La Route 66 collegava Chicago e Los Angeles attraversando 8 stati. Aperta al traffico nel 1926 e progressivamente smantellata negli anni ’80, ancora oggi rappresenta nell’immaginario collettivo il sogno americano, il viaggio on the road per eccellenza.
Benché ufficialmente sparita dalle cartine stradali, le sue stravaganti attrazioni continuano ad attirare milioni di turisti ogni anno. Il suo mito è stato recentemente celebrato anche nel lungometraggio animato Cars. Per rappresentare la cittadina fittizia di Radiator Springs, i creatori della Disney si sono infatti ispirati ai luoghi reali della Route 66, uno dei quali è qui in New Mexico, a Tucumcari, ed è tra le sue attrazioni più iconiche.
La Route 66 in New Mexico è stata quasi interamente sostituita dalla I-40, ma ci sono ancora alcuni tratti percorribili, alcuni sterrati e altri che costeggiano l’autostrada. Oltre a visitare vecchi motel e ristoranti, potrete anche fare diverse deviazioni, per visitare la capitale Santa Fe e un antico pueblo indiano.
Indice
Quanto tempo dedicare
Per vedere con calma tutte le attrazioni della Route 66 in New Mexico, suggerisco 2/3 pernottamenti, dipende da quanto tempo avete a disposizione. La soluzione migliore sarebbe questa:
- Tucumcari, al Blue Swallow Motel
- Santa Fe, al Silver Saddle Motel
- Gallup, all’El Rancho Motel
Vi segnalo anche gli hotel, perché un viaggio lungo la Mother Road non sarebbe completo senza soggiornare nei suoi alberghi storici, dove si respira l’atmosfera autentica del viaggio on the road.
La sola Santa Fe meriterebbe due pernottamenti, ma immagino sia piuttosto difficile riuscire ad incastrare tutto, anche perché i sui dintorni sono molto ricchi di cose da vedere. Suggerirei, quindi, di lasciare l’esplorazione della bellissima città per un viaggio a parte, magari includendo anche il Texas. Per il viaggio lungo la Route 66, limitatevi quindi ad un passaggio veloce di una notte.
Route 66 in New Mexico, le tappe
Da Glenrio a St Jon
Arrivando dalla Route 66 in Texas, lungo la I-40, prendete l’uscita 0 per entrare in New Mexico dalla città fantasma di Glenrio. Qui è ben evidente l’impatto dello smantellamento della Strada Madre. Dei vecchi fasti non resta altro che edifici diroccati, ai quali è vietato l’accesso. Il più iconico è, o meglio era, il Texas Longhorn Motel, che ai tempi d’oro accoglieva migliaia di visitatori ed oggi è fatiscente.
Da qui parte un tratto sterrato di circa 30 km, che vi condurrà a San Jon, un paesino di 200 abitanti. Anche questo ha tutta l’aria di una città fantasma, dove vedrete ciò che resta di alcune icone della Route 66 come il St Jon Western Motel e una vecchia pompa di benzina.
Tucumcari
Tucumcari, a circa 70 km da St Jon, è insieme a Seligman (AZ) il paese più rappresentativo della Route 66.
Il suo curioso nome rimanda ad una leggenda Apache, e deriverebbe dall’unione dei nomi Tocom e Kari, due giovani indiani. Tocom sfidò a duello il suo acerrimo rivale Tonopah, per conquistare i ruolo di capo tribù nonché la mano di Kari, figlia del vecchio capo. Tonopah uccise Tocom in duello ma Kari, segretamente innamorata di Tocom, intervenne uccidendo a sua volta Tonopah, e suicidandosi subito dopo.
Nata ad inizio ‘900 era una cittadina ai limiti della legalità, dove duelli e sparatorie erano all’ordine del giorno, sviluppatasi attorno alla ferrovia.
Con la costruzione della Route 66, Tucumcari diventa un polo commerciale e turistico che vede nascere hotel, ristoranti, e negozi. AI tempi d’oro della Strada Madre, quindi negli anni ’50 – ’60, Tucumcari poteva ospitare anche 2000 persone, nei suoi 50 motel.
Con la progressiva dismissione della 66, la cittadina si è andata svuotando ed impoverendo. Oggi, vi troverete motel e stazioni di servizio abbandonate, ma anche tante attività che continuano tenacemente a sopravvivere nonostante tutto.
La struttura più rappresentativa è senza dubbio il Blue Swallow Motel, con la sua romantica insegna al neon e la Pontiac parcheggiata lì sotto. Lo slogan “100% refrigerated air”, che segnala la presenza di aria condizionata nelle camere, all’epoca era un vero lusso. Il motto è così famoso da essere stato ripreso nel film Cars, nell’insegna del Cozy Cone Motel.
Gli storici proprietari del Blue Swallow erano Floyd e Lilliam Redman, famosi per la loro accoglienza e generosità. Proprio a Lilliam è dedicata la stanza più bella del motel, la LIlliam Redman Suite. Oggi, l’hotel è gestito da una famiglia originaria del Michigan, ed è iscritto nel National Register of Historic Places.
Altri luoghi da vedere sono il ristorante Kix on 66, il negozio di souvenir TeePee Curious, il Motel Safari e il Tucumcari Trading Post.
Santa Rosa
Questa cittadina di neanche 3.000 abitanti è famosa non tanto per la Route 66, quanto per i suoi numerosi laghi, cosa alquanto inusuale in un territorio desertico come il New Mexico.
Il più famoso di tutti è il Blue Hole, una pozza artesiana dove è possibile fare il bagno, e prendere lezioni di sub. L’acqua, che ha una temperatura costante di 17°, è sempre pulita perché le sue correnti naturali permettono un ricambio completo ogni 6 ore. Utilizzata sin dall’antichità per approvvigionare acqua, diventa una popolare destinazione turistica proprio con l’istituzione della Route 66. Molte persone passavano da Santa Rosa per riposarsi durante il viaggio, scoprendo così questo piccolo gioiellino.
Tornando invece alla Mother Road, a Santa Rosa abbiamo vecchi motel e ristoranti abbandonati, come il Sun ‘n Sand Motel con la sua allegra insegna a forma di sole, o il Sahara Motel, ormai in rovina.
Ma la vera star è il Route 66 Auto Museum, un museo di auto d’epoca. Contiene una trentina di pezzi, tutti restaurati e modificati dal proprietario James “Bozo” Cordova e dai suoi figli. La famiglia sarà felice di mostrarvi il loro piccolo tesoro, cui sono affezionatissimi. Il museo è aperto tutti i giorni, dalle 7.30 alle 18.00.
Il tratto originale: il Santa Fe Loop
Il primo tracciato della Route 66 in New Mexico creava una sorta di triangolo tra Santa Rosa e Albuquerque, passando da Santa Fe. Questo tratto viene tagliato nel 1937 per rendere il percorso più sicuro, e più adatto ad una maggiore circolazione di veicoli.
Il tracciato “nuovo”, rimasto attivo fino alla dismissione della Strada Madre negli anni ’80, collegava invece Santa Rosa direttamente con Albuquerque. In questo modo, i viaggiatori risparmiavano miglia e tempo ma, per contro, Santa Fe fu tagliata fuori dalle rotte commerciali e turistiche.
Se avete tempo, vale la pena di prendere il Santa Fe Loop.
Da santa Rosa, continuate verso ovest lungo l’interstate I-40 e uscite alla 256, per imboccare la US-84 verso nord.
Dopo poco meno di 80 km, arriverete a Las Vegas, una cittadina di 13.000 abitanti, fondata nel 1835 e progettata in stile coloniale spagnolo, con una piazza centrale circondata da palazzi. Tra le cose da vedere ci sono l’Historic Plaza Hotel, un elegante edifico in mattoni rossi del 1882, e il teatro Historic Serf theatre.
Riscendete ora lungo la I-25 per circa 70 km fino al Pecos Pueblo, un classico esempio di villaggio nativo colonizzato dagli spagnoli. Abitato sin dal 1100, viene conquistato dagli spagnoli verso la fine del ‘500. In seguito arrivano anche i frati missionari, che fanno costruire la chiesa cattolica. Il pueblo non ha avuto una storia felice, è infatti razziato, attaccato ed incendiato a più riprese. La chiesa, per esempio, è stata ricostruita ben tre volte. Nel ‘700 cominciano le scorrerie dei Comanche, che fiaccano lo spirito della popolazione al punto da spingerla ad abbandonare il pueblo.
Il sentiero, di circa 2 km e in piano, tocca i principali punti di interesse e i resti dei vari edifici, tra cui la chiesa cattolica. Il villaggio era formato da costruzioni addossate di 4-5 piani, senza porte, ma con camminamenti sopraelevati per spostarsi da un posto all’altro.
Il pueblo è aperto dalle 8.00 alle 18.00 in estate (dal Memorial Day al Labor Day), e dalle 8.00 alle 16.30 in inverno, mentre il Visitor Center chiude circa un’ora prima. Fa parte del circuito dei parchi federali NPS, e l’ingresso è gratuito.
Santa Fe
Ci vorrebbe un post a parte per descrivere la meravigliosa capitale dello stato, ma stavolta ci limiteremo a una carrellata delle principali attrazioni, in particolare quelle legate alla Route 66.
La Route 66 seguiva l’Old Santa Fe Trail e attraversava il centro città, passando dallo storico La Fonda Hotel, la San Miguel Mission e la Loretto Chapel.
Il pittoresco centro storico con edifici in adobe (mattoni di fango, paglia e sabbia cotti al sole) è distante anni luce dalle classiche città americane, sembra quasi di essere in Europa. Tutto ruota attorno alla piazza centrale, la Santa Fe Plaza. Una piacevole area verde dove in estate si tengono eventi e concerti, circondata da negozi, caffetterie, ristoranti e gallerie d’arte. Il Palace of the Governors, del 1610, ospitava gli uffici amministrativi prima della realizzazione del nuovo State Capitol.
La religione cattolica ha un ruolo preponderante a Santa Fe, infatti vi si trovano diverse chiese. La Cattedrale di San Francesco d’Assisi, costruita nella seconda metà dell’800, è meravigliosa al tramonto, quando i raggi del sole la illuminano direttamente, tingendola di calde sfumature dorate.
Da visitare anche la Loretto Chapel, con la sua “scala dei tre misteri”. E’ una scala a chiocciola realizzata senza chiodi né sostegni, di cui si ignorano il costruttore, il legno utilizzato, e il metodo di costruzione. La leggenda vuole che sia stata costruita da San Giuseppe in persona.
Canyon Road, fuori dal centro, è una galleria d’arte a cielo aperto. Popolata da studi di artisti, è bellissima da visitare perché molte opere sono esposte all’esterno, tra piante e aiuole fiorite.
Prima di andarvene, fermatevi a vedere il Silver Saddle Motel. Non ha nulla a che vedere con la Route 66, ma è un bell’ hotel storico a tema western.
Albuquerque
Scendete ora verso Albuquerque, una delle città del New Mexico più legate alla Route 66. La strada tagliava il centro lungo quella che oggi è la Central Avenue, attraversando i quartieri di Nob Hill e Old Town. E’ qui che troverete la maggior parte dei cimeli, come vecchie pompe di benzina e insegne al neon.
Al numero 1450, il 66 Diner è un adorabile ristorantino che sembra essersi fermato agli anni ’50. Il locale serve l’autentico comfort food americano: enormi hamburger e patatine fritte, milkshake, piatti tex-mex e cucina del sud. Il tratto più interessante della Central Avenue è quello tra la 2nd e la 8th street, dove sono concentrati diversi edifici storici e murales. Da non perdere il Kimo Theater, un bel mix tra art déco e architettura adobe del 1927, e il coloratissimo Lindy’s Diner, del 1929.
La Old Town è una città nella città, il cuore di Albuquerque, fondata nel 1706 a partire da questo distretto. In stile adobe, è una deliziosa piazza piena di ristoranti messicani e negozi di artigianato, gioiellerie e librerie.
Essendo questo il centro città, era naturale che vi sorgessero la maggior parte delle strutture ricettive, infatti da queste parti troviamo hotel storici come l’El Don Motel, oggi purtroppo chiuso, il Monterey Motel, e l’El Vado Motel, che sono invece tuttora operativi.
Molti di voi conosceranno Albuquerque perché qui era ambientata una delle serie tv più famose degli ultimi anni: Breaking Bad. Se siete interessati a vedere le location dove è stata girata, leggete questo articolo, nel quale sono elencate le principali.
Deviazione: Acoma Pueblo
Non è sulla Route 66 in New Mexico, ma vale sicuramente una breve deviazione l’Acoma Pueblo, per vedere come vivevano e vivono ancora oggi le comunità native. Conosciuto anche come Sky City, la “città nel cielo”, è un villaggio in stile adobe costruito in cima a una mesa, a 2000 metri di altitudine.
Per raggiungerlo, da Albuquerque prendete la I-40 verso ovest, uscite alla 108 ed imboccate la Casa Blanca Road verso sud per circa 20 km, entrando nella riserva indiana.
Questo luogo inaccessibile è abitato sin dal 1150, ma è stato scoperto dagli europei solo nel ‘500, prima dal frate francescano italiano Marcos de Niza, e successivamente dagli spagnoli. A fine secolo, una sanguinosa battaglia segna la fine dell’indipendenza dei nativi. Molti sono uccisi, deportati in Messico o venduti come schiavi. Il villaggio si ripopola dopo circa 20 anni, con l’arrivo del frate missionario Juan Ramirez, che fa costruire la chiesa dedicata a Santo Stefano. Segue un altro periodo di rivolte e battaglie finché, nel 1699, i nativi non giurano fedeltà alla corona spagnola.
Nel 1848, il New Mexico è annesso agli Stati Uniti e il pueblo, grazie alla sua posizione isolata, riesce a mantenere le proprie tradizione, pur con un lento conformarsi alla società moderna. Nel 1990 nasce il Casinò di Sky City, e nel 2006 sono aperti al pubblico il Centro Culturale e il Museo Haak’u.
Il villaggio può essere visitato solo con guida locale. Se volete scattare fotografie, dovrete acquistare un pass (io l’ho fatto), ma non potrete comunque ritrarre le persone, o vendere i vostri scatti.
Il tour dura 90 minuti, e ve lo consiglio caldamente. E’ un viaggio interessantissimo nella vita quotidiano di questa comunità così riservata e orgogliosa, e vi aiuterà a capire molto dei nativi americani. Prenotate in anticipo, i posti sono limitati e gli orari ridotti.
Grants
Seguite la Indian Service Route 38 fino a McCarty’s. Da qui, prendete la Pueblo Road e poi svoltate a sinistra senza entrare nell’Interstate. In questo modo, potrete proseguire fino a Grants lungo la “vera” Route 66.
Nata come campo ferroviario a fine ‘800, si sviluppa sì con alla Mother Road, ma soprattutto grazia alla scoperta di giacimenti di uranio. Gli scavi iniziarono negli anni ’40, in pieno boom atomico, e continuarono fino agli anni ’80 . Oggi è infatti conosciuta come “capitale mondiale dell’uranio“.
Le attrazioni legate alla Route 66 sono vestigia di un passato che ormai non esiste più, essendo tutte chiuse e in rovina. Tra di esse, il Grants Café, del 1937, la cui insegna è stata venduta a un collezionista nel 2019, il Wayside Motel, il Sands Motel, ed il Lux Theater, anch’esso del 1937.
Gallup
L’ultima cittadina della Route 66 in New Mexico è Gallup. Nata a fine ‘800, oggi è considerata il cuore della comunità indiana, in quanto è vicina alla riserva, e abitata prevalentemente da nativi.
Pensate che oltre il 70% dell’artigianato indiano originale venduto nel mondo viene proprio da qui, infatti vi troverete numerosissimi negozi con articoli di qualità. Potrete inoltre assistere a diversi eventi, come il Summer Nightly Indian Dances, che si tiene in estate presso la Courthouse Square.
El Rancho Motel, del 1936, è un albergo leggendario. Nei tempi in cui la città era utilizzata come set per i film western, vi hanno soggiornato star come John Wayne , Kirk Douglas e il non ancora presidente Ronald Reagan. Anche se non dormite qui, visitate la lobby, piena di cimeli.
Altre strutture originali della route 66 sono la stazione di servizio Armco, il Lariat Loge, del 1952, e l’El Morro Theatre, costruito in stile coloniale spagnolo nel 1928.
Da Gallup, la Route 66 prosegue in Arizona, lo stato che ne custodisce le attrazioni più famose.
Risorse
Per organizzare il tuo viaggio lungo la Route 66 ti serviranno delle guide specifiche. La strada non esiste ufficialmente più, ed è difficile reperire informazioni sulle normali guide turistiche. Ti consiglio quindi questi libri e mappe, in inglese:
- Route 66 Adventure Handbook
- Route 66: EZ66 Guide For Travelers
- Here It Is! The Route 66 Map Series. Sono 8 mappe, una per stato, con il percorso dettagliato e tutti i punti di interesse. Indispensabili.