Il carattere della Bretagna è tutto nei suoi villaggi: le barche dei pescatori ribaltate dalla bassa marea, le tipiche abitazioni chaumières con il tetto di paglia, le cappelle in pietra nera.
Che siano sul mare o in campagna, i borghi della Bretagna sono la chiave di lettura della regione e dei suoi abitanti, ed è impossibile resistere alla loro tranquilla atmosfera d’altri tempi. Un fascino che resta immutato, che anzi forse risalta ancora di più nelle giornate cupe e uggiose, come quelle che ho trovato io.
Vi propongo tre villaggi, uno nel Morbihan e due nel Finistère, che non devono mancare nel vostro tour della Bretagna: Saint-Cado, Pont-Aven e Doëlan. Tre borghi con sfaccettature diverse, ma tutti inconfondibilmente bretoni.
Indice
Saint-Cado
Saint-Cado è la minuscola frazione del comune di Belz, a metà strada tra Vannes e Lorient. Si affaccia sulla Ria d’Etel, una baia interna famosa per le coltivazioni di ostriche e altri molluschi, ma anche per il bird-watching.
Lasciate l’auto al parcheggio gratuito di Rue des Jardins, e seguite a piedi il profilo del porticciolo, che cambia aspetto al susseguirsi delle maree. In Bretagna, nulla mi è piaciuto più delle barchette dei pescatori ormeggiate sul bagnasciuga, piccole macchie di colore che vivacizzano e rendono unico il panorama.
Il Pont de Saint Cado collega la terraferma con l’îlot, il tranquillo isolotto abitato dai pescatori con le sue chaumières e le case con le imposte di un azzurro accecante e i tetti in ardesia.
Fate il giro dell’isola in senso orario, ed in pochi minuti arriverete alla suggestiva cappella romanica, un edificio del XII secolo con elementi più moderni, come le bellissime vetrate degli anni ’60.
Il panorama più simbolico di Saint Cado è però probabilmente la solitaria casetta di pescatori, costruita su uno scoglio sulla sinistra del ponte. Un’immagine che ben rappresenta la Bretagna tutta.
Doëlan
Per visitare il prossimo dei tre borghi della Bretagna da non perdere, dobbiamo lasciare il Morbihan ed entrare nel Finistère. Questo dipartimento ha un nome evocativo, che viene dal latino “finis terrae“, la “fine della terra”. E’ infatti l’estremità nord-orientale della Francia, una regione di fari e scogliere a picco sul mare.
La piccola Doëlan è infatti una località a vocazione marittima. Il suo porto da cartolina è protetto da due fari striati, uno verde e uno bianco, e custodisce una moltitudine di imbarcazioni da pesca, in fila e pronte a partire, con la prua rivolta al mare.
Parcheggiate nei pressi del faro verde, e seguite a piedi il percorso panoramico, attraversando il Pont Du e proseguendo sull’altra sponda. Quando i pescherecci rientrano la sera, vengono imbastiti dai banchi sulla riva destra, dove è possibile acquistare il pesce freschissimo.

Pont-Aven
Con il terzo dei borghi della Bretagna da visitare, si cambia decisamente scenario.
Restiamo nel Finistère, ma ci spostiamo leggermente nell’entroterra, dove sorge il villaggio di Pont-Aven, famoso per i suoi mulini e per gli artisti che vi hanno soggiornato. Non fosse per le frotte di turisti e i tanti, troppi negozi di souvenir, l’atmosfera in questo borgo sarebbe assolutamente bucolica.
Trovare parcheggio in questa località non è semplice. Noi abbiamo trovato posto nei pressi del cimitero, sulla Rue des Abbès Tanguy. Lì c’è un parcheggio piuttosto grande, a circa 10 minuti dal centro.
Seguite il corso del fiume per ammirare i 14 mulini ancora attivi, alimentati dalle acque del fiume L’Aven, che proprio qui ha il suo estuario. Il lungofiume e i ponticelli sono un tripudio di fiori e piante, gli scorci panoramici sono innumerevoli. Il mio preferito, però, è quello dall’ultimo ponticello prima del porto, dove il fiume scorre tra enormi massi granitici ed edifici ricoperti d’edera. Sempre in questa zona, non perdetevi una delle chaumières più belle, che oggi è l’hotel Roz Aven.
Pont-Aven è così pittoresca, che non poteva che attirare pittori e artisti, in particolare nel secondo ‘800. Il suo ospite più illustre fu Paul Gauguin, che addirittura fondò una scuola di artisti nel 1886. Seguite le sue orme passeggiando fino al Bois D’Armour, dove il maestro era solito dipingere. Ancora oggi, in centro esistono gallerie d’arte e singolari negozi di artigianato.
Vale la pena di proseguire fino alla Chapelle de Trémalo, una delle tipiche cappelle bretoni in pietra scura. Questa ha un tetto così spiovente, che arriva quasi a toccare il terreno.
Infine, non lasciate Pont-Aven senza aver assaggiato le galettes, il tipico biscotto sottile al burro. Io le ho assaggiate e acquistate alla Biscuiterie de Pont-Aven, dove ne hanno diverse varietà, oltre ad una selezione di altri prodotti gastronomici regionali.