Fontanellato è un piccolo borgo (7000 abitanti circa) della provincia di Parma. Il centro storico è tutto raccolto attorno alla Rocca Sanvitale e al suo fossato, ed è molto pittoresco e piacevole da visitare.
Oltre alla Rocca, ci sono altri siti storici e di interesse, come la Scuderia Sanvitale e la Chiesa della Beata Vergine del Santo Rosario. Nella piazza centrale troverete numerosi bar. Perdetevi nelle viette laterali per scoprire delle belle case colorate, e botteghe di prodotti artigianali.

In questo post vi parlerò della nostra visita alla Rocca Sanvitale, il cuore del paese.
Indice
Come arrivare
Fontanellato si trova a breve distanza dalla A1, uscita Fidenza-Salsomaggiore. Da qui, raggiungete il borgo con la Strada Provinciale 63.
La cosa migliore è parcheggiare fiori dal centro storico. C’è una comoda area di parcheggio in Viale Vezzoli, oppure in Piazzale Kennedy, dietro alla Chiesa della Beata Vergine del Rosario.
Info Pratiche
La Rocca Sanvitale è visitabile solo con visita guidata ad orari prefissati. Pertanto, è bene consultare il sito ufficiale per gli orari delle visite.
Da Novembre a Marzo, la Rocca è chiusa i lunedì non festivi.
Il costo del biglietto è 8€ per gli adulti, e 3,50€ per i ragazzi dai 6 ai 16 anni.
La Rocca Sanvitale
Appena si entra nel paese, la Rocca Sanvitale si staglia in tutta la sua imponenza. E’ un edificio solido, massiccio, a pianta quadrata, circondato da un fossato alimentato da un torrente naturale.
Nasce come fortificazione difensiva nel XII secolo, e passa poi alla famiglia dei Conti Sanvitale, nel 1386, che la trasforma in una residenza. Rimane di proprietà della stessa famiglia per secoli, fino al 1948, quando l’ultimo Conte decide di venderla al comune di Fontanellato, affinché ne faccia un museo.

Sono ben distinguibili i vari rimaneggiamenti apportati all’edificio, che infatti ha una struttura irregolare, circondato da un muro merlato solamente da due lati. L’orologio sulla torre frontale risale al ‘600, le finestre con i balconcini in ferro battuto al ‘700.
Il Piano Nobile
La visita è strutturata in tre parti: il piano nobile, le “segrete”, e la camera ottica. In nessuna delle tre aree è consentito fare foto, Né con il flash, né senza. Si possono invece fotografare liberamente il cortile interno e gli splendidi balconi.

Nel piano nobile visitiamo diverse stanze, tra cui la sala delle ceramiche, con splendidi piatti antichi; la sala del biliardo, con l’enorme tavolo da gioco e le aste lunghissime, così che si potesse giocare anche stando comodamente seduti.
Una curiosità sui piatti: venivano creati con il fondo alto e il bordo molto largo affinché al centro fosse posto il piatti principale, solitamente una zuppa, e il resto delle portate fosse servito sul bordo stesso. Da quest’usanza deriva la parola “contorno”.
E’ molto bello anche il clavicembalo, posto nell’omonima sala. E’ un corso una raccolta fondi per il suo restauro, perché possa tornare a suonare. Nella stanza da letto si trovano diversi oggetti originali, tra cui il pigiama e il copriletto di seta. A me è piaciuta moltissimo la scrivania con il calamaio, la penna e la scacchiera in stile “Harry Potter”.
In tutta la casa sono esposti quadri del pittore di corte, Felice Boselli, famoso per le nature morte. I suoi quadri si riconoscono perché il pittore amava aggiungere un gattino (Felix, in latino) come firma personale.
Infine, un’altra curiosità ci attende nella “sala degli antenati”. Dei numerosi uomini ritratti qui, la maggior parte non sono veritieri! Questo perché non si conosceva il reale aspetto di questi uomini, ma soltanto il loro nome.
La stanza segreta e il teatrino
Usciti dal piano nobile si passa alla visita del piano terra. Una delle stanze qui sotto è definita “segreta”, non perché fosse una prigione, ma perché è ben nascosta e appartata rispetto alle altre.

Si tratta della stanza più bella e simbolica della Rocca, in quanto interamente affrescata da un giovane Girolamo Mazzola, meglio noto come Parmigianino .
La stanza era un luogo di meditazione e preghiera per l’allora contessa Paola Gonzaga, sposa di Gian Galeazzo Sanvitale. La contessa aveva perso un figlio neonato, e gli affreschi di questa stanza sono un’allegoria di questa perdita.
Attraverso il racconto del mito di Atteone, cacciatore trasformato in cervo dalla Dea Diana per punizione, e quindi sbranato dai suoi stessi cani, il Parmigianino ci parla di punizioni divine, ma anche di rinascita. Le figure più importanti dell’affresco sono infatti il Paola Gonzaga stessa, e i due bambini. Il più piccolo è “rapito” da una bambina dallo sguardo diabolico, al quale l’osservatore non si può sottrarre, e rappresenta probabilmente la morte stessa.
Nell’ultima stanza l’atmosfera è decisamente più leggera. Qui troviamo il teatro delle marionette, con le scenografie intercambiabili. Il teatrino risale all’800, ed era un regalo per i figli di Albertina di Montenuovo, figlia di Maria Luigia D’Austria e moglie di Luigi Sanvitale.
La Camera Ottica
Al termine della nostra visita alla Rocca Sanvitale ci aspetta una vera chicca: all’interno della Torre Sud si trova una camera ottica ottocentesca.
Attraverso un sistema di specchi e prismi, è possibile vedere riflessa su un pannello bianco l’immagine di ciò che sta accadendo al di fuori della rocca. Una specie di Grande Fratello Ante Litteram!
Cosa vedere nei dintorini
In Lombardia, ma ad appena 35 km da Mantova, troviamo Sabbioneta, la “città ideale” di Vespasiano Gonzaga e Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Le attrazioni sono davvero tante, per un poso così piccolo! Il Palazzo Ducale era la sede amministrativa di Vespasiano Gonzaga, il cui monumento funebre è nella Chiesa dell’Incoronata, proprio dietro al palazzo.
A Sabbioneta c’era anche una fiorente comunità ebraica, è infatti possibile visitare anche la sinagoga.
Infine, da non perdere il Teatro Olimpico, costruito in stile palladiano sulla falsariga del teatro di Vicenza.