Route 66 in California, la fine del viaggio

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  • Categoria dell'articolo:California
  • Ultima modifica dell'articolo:26 Agosto 2024
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La Route 66 inizia nel verde Illinois, e termina il proprio percorso di oltre 5000 in California, sul molo di Santa Monica. Siamo alla fine di quello che non è un semplice viaggio, ma la scoperta della vera America, un’America semplice, fatta di piccoli paesini, ristoranti a conduzione familiare, personaggi sui generis e attrazioni bizzarre.

La Mother Road è la strada del sogno americano, e quale stato lo incarna meglio della California? Il Golden State è da sempre visto come terra di opportunità, e così era anche per i primi migranti del Midwest americano, che purtroppo spesso vedevano le proprie speranze disattese.

Quando si arriva in California si viene sopraffatti dalla nostalgia. Perché il viaggio è quasi giunto al termine, certo, ma anche perché è proprio qui che lo smantellamento della Route 66 ha avuto le conseguenze più peanti sulle piccole comunità, ormai completamente abbandonate.

Completiamo allora in nostro percorso tra gli 8 stati della Route 66 con l’ultimo, arrivando fino al molo di Santa Monica e alla caotica Los Angeles.

Storia della Route 66

La Route 66 nacque nel 1926 da un’idea di Cyrus Avery, per promuovere il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia.

I primi ad utilizzare la Route 66 per spostarsi verso ovest furono i disperati contadini degli stati centrali delle grandi praterie. All’inizio degli anni ’30, la terribile tempesta di sabbia conosciuta come Dust Bowl portò sul lastrico molte attività agricole del Midwest americano, i cui proprietari non ebbero altra scelta che lasciare le proprie terre per cercare fortuna in California, come magistralmente raccontato in Furore di George Steinbeck. 

Usata durante la guerra per movimentare materiale bellico, negli anni ’50 la Route 66 divenne la strada preferita di chi si muoveva per turismo. In questi anni nacquero e prosperarono i motel, le roadside attractions, i ristoranti e le celeberrime pompe di benzina. Fu il momento di massimo splendore della Route 66, la nascita del mito americano e del viaggio on the road

Purtroppo, la Strada Madre divenne presto inadeguata alla mole di traffico, e così fu progressivamente sostituita dalle grandi autostrade. I viaggiatori non si fermavano più così spesso lungo in percorso, le attività fallirono, e i paesini si svuotarono pian piano. 

Fortunatamente, oggi il suo mito sopravvive ancora, e moltissimi appassionati e nostalgici la percorrono ogni anno, mantenendola ancora viva ed attiva.

Quanto tempo dedicare

Il tratto della Route 66 in California è relativamente breve e, come indicato nel mio itinerario, non vi occorrerà nessun pernottamento, escludendo naturalmente le 2-3 notti che passerete a Los Angeles.

Route 66 in California, le tappe

Needles

Il viaggio lungo la Route 66 è quasi giunto al termine. Così come i contadini del Midwest che negli anni ’20 partivano su vetture sgangherate per cercare lavoro e fortuna ad ovest, alla vista del cartello “California”, anche voi vi sentirete un po’ già arrivati a destinazione.

In realtà, è proprio qui che iniziava il tratto più pericoloso di tutta la Route 66: il terribile deserto del Mojave. Sfiancati dal lungo viaggio, i migranti si trovavano davanti km e km di rovente deserto roccioso, da percorrere su macinini ormai semi distrutti. Come John Steinbeck racconta nel suo meraviglioso romanzo Furore, erano molti i migranti che perdevano la vita proprio in questo tratto, a una manciata di miglia dalla “terra del latte e del miele”.

Naturalmente, oggi voi non avrete nulla di cui preoccuparvi. Non solo le auto moderne sono perfettamente attrezzate, ma il deserto è completamente bypassato dalla I-40, che corre dritta fino a Barstow.

Sarebbe però un vero peccato prendere l’autostrada, e perdersi la miriade di piccole ghost town che popolano questa zona della California. Qui più che negli altri stati, lo smantellamento della route è stato devastante per le piccole comunità che la popolavano. Tagliate fuori dal flusso di turisti, cittadine una volta vivaci e piene di diner, motel e benzinai, sono oggi ridotte a un ammasso di edifici diroccati.

Per quanto tristemente desolato, questo tratto di Route 66 è di una bellezza sconcertante, che allo stesso tempo dà un grande senso di struggimento.

Da Needles prendete quindi l’uscita 133, e seguite la Goffs Road, attraversando l’autostrada e continuando sulla National Trails Highway.

Amboy

Circa 4 miglia (6,5 km) prima di questa minuscola ghost town di appena 5 abitanti, rallentate il passo e aguzzate la vista. Sulla vostra destra, un po’ all’interno rispetto alla strada, potrete trovare due curiose statue di leoni, di chiaro stampo orientaleggiante.

Nessuno sa chi li abbia portati lì, né per quale motivo, ma dalla loro apparizione nel 2013 sono stati soprannominati i “guardiani della Route 66“, e una foto con loro è praticamente obbligatoria. Trovarli non è semplicissimo, provate quindi ad aiutarvi con le indicazioni a questo link.

La ghost town di Amboy ospita una delle attrazioni più simboliche di tutta la Route 66, il Roy’s Motel & Cafè. Una vera e propria “oasi nel deserto”, sin dal 1938 attirava centinaia di visitatori grazie alla sua gigantesca insegna. Nato come garage, si espanse poi con l’aggiunta della stazione di servizio, del diner e del motel.

Fino agli anni ’70 fu un importante punto di ritrovo per migranti e turisti, data la scarsità di servizi in questo tratto desertico. In seguito alla creazione della I-40, il suo declino fu molto rapido. Nessuno si fermava più a fare rifornimento o a rifocillarsi, e così la città eil Cafè si svuotarono inesorabilmente.

L’attuale proprietario del Roy’s Café ha provato diverse strade per riportarlo agli antichi splendori, puntando sul turismo e giocandosi anche la “carta Hollywood”. Nei paraggi sono infatti stati girati film e video musicali. Ad oggi, il diner ha riaperto, e gli unici abitanti fissi di Amboy sono i suoi gestori.

Le Alphabet Towns

Amboy è la prima delle Alphabet Towns, una serie di villaggi che dalla California arrivano fino al confine con l’Arizona lungo la National Trails Highway. La particolarità è che i loro nomi sono in ordine alfabetico, da ovest verso est: Amboy, Bolo, Cadiz, Danby, Essex, Fenner, Goffs, Homer, Ibis, Java.

Come mai? La spiegazione è molto pragmatica. A fine ‘800, l’ingegnere Lewis Kingman (che ha dato il nome alla città dell’Arizona) studiò il territorio per identificare i migliori punti dove realizzare le stazioni per una nuova ferrovia. Per renderle più semplici da ricordare, diede loro dei nome in ordine alfabetico.

Oggi sono solo degli ammassi di edifici abbandonati, e non c’è nulla di particolare da visitare, ma ho pensato che vi facesse comunque piacere conoscere questa curiosità.

Newberry Springs

A Newberry Springs, pochi km ad est di Barstow, potrete vedere il Bagdad Cafè, che nel 1987 ha ospitò le riprese dell’omonima pellicola cinematografica. Prima di allora il locale era conosciuto come Sidewinter Cafè, poi i proprietari ne cambiarono il nome per attirare più turisti ed appassionati di cinema. Il ristorante è pieno di fotografie del set e cimeli della Route.

Barstow

Se volete, prima di andare a Barstow potete fare una divertente deviazione a Calico Ghost Town, una cittadina dell’epoca della corsa all’oro in pieno stile western. E’ più che altro un parco divertimenti, molto turistica e poco autentica. Tuttavia, è un piacevole diversivo, e riscuote sempre molto successo con i più piccoli.

Sin dalla sua nascita nella prima metà dell’800, Barstow è stata un importante snodo ferroviario, e di conseguenza divenne anche una delle principali tappe della Route 66.

La Strada Madre corrisponde all’odierna Main Street, e vi troverete diversi murales commemorativi, in particolare all’incrocio con la 1st Street.

Il Route 66 Mother Road Museum, inaugurato nel 2000, ha una discreta collezioni di cimeli, fotografie e documenti legati alla Route 66 e alle comunità del deserto del Mojave. Se siete appassionati di treni e di trasporti, lì accanto troverete anche il Western America Railroad Museum, dove sono in mostra alcune locomotive storiche. Questi due musei hanno però degli orari molto limitati, essendo aperti solamente dal venerdì alla domenica, dalle 11 alle 15.

Oro Grande

Lasciate Barstow facendo attenzione a prendere la National Trails Highway e non la I-15. In questo modo, arriverete a Oro Grande, dove non potrete non notare una roadside attraction alquanto bizzarra.

E’ il Bottle Tree Ranch di Elmer Long, il quale ne iniziò la realizzazione del 2000. Si tratta di una “foresta” fatta di bottiglie di vetro multicolore, sormontate da ruote, insegne e altri oggetti. Il buon Elmer continua a lavorare alla sua opera, che infatti è sempre in divenire.

Pur non essendo storicamente legata alla Route 66, ne è ormai diventata un’importante attrazione, soprattutto perché il tratto della California non offre molto altro.

Route 66 California, Bottle Tree Ranch di Oro Grande

Victorville

Dopo pochi km giungerete a Victorville e al suo storico Emma Jean’s Holland Burger Cafe. Il diner esiste dal 1947, quando fu costruito ed aperto da Bob e Kate Holland. Più avanti, fu acquistato dal camionista Richard Gentry e da sua moglie Emma Jean, che vi lavorava come cameriera. Oggi è gestito dal loro figlio, Brian.

Qui potrete consumare un’ottima colazione americana, o un abbondante pranzo a prezzi decisamente competitivi.

Gli appassionati di cinema noteranno sicuramente qualcosa di familiare in questo locale. Nel 2004 è stato infatti il set di Kill Bill:Vol.2, film cult di Tarantino. Qui è stata girata la scena in cui la Sposa riesce a riemergere dalla tomba in cui era stata sepolta viva ed entra in un bar a chiedere un bicchiere d’acqua.

A tal proposito, a questo punto potreste fare un’altra deviazione, per vedere l’iconica chiesa del massacro di El Paso, sempre legata al film Kill Bill. La chiesa si trova nella periferie di Lancaster, a circa 60 km da Victorville.

Vi devo però avvertire che questa deviazione vi porterà parecchio fuori rispetto al tracciato della Route 66, che continua invece verso san Bernandino.

Sempre a Victorville ha sede il California Route 66 Museum, anch’esso purtroppo aperto solamente dal venerdì alla domenica.

Vi accingete ora ad entrare nell’area metropolitana di Los Angeles, dove sarete inghiottiti da groviglio di highway e freeway che circondato la città, rendendo di fatto impossibile seguire il percorso della Route 66.

San Bernardino

Poco prima di San Bernardino, nella comunità di Hesperia, troverete il Summit Inn, un diner/motel del 1952. Purtroppo, il locale è oggi chiuso, essendo stato distrutto da un incendio nel 2016.

Un’attrazione classica di San Bernardino è il primo McDonald’s al mondo, oggi un museo. Sempre qui ha sede il secondo Wigwam Motel, copia dell’originale di Holbrook, in Arizona. A differenza del suo “collega”, questo è più moderno, essendo stato rinnovato di recente.

Monrovia

Il sobborgo di Monrovia ospita l’Aztec Motel, una struttura storica risalente addirittura al 1925. L’esterno e le sue 44 stanze richiamano i motivi tipici della cultura maya e azteca. Il motel è attualmente chiuso per ristrutturazione, ma sicuramente vale la pena fare una sosta per ammirarne almeno la facciata.

Pasadena

Pasadena è una vera e propria città, e conta ben 140.000 abitanti. Non ci sono attrazioni legate alla Route 66, ma è il punto ideale per fare una sosta pranzo nel suo grazioso centro. Tra Fair Oak Avenue e W Colorado Boulevard ci sono moltissimi ristoranti dove addentare qualcosa, e negozietti nei quali curiosare. Sempre lungo W Colorado Boulevard, in un parcheggio al numero 1500, troverete la targa che commemora l’invenzione del cheeseburger, nato qui nel 1924.

Sempre parlando di Tarantino e Kill Bill, qualcuno ricorderà che proprio a Pasadena si trovava la casa di Vernita Green. La casa si trova al 5506 di Atlas St, ad appena 7 km dal centro di Pasadena. Vi avverto, però, che si tratta di un’abitazione privata, e i proprietari potrebbero non gradire di essere fotografati.

Santa Monica

Ed eccoci finalmente arrivati a Los Angeles, la città dove la Route 66 termina il suo lungo percorso di oltre 5000 km. Finalmente? E’ probabile che, nell’avvicinarvi al molo di Santa Monica e al cartello “end of the trail”, vogliate rallentare, arrivare il più tardi possibile, fare in modo che il viaggio duri ancora un pochino. Perché arrivare sotto quel cartello rende euforici, ma anche un po’ tristi.

In realtà, la fine della Mother Road non è mai stata presso il molo di Santa Monica. Quella è un’invenzione puramente commerciale e turistica del 2009.

Il primo punto di arrivo era in centro, tra la la 7th Street e la Broadway, dopo pochi anni spostato a Santa Monica, tra la Lincoln e Olympic Blvd. In questo punto troverete anche una targa dedicata a Will Rogers, l’attore americano al quale la Route 66 è simbolicamente dedicata. Questa quindi, deve essere la vostra vera meta, se volete completare appieno il viaggio. Poi, naturalmente, è d’obbligo anche una sosta presso il molo.

Altre attrazioni di Los Angeles

Come già detto per Chicago nell’articolo sull’Illinois, anche per Los Angeles sarebbe impossibile riassumete qui tutte le attrazioni della città. Ecco, comunque, un breve elenco di ciò che non dovreste perdervi nella Città degli Angeli:

  • Hollywood Boulevard, sui cui marciapiedi sono incastonate le stelle con i nomi di cantanti, attori e registi. Nel cortile del Grauman’s Chinese Theatre si trovano invece le impronte di alcuni personaggi famosi. Lungo tutta la strada troverete figuranti in costume, negozi di souvenir e ristoranti a tema cinematografico.
  • Rodeo Drive a Beverly Hills, la via dello shopping di super lusso. Lustratevi gli occhi davanti alle vetrine dei grandi stilisti, comparse anche nel film Pretty Woman.
  • Griffith Observatory, l’osservatorio astronomico e punto panoramico sulla città. Da qui è possibile vedere da vicino la famosa scritta Hollywood.
  • Santa Monica e Venice Beach, le due principali località balneari. A Santa Monica, oltre a visitare il già citato molo potrete fare shopping e prendere il sole sull’ampissima spiaggia, e passeggiare sul lungomare osservando gli innumerevoli ragazzi che fanno sport. Venice Beach è il quartiere alternativo, dove bazzicano una moltitudine di personaggi strambi, e dove si trova la palestra Muscle Beach.
  • El Pueblo, il quartiere storico di Los Angeles. Passeggiate lungo Olvera Street, tra colori e atmosfere messicane, magari assaggiando un classico burrito.
  • Parchi divertimento. Non si può visitare Los Angeles senza andare almeno in uno dei due principali parchi divertimento. Il primo è ovviamente Disneyland, dove recentemente è stata aggiunta un’area a tema Star Wars. Il secondo è Universal Studios, dove è possibile visitare anche i set di alcune famose produzioni cinematografiche, oltre alla sezione dedicata a Harry Potter.

Risorse

Per organizzare il vostro viaggio lungo la Route 66, vi serviranno delle guide specifiche. La strada non esiste ufficialmente più, ed è difficile reperire informazioni sulle normali guide turistiche. Consiglio quindi questi libri e mappe, in inglese:

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