarà sorpassata da quella di Gesù, che con i 172,5 metri previsti renderà la Sagrada Familia la chiesa più alta del mondo.

Le guglie sopra la navata sono invece decorate con colorati frutti e spighe di grano.

Interno

Entrando nella Sagrada Familia, avrete l’impressione di immergervi in una foresta di pietra. Le colonne sembrano altissimi alberi, le cui fronde vanno a comporre il soffitto.

L’elemento decorativo di questa chiesa, sprovvista di affreschi o dipinti particolari, è la luce, usata da Gaudì come se fosse un materiale fisico. Il sapiente uso dei colori nelle vetrate, con una perfetta suddivisione tra toni caldi e freddi, lascia filtrare la luce solare con straordinari giochi di luce, che conferiscono a tutta la struttura un’atmosfera di fervore mistico.

L’altare maggiore, posto nell’abside, è circondato da sette cappelle, e decorato con un baldacchino sospeso recante il crocifisso. Ovunque, emergono elementi naturali dalla forte simbologia cristiana, come serpenti, camaleonti, lucertole, e l’iconica salamandra.

Nella cripta riposano i due più famosi artefici della basilica, Josep María Bocabella e Antoni Gaudí. Anche qui prevale il naturalismo, con i pavimento a mosaico che raffigura viti e spighe di grano.

Visitate anche il museo, che racconta la storia della basilica e custodisce disegni, bozze, modellini e foto, oltre ad un excursus sulle tecniche utilizzate e sui lavori in corso.

Parc Güell

La storia di questo parco iniziò nel 1900, quando l’industriale Eusebi Güell volle trasformare un terreno in collina in un parco elegante per la ricca borghesia, assegnando il progetto all’amico Gaudì.

Come già avvenuto con Casa Batllò, anche qui l’artista prese ispirazione dalle forme naturali, come foglie e tronchi d’albero, per progettare un ambiente nel quale architettura e natura si integrassero alla perfezione, in una sorta di “città giardino”.

A causa degli altissimi costi di realizzazione, solamente 2 delle 60 case progettate furono ultimate, e fu proprio in una di queste che l’artista passò gli ultimi anni della propria vita. La sua abitazione è oggi un museo aperto al pubblico.

L’ingresso principale è in Carrer d’Olot. Dietro ai due padiglioni di ingresso troviamo subito uno dei simboli di Barcellona, la splendida fontana della salamandra, decorata a mosaico.

La scalinata monumentale conduce alla sala ipostila, con le sue 86 colonne alte 6 metri. Lo straordinario soffitto presenta dei mosaici in ceramica raffiguranti le stagioni e le fasi lunari. Questo spazio avrebbe dovuto ospitare un mercato coperto, difetti le colonne sono inclinate per fare defluire l’acqua piovana in una cisterna sotterranea.

Ma il vero spettacolo è sopra il colonnato. Vi ritroverete in un’immensa terrazza panoramica, circondata da un’unica, lunga panchina ondulata rivestita da schegge di ceramica multicolore, una tecnica tipica del modernismo catalano chiamata trencadis. Da qui, godrete di una vista mozzafiato sulla città, che spazia fino al mare. Da qui, le due casette con tetto in ceramica sembrano fatte di marzapane, e unitamente ai colori vibranti del mosaico regalano a tutto il paesaggio un aspetto fiabesco.

Passeggiando per il parco, potrete ammirare anche colonnati in pietra a foggia di tronchi d’albero, un viadotto e il calvario a tre croci. Più in alto, sulla collina, si trova la casa-museo di Gaudì.

Collegio Teresiano

Questa scuola, ancora in attività, si trova poco a nord di Barcellona, e risale al 1890.

Il progetto fu assegnato a Gaudì nel 1888, il quale si trovò ad affrontare una sfida insolita per lui, giacché l’ordine gli impose di realizzare un edificio sobrio, e con materiali economici. Il genio catalano non poté, quindi, dare pieno sfogo al suo estro creativo.

Riuscì comunque ad imprimere nell’edificio la propria impronta. Progettò una specie di fortezza medievale, con due grandi cortili interni e corridoi ad archi parabolici, facendo entrare la luce dall’alto e fino al pianterreno. Decorò inoltre la facciata con pinnacoli, le caratteristiche croci a quattro braccia, e degli scudi in ceramica recanti i simboli dell’ordine teresiano.

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