La Route 66 è una vecchia Highway americana, che collegava Chicago e Los Angeles attraversando 8 stati del midwest e west americano. Aperta nel 1926 e progressivamente smantellata negli anni ’80, ancora oggi rappresenta nell’immaginario collettivo il sogno americano, il viaggio on the road per eccellenza.
La tratta più frequentata è quella dell’Arizona, per la sua vicinanza ad attrazioni come il Grand Canyon, ma anche gli altri stati hanno molto da raccontare. Dopo Illinois, Missouri e Kansas, la strada attraversa l’Oklahoma, per poi proseguire in Texas, New Mexico, Arizona e California.
In Oklahoma entrerete in contatto con il lato più umano della Route 66, con le storie del suo appassionato popolo. I suoi piccoli ristoranti e musei raccontano vicende di generosità, caparbietà e spirito di sopravvivenza, tutti tratti in comune con la strada più famosa degli USA.
Storia della Route 66
La Route 66 è, o meglio era, un nastro d’asfalto lungo 4500 km, che congiungeva Chicago e Los Angeles, nata nel 1926 per promuovere il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia.
E proprio l’Oklahoma si rese protagonista, suo malgrado, del primo utilizzo massiccio di quella che Kerouac battezzerà la “Strada Madre” degli USA. All’inizio degli anni ’30, la terribile tempesta di sabbia conosciuta come Dust Bowl portò sul lastrico molti contadini del Midwest americano, i quali non ebbero altra scelta che lasciare le proprie terre per cercare fortuna in California, come magistralmente raccontato in Furore di George Steinbeck.
Usata durante la guerra per movimentare materiale bellico, negli anni ’50 la Route 66 divenne la strada preferita di chi si muoveva per turismo. In questi anni nacquero e prosperarono i motel, le roadside attractions, i ristoranti e le celeberrime pompe di benzina. Fu il momento di massimo splendore della Route 66, la nascita del mito americano e del viaggio on the road.
Purtroppo, la Strada Madre divenne presto inadeguata alla mole di traffico, e così fu progressivamente sostituita dalle grandi autostrade. I viaggiatori non si fermavano più così spesso lungo in percorso, le attività fallirono, e i paesini si svuotarono pian piano.
Fortunatamente, oggi il suo mito sopravvive ancora, e moltissimi appassionati e nostalgici la percorrono ogni anno, mantenendola ancora viva ed attiva.
Quanto tempo dedicare
Come indicato nel mio itinerario, vi occorreranno due notti per visitare bene tutte le attrazioni della Route 66 in Oklahoma.
In arrivo dal Missouri, dove vi consiglio di pernottare allo storico Munger Moss Motel, attraversate il breve tratto in Kansas e poi fermatevi a Tulsa. Il giorno seguente pernottate a Oklahoma City, per dedicare mezza giornata alla capitale dello stato, e proseguire quindi verso il Texas.
Se non avete abbastanza tempo a disposizione, e dovete ridurre a una notte, pernottate a Chandler, che è a metà strada tra Tulsa e OKC. In questo caso, però, dovrete rinunciare alla visita di quest’ultima.
Route 66 in Oklahoma, le tappe
The Ribbon Road, tra Miami e Afton
Oltrepassato il confine con il Kansas, arriverete nella piccola cittadina di Commerce e, subito dopo… a Miami! Ovviamente non stiamo parlando di quella Miami, bensì di un paesino sperduto nell’Oklahoma rurale, la cui principale attrazione è il Coleman Theater, un teatro del 1929 in stile revival spagnolo.
Ma la cosa per cui è famosa Miami è il tratto di strada che la collega alla vicina Afton, conosciuto come Ribbon Road, o Sidewalk Road. Quando fu realizzato, negli anni ’20, era uno dei primi tratti stradali asfaltato dello stato, e poiché il traffico era davvero molto limitato, si decise di costruire una sola corsia. Una scelta che oggi appare incredibile, ma perfettamente in linea con i tempi.
Benché non tocchi nessuna particolare attrazione, la Ribbon Road rappresenta un pezzo di storia americana e vale la pena di percorrerla per il breve tratto ancora aperto al traffico.
Station Packard Museum (chiuso)
Afton conobbe una discreta prosperità ad inizio ‘900 grazie alla ferrovia, ma il suo declino cominciò già dopo la prima Guerra Mondiale, e neanche il passaggio della Route 66 riuscì a risollevarne le sorti.
Fino a pochi anni fa, la cittadina ospitava però una delle più gradite sorprese della Route 66 in Oklahoma, l’Afton Station Packard Museum. Laurel e David Kane avevano acquistato un vecchio distributore di benzina nel 1999, trasformandolo in un piccolo ma curatissimo museo di auto Packard.
L’ingresso era gratuito, ed i gentilissimi proprietari erano soliti intrattenersi con i visitatori, per condividere le loro esperienze e la loro passione per le auto e la Strada Madre.
Purtroppo, dopo la dipartita di entrambi, il museo è definitivamente chiuso.
Clanton’s Café
La Route 66 è uno dei pochi posti negli USA dove persistono ancora attività che appartengono alla stessa famiglia da generazioni, ed il Clanton’s Café di Vinita è una di queste.
Fu aperto nel 1927 da Grant Taylor con il nome di Busy Bee Café, e dal 1997 è di proprietà della sua discendente, Melissa Clanton-Patrick, e del marito Dennis. Oltre a gestire il ristorante, i due supportano anche molte iniziative sociali locali.
Un pranzo al Clanton’s Café e quattro chiacchiere con i proprietari sono una tappa obbligatoria della Route 66. I loro piatti forti? Il chili, preparato con la ricetta originale di Tom Clanton, e la chicken fried steak, una bistecca di manzo impanata e servita con salsa gravy. E’ un piatto originario del sud degli Stati Uniti, che ha però preso piede anche in Oklahoma, al punto da diventarne il piatto tipico.
Ed Galloway’s Totem Pole Park
Nei pressi di Foyil, un minuscolo paesino di 350 abitanti, troviamo il Totem Pole Park, un parco-tributo ai nativi american. A farla da padrona sono le caratteristiche costruzioni a colonna tipiche dei nativi, erette da Ed Galloway tra il 1937 e il 1962, anno della sua morte.
La struttura principale è il Large Totem, una colonna alta oltre 20 metri, composto da 28 tonnellate di cemento, 6 di acciaio e 100 di sabbia e pietra. Sulla sua superficie sono scolpite oltre 200 immagini che rimandano alla cultura nativa.
Da non perdere anche il Fiddle House Museum, che custodisce i violini realizzati da Galloway.
The Blue Whale, Catoosa
La Route 66 è costellata di roadside attractions, ovvero sculture o edifici a bordo strada, il cui scopo è intrattenere i viaggiatori, che possono così fare delle brevi soste per sgranchirsi le gambe nei lunghi spostamenti.
Una di questa è la grande balena sorridente di Catoosa. Nacque negli anni ’70 per uso privato, sulle sponde di un laghetto appartenente a Hugh Davis, direttore dello zoo di Tulsa.
Con il passare del tempo, sempre più persone del posto iniziarono a fermarsi per ammirare la balena e frequentare il lago, che Davis rese quindi pubblico. Trovandosi nei pressi della Route 66, la balena cominciò ad essere sempre più associata alla Strada Madre, della quale ormai è diventata un’icona.
Tulsa
Tulsa è la seconda città più grande dello stato dopo Oklahoma City, e può essere considerata il luogo di nascita della Route 66. Cyrus Avery, il suo fondatore, si trovava infatti qui quando lanciò l’idea di un’autostrada che collegasse il midwest e l’ovest americani.
E proprio a lui è dedicata Centennial Plaza, sulle rive del fiume Arkansas. Il monumento si compone delle bandiere degli 8 stati, che circondano due sculture in bronzo, simboleggianti l’unione tra est e ovest. La pima, l’ovest, raffigura un carro trainato da cavalli, l’altra, l’est, un’auto con a bordo l’attore di origine cherokee Will Rogers.
Altre attrazioni a tema che troverete in città:
- Hanks’ Hamburger, un ristorante storico che dal 1949 serve hamburger di ottima qualità in una location senza fronzoli.
- Buck Atom’s Cosmic Curios, un negozio di souvenir e oggettistica varia di fronte al quale campeggia il muffler man raffigurante uno space cowboy.
- Tally’s Good Food Cafe, un diner in stile anni ’50 che vanta di servire i migliori cinammon rolls della città. Fu rilevato da un immigrato libanese nel 1987, e trasformato in un’attività di successo dedita anche alla filantropia, visto che ogni anno serve gratuitamente la cena del Ringraziamento.
- Golden Driller, un altro muffler man, stavolta raffigurante un lavoratore dell’industria petrolifera. Costruito nel 1959 per la fiera del petrolio, oggi è stato ricollocato presso il Tulsa Expo Center.
Rock Cafe
Questo diner di Stroud risale agli anni ’30, e fu costruito con dei massi di pietra avanzati da un altro edificio. Come tutta la Route 66, anche il Rock Café conobbe il successo e il declino in seguito allo smantellamento della strada, ed inoltre fu quasi distrutto due volte: prima da un tornado nel 1999, e poi da un incendio nel 2008.
Ma, sempre come la Strada Madre, anch’esso si risollevò dalle proprie ceneri. Con pazienza e determinazione, la sua proprietaria Dawn Welch è riuscita a tenerlo in piedi, ed oggi lei e il suo locale sono un’icona della Route 66.
I creatori di Cars, il film d’animazione del 2006 ambientato in una cittadina fittizia dell’Arizona, si sono ispirati proprio a lei per il personaggio di Sally Carrera, la porsche blu.
Arcadia
Alle porte di Oklahoma City, la piccola Arcadia custodisce alcuni gioiellini legati alla Route 66:
- OK County 66 – John’s Place, una specie di Route 66 in miniatura, con tanto di diner, pompa di benzina, una piccola blue whale, e persino una Volksagen piantata a terra, come al Cadillac Ranch di Amarillo.
- Round Barn, un fienile a pianta rotonda del 1898.
- Pops, un gigantesco negozio di bibite gassate. Troverete veramente di tutto, dalla classica cola alle bibite alla pancetta e ai popcorn. Provate la root beer, una bevanda analcolica all’aroma di radice di sassofrasso.
Oklahoma City
Oklahoma City, la capitale dello stato, non ha attrazioni di rilievo legate alla Route 66. Tuttavia, sarebbe un peccato non fermarsi a visitare questa città, che difficilmente riuscirete ad inserire in un altro itinerario.
La Strada Madre passava attraverso Oklahoma City lungo quella che oggi è la 23rd Street, ed è lì che troverete la maggior parte degli edifici vintage, come il Milk Bottle Building. Un piccolo edificio in mattoni, la cui peculiarità è la grande bottiglia di latte che campeggia sul tetto.
Nel 1995, OKC fu colpita da quello che fino al 2001 fu il più grave attacco terroristico sul suolo americano. Timothy McVeigh, veterano della guerra del Golfo, fece esplodere un’auto-bomba presso l’ Alfred Murrah Federal Building, uccidendo 168 persone. In quel luogo sorge oggi un toccante memoriale: due archi in pietra che recano l’ora dell’attentato, con una grande vasca rettangolare al centro e 168 sedie vuote.
Bricktown è un quartiere industriale riqualificato, pieno di bar, negozi e ristoranti, tra i quali I love This Bar di Toby Keith, famoso cantante country. Passeggiate a piedi in questa graziosa zona pedonale, oppure fate un giro in barca lungo il piccolo canale.
Stockyards City è il quartiere delle aste di bestiame, anche questo riqualificato e trasformato in una zona a tema western dalla vivace vita notturna. Gli appassionati del genere potranno acquistare cappello, stivali e altro abbigliamento country. per cena, fermatevi al Cattlemen’s Steakhouse, un ottimo ristorante di carne spesso frequentato dai VIP.
Infine, visitate il National Cowboy & Western Heritage Museum, il museo dedicato alla cultura western americana, con una collezione di oltre 28.000 pezzi.
Old Route 66, tra El Reno e Hydro
Lasciata Oklahoma City, la Route 66 cambia direzione. Se finora si è sviluppata lungo l’asse nord-sud, da qui in poi comincia a correre orizzontalmente verso ovest e la California. Questa parte è ormai stata quasi interamente sostituita dalla I-40, ma ci sono ancora alcuni tratti originali che si possono percorrere.
Uno di questi va da El Reno a Hydro, 60 km tra campi di granoturco e fienili lungo una strada stretta, dissestata, ed assolutamente imperdibile. A metà strada, fermatevi al Cherokee Trading Post, un negozio di souvenir e artigianato locale dei nativi, con in più un piccolo ristorante.
Lucille’s Historic Highway Gas Station
Questa stazione di servizio di Hydro è molto più di una semplice pompa di benzina, è un vero pezzo di storia. Acquistata da Lucille Hamons nel 1941, fu anche un motel e un gift shop, ma soprattutto un luogo dove i più poveri e disperati potevano trovare rifugio per la notte, senza dover sborsare un centesimo.
Conosciuta come “Madre della Strada Madre”, Lucille era infatti una persona estremamente generosa, ed era solita offrire vitto e alloggio a coloro che non se lo potevano permettere. Nel 1999, la signora (che morì l’anno seguente) fu insignita della più grande onorificenza dello stato, una targa nell’Oklahoma Route 66 Hall of Fame, nella vicina Clinton.
National Route 66 Museum
Situato a Elk City, questo enorme complesso comprende ben 4 musei: Old Town Museum, Farm & Ranch Museum, Blacksmith Museum, e naturalmente il Museo della Route 66. E’ praticamente impossibile non notarlo, grazie alla sua gigantesca insegna al neon e a Myrtle, la bambola kachina alta quasi tre metri.
La sezione sulla Route 66 comprende reperti, foto, documenti e mezzi provenienti da tutti e 8 gli stati attraversati dalla Highway. Potrete “fare un giro” su una cadillac del 1955, visionare filmati, e passeggiare tra le ricostruzioni di interi edifici nel cortile esterno.
Le altre sezioni raccolgono testimonianze dei pionieri e della conquista dell’ovest, arte nativa, abbigliamento e accessori da rodeo, oltre a trattori, mulini a vento, armi, ferri di cavallo e altri oggetti legati alla vita rurale e al mondo western.
Sandhill Curiosity Shop
Quasi al confine con il Texas, il Sandhill Curiosity shop in realtà non è affatto un negozio. E’ semplicemente un’esposizione di oggetti e cimeli della Route 66, raccolti negli anni da Harley e Annabelle Russell, accumulatori seriali noti anche come i Mediocre Music Makers of Erick.
Annabelle è purtroppo venuta a mancare nel 2016, ma il marito Russell continua a deliziare i visitatori con sessioni improvvisate di musica live e con le sue battute al vetriolo. Vi devo però avvisare che Harley è un personaggio po’ sui generis. Alcuni lo trovano spassoso, altri potrebbero però ritenerlo eccessivo o addirittura offensivo.
Texola
L’ultima cittadina della Route 66 in Oklahoma è ormai una città fantasma, abbandonata negli anni ’90. Un giro lungo la sua strada principale fa capire quanto devastante sia stata la dismissione della Strada Madre per le piccole comunità.
Gli edifici più rilevanti sono la stazione di servizio Magnolia, del 1930 e iscritta nel National Register of Historic Places, e la prigione con una sola cella. Resiste invece tutt’oggi il Water Hole #2, un piccolo diner degli anni ’30 gestito dalla signora Masel, i cui hamburger sono stati votati come i migliori dell’Oklahoma.
Risorse
Per organizzare il vostro viaggio lungo la Route 66, vi serviranno delle guide specifiche. La strada non esiste ufficialmente più, ed è difficile reperire informazioni sulle normali guide turistiche. Consiglio quindi questi libri e mappe, in inglese:
- Route 66 Adventure Handbook
- Route 66: EZ66 Guide For Travelers
- Here It Is! The Route 66 Map Series. Sono 8 mappe, una per stato, con il percorso dettagliato e tutti i punti di interesse. Indispensabili.