Negli Stati Uniti ci sono strade, che non sono solo strade. Sono storie, leggende, attraversano il paese e, con i loro km di asfalto, raccontano di esistenze difficili, sogni, speranze e riscatti. Sono l’essenza e a fibra stessa del Paese, un Paese che si è sempre basato sul movimento e sul desiderio di scoperta.
La più famosa è senza dubbio la US Route 66, di cui ho anche preparato un itinerario. Nata per collegare il Midwest alla California, è stata protagonista della grande migrazione dei contadini negli anni ’30, e poi entrata nella leggenda grazie a Hollywood.
Abbiamo però anche un’altra strada che ci farà scoprire tante chicche nascoste degli Stati Uniti. Sto parlando della US Route 61, detta anche “The Blues Highway” e “The Great River Road”, perché segue il corso del Mississippi. Inizia nel profondo nord, nel Minnesota, e termina a New Orleans, dopo 2200 km.
Noi ci concentreremo sul tratto tra Memphis e New Orleans, attraverseremo tre stati alla scoperta delle radici della musica blues e soul.
Indice
Come arrivare
Il tratto da Memphis a New Orleans è quello più battuto della US Route 61, e la cosa migliore è inserirlo in un tour del Sud degli Stati Uniti. L’aeroporto di Memphis non è molto ben servito dall’Italia, potrebbe andare meglio su New Orleans.
Per percorrere la Blues Highway vi servirà poi un’auto a noleggio, leggete quindi anche i miei consigli cu come sceglierla e come guidare negli USA.
Quanto tempo dedicare e dove dormire
Per visitare approfonditamente la Blue Highway, vi consiglio di dedicare alla zona almeno 6 notti. Di queste, due ciascuna a Memphis e New Orleans, con due notti da spalmare lungo il tragitto.
Se siete interessati alle piantagioni, e ne volete visitare due o più, potrebbe anche essere opportuno aggiungere una notte in Louisiana, magari dormendo proprio in una di esse.
Ecco un esempio di itinerario:
- arrivo a Memphis nel primo pomeriggio
- Memphis
- Memphis – Clarksdale
- Clarksdale – Natchez
- Natchez – New Orleans
- New Orleans
- partenza da New Orleans dopo pranzo
Blues Highway, cosa vedere
In rete non ci sono moltissime informazioni sulla Blues Highway, ma potete consultare il sito del Mississippi Blues Trail, dove sono elencate le attrazioni nello stato del Mississippi.
Tradizionalmente, si percorre la Blues Highway da nord a sud. Se lo fate al contrario, in realtà, non cambia nulla. L’unica controindicazione, se volete, è che Memphis ha dei musei che sono un po’ un riassunto di ciò che andrete a vedere lungo la strada. Se li visitate all’inizio, avrete una specie di introduzione a ciò che andrete e vedere lungo il percorso. Se lasciate Memphis per ultima, potrete invece trovarli ripetitivi.
Memphis
Cominciamo il nostro itinerario lungo la Blues HIghway da Memphis, la città di Elvis.
Famosa soprattutto per il Re del Rock e la sua villa da sogno, negli anni ’50 Memphis ebbe in realtà un ruolo centrale per la musica americana, essendo la città dove si trovavano la maggior parte degli studi discografici. Aperta a tutti i nuovi sound, Memphis era un melting pot di razze e culture, forse l’unica città del sud dove i musicisti bianchi avevano le stesse possibilità di sfondare.
Parlando delle attrazioni legate alla Route 61, quindi quelle più legate alla musica, non dovete perdervi:
- Graceland, la vila dove Elvis abitava e nella quale fu purtroppo trovato morto il pomeriggio del 16 Agosto 1977, a soli 42 anni. Potrete visitare sia la casa, sia l’enorme museo, che raccoglie costumi, premi e cimeli legati al cantante più famoso di tutti i tempi.
- I Sun Studios, la culla del rock&roll, il cui proprietario Sam Philips scoprì talenti quali Elvis, Johnny Cash, Carl Perkins, Roy Orbison, e Jerry Lee Lewis.
- Gli Stax Studios, più focalizzati sulla Black Music.
- Memphis Rock & Soul Museum, un piccolo museo pieno di informazioni sulla storia delle musica americana, e come si è evoluta proprio qui a Memphis.
- Beale Street, la strada del locali di musica dal vivo, dove avrete solo l’imbarazzo della scelta.



Oltre a queste attrazioni, non dimenticate che Memphis è anche legata alla morte di Martin Luther King. L’attivista per i diritti dei neri fu ucciso il 4 aprile del 1968 fuori dalla sua stanza al Lorraine Motel. La struttura oggi si è trasformata in un toccante museo sui diritti civili, dove imparerete tutto sulle lotte per l’uguaglianza, ancora molto attuali.
Gateway to the Blues
Circondato da campi di cotone, questo piccolo museo / ufficio turistico è considerato la porta di accesso della US 61. E’ aperto dalle 8.30 alle 17 in settimana, dalle 10 alle 17 il sabato, e solamente il pomeriggio la domenica. Il biglietto di ingresso è 10$. Tuttavia, verificate gli orari aggiornati sul sito ufficiale.
Non perdetevi questa attrazione, che vi aiuterà moltissimo a comprendere gli altri musei e l’atmosfera che troverete lungo la strada.

Clarksdale
Una sessantina di km vi separano ora da Clarksdale. La città è piuttosto degradata, ma gli historical marker e le attrazioni legate al blues si sprecano.
La prima cosa da non perdere è il Crossroads, all’incrocio tra la N State e la Desoto. La leggenda vuole che, in questo punto, Robert Johnson abbia venduto l’anima al diavolo, in cambio di saper suonare la chitarra come nessuno mai. Robert Johnson morì misteriosamente a 27 anni, e diversi cimiteri rivendicano ancora oggi le spoglie dell’artista.
Altri historical marker sparsi per la città riguardano, per esempio, Ike Turner, il defunto marito della più famosa Tina, che proprio qui mosse i suoi primi passi.
La città è alquanto degradata, e vive soprattutto del suo glorioso passato musicale. Il centro, se così lo si può chiamare, si snoda tra la Blues Alley e la 2nd street, ma non c’è molto da vedere, salvo qualche murales.
Passate la serata Ground Zero Blues Club, il locale di Morgan Freeman. Nelle serate di musica dal vivo dovrete pagare una entry fee di 10$, indipendentemente che consumiate o meno. Un altro locale è Red’s, decisamente più autentico, ma anche più “ruspante”.
Se volete dormire in un posto caratteristico, scegliete lo Shack Up Inn. E’ piuttosto spartano, ma le stanze sono ben attrezzate, e l’atmosfera tipicamente blues vi regalerà un’esperienza indimenticabile.



Cleveland e Indianola
Continuiamo a percorrere la Blues Highway verso sud. Lungo questo tratto si incontrano solo minuscoli paesini desolati, dove non c’è nulla da vedere, se non qualche roadmark, ovvero un cartello stradale che ricorda qualche avvenimento significativo.
Prima tappa, il Birthplace of the Blues, 10 km ad est di Cleveland lungo la US-8. Sembra che il Mississippi Blues sia nato proprio qui, infatti sono ricordati artisti come Robert Johnson, Howlin’ Wolf, Charlie Patton.
Circa 50 km più a sud troviamo Indianola, la città dove è nato e riposa l’immenso BB King.
Il museo a lui dedicato è un must della Blues Highway. La storia di BB King è davvero straordinaria. Un bimbo di colore nell’America segregata, con la grande passione della chitarra. Che sia stato lo zio a regalargliela, o che se la sia comprata con i suoi primi risparmi, poco importa. Con la sua Lucille, BB King riusciva a fare cose straordinarie. Uno dei suoi più importanti traguardi fu aver conquistato anche il pubblico bianco, all’epoca molto restio a seguire un artista di colore. La sua tomba si trova nel cortile del museo. Se invece volete vedere il luogo dove suonava da bambino, dovrete recarvi al BB King Corner, all’incrocio tra la 2nd e la Church.
Tra gli importantissimi cimeli del museo, che non parla solo di BB King ma anche della condizione dei neri nel delta del Mississippi, c’è anche un’interessante sezione dedicata alla segregazione.


Vicksburg
Pur non avendo granché a che fare con la musica blues, Vicksburg è tra le più importanti attrazioni della Route 61.
Questa tranquilla cittadina fu teatro di una delle battaglie chiave della Guerra Civile Americana. Si ritiene che sia stata persino più importante di Gettysburg. Questo perché la conquista di Vicksburg, collocata in una posizione strategica sul Mississippi, consentì all’Unione di prendere il controllo del fiume, tagliando quindi gli approvvigionamenti di merci e materiale bellico ai secessionisti.
Il luogo della feroce battaglia è oggi il National Military Park, che potrete visitare in auto, a piedi o in bici. Tra le cose da vedere ci sono numerosi memoriali, cannoni e altre armi in esposizione, e il relitto della cannoniera corazzata USS Cairo, recuperato dal fiume nel 1964.



In centro, in riva al fiume, potrete osservare una lunga fila di murales, che raccontano le tappe salienti della storia della città.
Una piccola curiosità: Vicksburg contende ad Atlanta la paternità della coca-cola. Non sapremo mai da dove viene esattamente la ricetta, ma sicuramente la celeberrima bevanda gassata fu imbottigliata per la prima volta proprio qui, nel 1894, nell’edificio che oggi ospita il Biedenharn Coca-Cola Museum.


Natchez
La piccola Natchez è un vero gioiellino della Blues Highway.
Ai tempi dello schiavismo e del commercio su acqua, era tra le città più ricche del Paese, come testimoniato dalle numerose piantagioni e ville signorili antebellum, cioè risalenti a prima della Guerra Civile. Tra le più belle ci sono:
- Stanton Hall
- Choctaw Hall
- Magnolia Hall
- The Towers
- Longwood Plantation
- Auburn Antebellum Home
Molte di queste ville sono visitabili anche all’interno, ed alcune sono hotel, quindi vi potrete anche pernottare. Noi, per esempio, abbiamo dormito alla straordinaria Brandon Hall Plantation, una villa da sogno immersa nel verde. Un’esperienza da favola che consiglio a tutti.
Tornando a parlare di musica, a Natchez non potete perdervi il juke joint più autentico della US Route 61, l’Under the Hills Saloon. Aperto fino a tarda notte, offre musica dal vivo tutte le sere, e con accesso gratuito. Meno turistico di Beale Street, è frequentato prevalentemente dai locali. Appena vi individueranno come turista, ne approfitteranno per fare conoscenza, facendovi passare una sera indimenticabile.




Piantagioni della Louisiana
Entriamo ora in Louisiana. Oltrepassata la capitale, Baton Rouge, si costeggia il Mississippi lungo la strada conosciuta come Plantation Rooad, per via dell’alta concentrazione di piantagioni.
Contrariamente a quanto si pensi, in Louisiana non esistevano le piantagioni di cotone. Questo, perché il clima semi-tropicale è troppo umido per questa coltivazione. La coltura predominante era, in realtà, la canna da zucchero.
Visitare le piantagioni è sempre un’esperienza dolceamara. Da un lao, ci lustriamo gli occhi di fronte allo splendore delle ville, dei loro giardini e dei loro opulenti arredi. Dall’altro, abbiamo l’orrore della schiavitù, con esseri umani che venivano trattati nel peggiore dei modi. Senza diritti e senza identità, appartenevano al padrone esattamente come i cani, o il divano, e spesso erano trattati molto peggio.
Io vi consiglio di visitare almeno due piantagioni. Una deve essere Oak Alley, la più famosa. Per la seconda, scegliete in base alle vostre preferenze. Tenete presente che ognuna di esse vi porterà via circa 2 ore.
- Whitney Plantation è l’unica ad avere un museo serio sulla schiavitù.
- Evergreen Plantation è la villa utilizzata come location di Django Unchained. Oggi è chiusa e visibile solo dal cancello.
- St Joseph Plantation è quella con il maggior numero di arredi originali.
- Laura Plantation è una delle poche gestite da una famiglia francese creola.
- Destrehan Plantation è una delle più vecchie, nonché la più vicina a New Orleans.



New Orleans
Ultima tappa della Blues Highway, New Orleans è tra le città che più solleticano l’immaginario collettivo, grazie alla sua fama di città trasgressiva e decadente.
Il centro nevralgico della città è Bourbon Street, che a dire il vero è ormai troppo turistica. Per immergervi davvero nell’atmosfera locale, passeggiate per le parallele Royal Street e Chartres Street, molto più belle e meno caotiche.
A New Orleans, tutto ruota attorno al jazz e alla figura di Louis Armstrong, nato qui nel 1901. Il museo del Jazz, vicino al French Market, racconta la storia di questo genere, e custodisce innumerevoli strumenti musicale, tra cui anche una tromba appartenuta a Louis Armstrong.
Dove ascoltare del buon jazz a New Orleans? Potete assistere a un concerto alla Preservation Hall, la patria del Jazz tradizionale. Per un’esperienza più informale, invece, andate in Frenchmen Street, l’autentica via del jazz. I locali più quotati sono lo Spotted Cat e il suo dirimpettaio, lo Snug Harbor, che purtroppo spesso sono strapieni, ma sicuramente troverete buona musica anche negli altri locali.


