La Lombardia è tutta costellata di laghi, da quelli più grandi e famosi come il Garda e il Maggiore, a quelli più piccoli e sconosciuti, che offrono comunque panorami eccezionali, un’opportunità perfetta per una gita domenicale lontana dalla folla.
Il Lago di Garlate è una specie di “appendice” del Lago di Como. A Lecco, il lago sfocia nel fiume Adda, che dopo poche centinaia di metri si allarga nuovamente per formare altri due laghi, quello di Garlate e quello di Olginate. L’Adda prosegue poi il suo corso verso la destinazione finale, il Po.
In questa zona, e proprio sulle sponde di questo lago, sono ambientate alcune vicende narrate dal Manzoni nei I Promessi Sposi. Un romanzo che è stata la tortura un po’ di tutti noi alle superiori, che però è bello riscoprire da adulti, magari proprio visitandone i luoghi simbolo.
Quasi nessuno ci fa caso, ma il Lago di Garlate è citato proprio nell’incipit del romanzo:
Il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
I Promessi Sposi, Capitolo I
In questo articolo di parlerò dell’anello del Lago di Garlate, una pista ciclo-pedonale che copre quasi interamente il perimetro dello specchio d’acqua. Un percorso pianeggiante da godersi in famiglia grazie ai tanti parchi, aree gioco per bambini, bar e ristoranti, tra le più belle cose da fare sul Lago di Como.
Indice
Come arrivare
Da Milano, raggiungete Lecco con la superstrada SS36, che potete prendere dall’uscita della tangenziale di Cinisello Balsamo Sud. Uscite a Pescate o Lecco Bione, subito dopo il tunnel del Monte Barro, per arrivare nella zona del nostro percorso.
L’Anello del Lago di Garlate è, appunto, un sentiero ad anello. Ciò significa che potete iniziare da dove preferite (o da dove trovate parcheggio). Noi abbiamo lasciato l’auto di fronte al Conad (ex Bennet) di Pescate.
Info Pratiche
Prima di partire, scaricate l’utilissima guida completa del sentiero in PDF.
Percorso
Per cominciare, vi devo segnalare che il percorso completo prevede anche il lago di Olginate, per un totale di 18 km. Questo, però, ve lo consiglio solo se siete in bicicletta, a piedi è davvero troppo. Noi, infatti, ci siamo “limitati” ai 14.5 km del solo anello del Lago di Garlate. Per modo di dire, in realtà è stata una sfacchinata.
- Lunghezza: 14.5 km
- Dislivello: insignificante
- Tipologia: ad anello
- Difficoltà: media
In base alla guida, il punto di partenza è il ponte Azzone Visconti, ma noi siamo partiti dal Parco Addio Monti di Pescate.
Bike Sharing
Se non avete la possibilità di portare la vostra bici, potete affidarvi al bike sharing. Noi abbiamo preferito completare tutto il giro a piedi, ma le due ruote avrebbero fatto molto comodo, soprattutto nel tratto più noioso tra la Rocca dell’Innominato e Pescarenico.
Ci sono diverse postazioni di BicIncittà lungo l’anello del Lago di Garlate, perfette per fare un mix tra trekking e pedalata. Trovate le tariffe su questa pagina.
Trovo molto comoda la formula 8FORYOU: avrete a disposizione la bicicletta per 8 ore, al costo d 10€, e senza ulteriori sovrapprezzi. Trovate tutte le info e le tariffe a ore su questa pagina.
Anello del Lago di Garlate, cosa vedere
Pescate
Cominciamo il giro ad anello del Lago di Garlate dal piccolo comune di Pescate, un “sogno tra lago e monte”, come ci dicono i cartelli. La pista ciclo-pedonale attraversa alcuni piacevoli parchi cittadini.
Il più famoso è il Parco Addio Monti, che ricorda il celebre passo de I Promessi Sposi. La scena è in realtà ambientata a Pescarenico, come vedremo poi, ma è citata anche Pescate. Il momento è quello in cui Renzo torna finalmente a casa dalla sua Lucia:
Quanto a stanco, lo poteva essere, ma non ne sapeva nulla: e il freschetto del mattino sopraggiunto a quello della notte e di quel poco bagno, non gli dava altro che una fierezza, una voglia d’andar più in fretta. E’ a Pescate; costeggia quell’ultimo tratto dell’Adda, dando però un’occhiata malinconica a Pescarenico; passa il ponte; per vie e per campi, arriva in breve a casa dell’ospite amico.
I Promessi Sposi, Capitolo XXVII
Questo tratto di sentiero è molto romantico, soprattutto nella bella stagione, con le piante fiorite e le barchette ormeggiate. Ogni angolino merita di essere fotografato.


Garlate
Poco dopo l’ingresso a Garlate, la pista lungolago termina in corrispondenza del Camping Rivabella. Occorre proseguire lungo la Via Statale, dove il marciapiede è comunque largo e ben tenuto.
Andiamo via spediti, lungo quetso punto non c’è nulla da vedere. Riprendiamo la pista subito dopo il Mc Donald’s, e arriviamo al Civico Museo della Seta Abegg. Voluto dalla proprietà svizzera negli anni ’50, il museo espone macchinari, filature e tipi di filati.
Il museo è aperto solo nei weekend (sab 14.30-18.30, dom 9.30 – 12.30 e 14.30-18.30, fino alle 17.30 in inverno) e l’ingresso costa 6€ (4€ ridotto).


Olginate
Oltre il museo,seguiamo la pista lungo l’alzaia, e cominciamo a vedere i resti della fortificazione viscontea, che ora circondano i parco di Villa Fenaroli. Dall’altro lato svetta, in cima alla sua rupe, la Rocca dell’Innominato, che vedremo a breve.
Proseguendo verso sud si sente il roboare dell’acqua. Siamo arrivati alla diga di Olginate, che dal 1946 regola il livello del Lago di Como. Questo è per noi il punto di svolta, essendo a piedi non continueremo il percorso lungo il Lago di Olginate. Se siete in bici, vi consiglio di farlo, ci sono tanti altri punti di interesse.
Prima di passare sull’altra sponda, diamo un’occhiata alla splendida Villa Schiatti, detta Carmen. Si tratta di una bella villa in stile liberty degli anni ’30, di proprietà privata.



Vercurago, la Rocca dell’Innominato
Oltre il ponte sull’Adda siamo a Calolziocorte. Come a Garlate, anche qui dobbiamo percorrere un tratto in strada, per ritrovare la nostra pista ciclo-pedonale alla spiaggia di Vercurago.
Questo è uno dei luoghi più frequentati, perché il lungolago è ben tenuto, e ci sono dei punti in cui è possibile fare il bagno e prendere il sole. Ci sono anche tanti bei bar chiringuito e ristorantini, perfetti per una meritata sosta dopo quasi 9 km di cammino!

Ma noi siamo qui per l’itinerario manzoniano, infatti ciò che ci interessa è il Castello dell’Innominato. Si tratta dei resti di una fortificazione, probabilmente una delle residenze di Francesco Bernardino Visconti, ufficiosamente riconosciuto come l’Innominato.
La rocca è appollaiata in cima a una rupe, oltre il Santuario della Valletta. Vi dico la verità, di fare tutta la salita a piedi proprio non ce la siamo sentita. Abbiamo proseguito l’anello del Lago di Garlate, e poi siamo tornati in auto verso il castello.
Anche così, c’è una bella scarpinata Bisogna salire i gradini che portano al santuario, una specie di via crucis con tanto di cappelle votive, e poi arrivare fino in cima. Una fatica, comunque, ampiamente ripagata dalla bellezza del panorama, e dalla particolarità di questo eremo.



Pescarenico, l’Addio ai Monti
Dopo il Castello, e per un bel pezzo, il percorso è abbastanza noioso. Sulla sinistra, lungo il lago, ci sono aree verdi dove riposarsi e parchi giochi per i piccoli, ma sulla destra ci sono solo ditte, e il Centro Polisportivo al Bione.
La vera chicca arriva una volta superato il ponte della superstrada, quando si approva nel quartiere Pescarenico. Siamo nel comune di Lecco, ma qui sembra di fare un salto indietro nel tempo.


Il borgo è molto caratteristico, con le barche ormeggiate, e la piccola piazzetta affacciata sul molo, circondata da case con i balconi fioriti. Qui è ambientato l’Addio ai Monti, lo struggente passo de I Promessi Sposi in cui Renzo e Lucia lasciano la loro terra, per sfuggire a Don Rodrigo.
Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!
I Promessi Sposi, Capitolo VIII
Per le vere foto panoramiche di Pescarenico, però, dovrete aspettare di essere sull’altra sponda dell’Adda, poco prima di tornare a Pescate. Da qui, la vista è imbattibile.
Entrando nel paesino, troviamo la Chiesa dei Santi Materno e Lucia, nota come il convento di Fra’ Cristoforo.
Isola Viscontea e Ponte Azzone Visconti
Da qui si prosegue per un breve tratto in strada, fino a giungere di fronte all’Isola Viscontea. Questa è un’isola artificiale, usata prima come fortino, e poi come casa di pescatori. Questo fino agli anni ’50, quando fu abbandonata. Attualmente è un Luogo del Cuore del FAI.
Arriviamo quindi al Ponte Azzone Visconti, che come detto sarebbe in realtà il punto di partenza dell’Anello del Lago di Garlate. Noi ce lo siamo tenuto per ultimo, ma è stata un’ottima idea, perché abbiamo visto i luoghi più suggestivi alla fine del giro. Il ponte risale al 1300, ed è uno dei simboli della città di Lecco.


Torniamo sull’alzaia, che riusciamo ad imboccare poco oltre il benzinaio, per le bellissime foto di Pescarenico con il Resegone sullo sfondo, e completiamo così il nostro giro, dopo ben 15 km!



Visitare i dintorni
Salite lungo la sponda lecchese per circa 30 km ed arriverete a Varenna, una delle località più gettonate del lago, non a caso definita il “diamante del Lario”.
Da qui, dopo una passeggiata alla fortezza medievale del Castello di Vezio, e tra le strette viuzze del centro storico, prendete la il battello per Bellagio.
Impossibile non restare affascinati dalla “perla” del lago, che sorge nel punto in cui i due rami del Lario confluiscono, trasformandosi in un unico lago. Ammirate i lussureggianti giardini e le sontuose ville, e subito capirete perché a Las Vegas c’è un hotel che porta proprio il nome di questa cittadina.


Interessante!ma in una giornata non si riesce a fare tutto penso…giusto?
Per un attimo mi è sembrato di tornare ai tempi della scuola, quando studiavo i Promessi Sposi. Ho amato quei posti, ho trovato molto utili la presentazione dell’itinerario. Chissà se un giorno riuscirò a realizzarlo!
Ciao Valeria, spero proprio tu riesca a fare questo itinerario. Il giro è lungo ma semplice, in piano. L’unica faticaccia è salire al castello dell’Innominato, lì c’è da fare un bel po’ di gradini!